Argentini, italiani, tedeschi e un bosniaco: tanti sono
i centravanti che hanno vestito la maglia numero "9" giallorossa, molti sono rimasti nel cuore dei tifosi lasciando un segno indelebile a suon di goal, altri, invece, forse non se li ricorda nessuno.
Da Voeller a Dzeko tutti nel cuore, ma dietro il fuoriclasse Francesco Totti
Spesso, ma non sempre, i numeri nel calcio dicono gran parte della verità. Nel caso di Francesco Totti, i numeri aiutano un po' come per la fondazione del mito di Roma aiuta la storia di Romolo e Remo allevati dalla "lupa", con la differenza che le reti del capitano sono vere e autentiche. 307 goal con la maglia giallorossa, gran parte dei quali siglati con la fascia di capitano al braccio, questo il numero che la dice lunga sul calciatore più prolifico
di tutti i tempi della storia della AS Roma. Eh sì, perché parlando di Totti non si può parlare di centravanti, ma di un "10", e fa strano che il primo della classifica dei bomber che hanno giocato all'Olimpico sia un fantasista, che ha poi ricoperto anche il ruolo di punta, certo, ma che tutto aveva tranne che le doti di "spericolatezza" e di atleticità di un centravanti. Doti che invece aveva eccome il mitico Roberto Pruzzo, secondo nella classifica dei goleador di tutti i tempi della Roma con 138 goal con una media di 0,44 reti per partita, che per molti romanisti "doc" incarna l'archetipo del centravanti, grazie anche al goal del momentaneo pareggio nella finale della Coppa dei Campioni 1983-'84 contro il Liverpool, poi persa ai rigori. Quel suo colpo di testa in tuffo, un suo marchio di fabbrica, rimarrà per sempre nella memoria storica del tifoso giallorosso, come il suo baffo sulla maglia Barilla. I primi due della speciale classifica dei bomber della Roma hanno vinto uno scudetto, Totti nel 2001 e Pruzzo nell'82, cosa che li consacra ancor di più a simboli della "romanità", mentre per
il terzo in graduatoria, Edin Dzeko da Sarajevo, non c'è stata nessuna gloria di squadra, "solo" i suoi 102 goal in giallorosso. Certo, la Roma di cui ora Dzeko è capitano deve competere per altri palcoscenici rispetto a quella di Totti, che si giocava il primato agli inizi anni 2000 contro una Juventus fino a poche settimane fa favorita anche quest'anno per la vittoria del suo ennesimo scudetto secondo
le scommesse sportive di Betway con una quota di 2,5, ma il gigante bosniaco è amatissimo dai propri tifosi come se una grande vittoria l'avesse portata a casa. Amato e incitato proprio come Rudi Voeller, il leggendario centravanti tedesco, che non è né il più prolifico, né il più vincente dei bomber giallorossi, ma è fra i più adulati e va inserito di diritto in classifica, anche se secondo i numeri (45 goal siglati) si trova in tredicesima posizione. Altri sono i bomber amati dalla piazza giallorossa, come "aeroplanino" Montella, protagonista dello scudetto del 2001, assieme a "re leone" Batistuta, argentino da oltre 200 con le maglie di Fiorentina, Roma e Inter e poi ancora l'italo-argentino Pedro Waldemar Manfredini e Amadeo Amadei, tutti nomi scolpiti nella memoria di grandi e piccini dal cuore giallorosso.
I centravanti flop della storia della Roma
Come tutte le grandi piazze, anche l'AS Roma ha avuto i suoi "flop" e si sa, se in difesa o al centro del campo un errore può passare "inosservato", ai ruoli di portiere e centravanti difficilmente viene concessa una seconda occasione dopo una clamorosa papera o dopo un goal "mangiato".
Forse non tutti ricorderanno Gustavo Bartelt, il "talento" argentino nato a Buenos Aires, che vestì la maglia giallorossa nel biennio ‘98-2000 scendendo in campo 15 volte e mettendo a segno un solo goal: capelli biondi alla Caniggia al quale veniva accostato e poco altro per un attaccante che forse è stato uno dei più grandi "flop" della storia giallorossa. Come non citare Ibarbo, l'attaccante colombiano che molti consideravano l'erede di Asprilla, dotato di grande velocità, lasciò il segno a Roma più fra discoteche e giornali che ne riportavano i "flirt" che sul campo: davvero misero il suo bottino che conta zero goal in dodici presenze in giallorosso. In termini di investimento, però, forse il vero e proprio "bidone" degli ultimi anni del mercato giallorosso è Manuel Iturbe,
pagato ben 27 milioni di euro, come riporta Transfermarkt, e secondo acquisto più costoso nella storia del club fino al 2014; ha vestito la maglia della Roma nelle stagioni 2014-2015 e 2015-2016, lasciando poco o niente sul campo: 39 presenze condite da tre reti. Provò a tornare alla Roma nella stagione 2016-2017, ma dopo sole cinque presenze la società pensò di darlo in prestito al Torino. "El conejo", in italiano "il coniglio" Nico Lopez, è invece al tempo stesso un grande "flop" e un caso inspiegabile: partito alla grandissima con la Roma, goal all'esordio con il Catania a soli 18 anni, talento cristallino tutto mancino rapido e sgusciante, si perse completamente costringendo la società capitolina a darlo in prestito all'Udinese l'anno successivo. Attualmente è in forza al club del massimo campionato messicano Tigres UANL. Come dimenticare uno dei primi acquisti miliardari del calcio, il brasiliano Portaluppi, acquistato per tre miliardi di lire, arrivò a Roma nel 1988, con i giallorossi riuscirà nell'impresa di non mettere a segno nemmeno un goal in 23 presenze. La
classifica dei "flop" giallorossi si chiude con l'egiziano Mido, tanta buona volontà per il gigante del Cairo, ma zero goal con l'AS Roma.
Certo, pensare che il posto di centravanti è stato occupato da calciatori come Pruzzo e poi da calciatori come Bartelt fa quasi venire i brividi, ma i numeri e l'amore della gente parlano chiaro e in piazze come Roma è difficile farsi apprezzare se non si dà tutto in campo. La classifica dei centravanti più prolifici e più amati parla chiaro.