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Coronavirus Roma, per bus e metro fase 2 a rischio caos. 1.300 mezzi "Stop aria condizionata"

Atac alla prefettura: "Dal 30 al 90 al 105, ecco le linee a rischio assembramento". E senza i soldi dei biglietti stipendi dei dipendenti dei trasporti a rischio già a giugno
Domenica 03 maggio 2020
Nei depositi Atac, con il rebus dell'aria condizionata, rombano i motori. Da domani circoleranno almeno 1.300 autobus, fino all' 88% di quelli a disposizione della municipalizzata. È la vera prova del nove post lockdown: secondo le previsioni dei tavoli tecnici sulla Fase 2, torneranno in strada 1,3 milioni di persone. In 290 mila, un terzo dei passeggeri rispetto alla situazione pre- crisi, potrebbero scegliere bus o metro per muoversi. Tutto questo in una città con un'azienda ancora nel pieno delle procedure concordate per evitare il fallimento. Atac lo ha fatto presente più volte al Comune: senza gli incassi dei biglietti, non ci sono già da ora i soldi per pagare gli stipendi di giugno.

Non solo al Campidoglio. In vista del test di domani, i vertici della partecipata hanno scritto anche a vigili urbani e alla prefettura per segnalare le linee più a rischio assembramento. In testa ci sono soprattutto le linee express: preoccupano i bus 20, 30, 60, 69, 80, 90, 105, 107, 163, 409, 451, 705, 714 e 791. In totale sono 51 i tragitti solitamente più frequentati, quelli su cui non è chiaro se si riuscirà a garantire il distanziamento a bordo. Problema numero uno, perché vanno controllate 1.300 vetture e circa 150 stazioni tra metro e treni.

Servirebbero 5.000 uomini, richiamando i lavoratori in cassa integrazione ce ne saranno al massimo 800. Si potranno garantire i controlli nelle metro e alle paline. Non a bordo dei mezzi. Perché i conti non tornano. Ai capolinea e alle fermate più frequentate ci saranno i vigili urbani. Ma resta la questione dei bus. La Regione aveva invitato il Comune a far vestire la pettorina Atac a chi percepisce il reddito di cittadinanza, mentre l'azienda ha chiesto per tre volte al Campidoglio di mettere in strada i volontari della Protezione civile.

Come detto, poi, c'è la questione dell'aria condizionata che potrebbe pesare soprattutto nelle settimane a venire. In base all'ordinanza della Regione e ai decreti del governo, i climatizzatori vanno lasciati spenti. Bisognerà indossare sempre la mascherina e sedersi solo sui posti contrassegnati: la capienza sarà dimezzata, in media potranno salire sui bus da 30 a 40 passeggeri anche in piedi. La Pisana ha anche previsto l'installazione di dispenser di gel igienizzante in metro. Che, però, Atac garantirà solo nei prossimi giorni.

Per quanto riguarda la salute, in settimana partiranno i test del sangue per 800 operatori dell'azienda e tamponi al Policlinico Tor Vergata per chi tornerà dalla quarantena. Una buona notizia per i sindacati, preoccupati invece dal crollo dei ricavi causato dal Covid-19: mancano almeno 10 milioni al mese tra ticket e strisce blu. E il ritorno dei cassaintegrati da impiegare soprattutto ad Anagnina, Ostiense, piazza Venezia, Piramide e Termini costerà 2 milioni al mese.

Sui bus, invece, sarà il conducente a decidere se far salire ancora passeggeri o saltare le fermate. Una previsione che scalda i lavoratori. «Così c'è il pericolo di creare tensioni, di generare aggressioni al personale — spiega Daniele Fuligni della Cgil — inoltre c'è il rischio di lasciare scoperte le periferie, dove è più alto il pendolarismo » . Marino Masucci, Cisl, lancia un appello: «Chiediamo collaborazione e pazienza nei confronti dei lavoratori ed è necessario uno screening dei flussi » . Cotral lo ha completato e per garantire controlli a bordo ha trovato 120 unità tra il suo personale, altri 200 verificatori arriveranno con contratti a tempo determinato. Fino alla fine della crisi.
di Lorenzo D' Albergo / Salvatore Giuffrida
Fonte: La Repubblica
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