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Pastore, una serata chic davanti a Totti "Ora va bene, ho un mister che mi parla..."

Lunedì 28 ottobre 2019
Destino ha voluto che Javier Pastore giocasse la sua migliore prestazione da quando veste la maglia della Roma davanti a Francesco Totti, che a vedere i giallorossi mancava dal 26 maggio. L'ex dirigente, da quando ha detto addio al club lo scorso 17 giugno, si è più presentato all'Olimpico solo il 12 ottobre per Italia-Grecia. Ieri, per la prima volta dopo 30 anni, Francesco si è seduto sugli spalti da semplice tifoso, accanto a lui Giovanni Malagò - per l'occasione ha riservato un palchetto - e il figlio Cristian: «È un'emozione essere tornato a vedere la Roma», ha detto prima di lasciare lo stadio. E chissà se Pastore durante i 90 minuti contro il Milan sapeva che a guardarlo c'era proprio chi ha fatto innamorare la Curva Sud con i suoi gol e tocchi di classe. El Flaco racconta il suo momento chic: «Fonseca ci sta mettendo molto del suo, parla sempre con noi e il gruppo è straordinario. Ci vuole sempre determinati e non ci lascia mai. Questa cosa mancava in passato». L'argentino ringrazia il tecnico che lo lascia libero di inventare e di dare il meglio di sé: «Sono riuscito a giocare tre partite di fila in tre giorni. Non ricordo l'ultima volta che lo avevo fatto (dal 23 al 29 settembre 2018 più di 30' contro Bologna, Frosinone e Lazio ndc). Zaniolo? Gli parliamo spesso perché sappiamo quanto lui sia decisivo quando sta bene. Può diventare un campione, è importante che continui così assieme a Dzeko». Che per Smalling è «l'assassino in maschera».

PRECISAZIONE DI CAPELLO - In serata, ancora ai microfoni di Sky, il chiarimento di Capello sul consiglio dato la settimana scorsa all'interista Esposito di «non prendere la strada di Zaniolo»: «Non hanno capito quello che ho detto su Zaniolo. A Roma è facile che interpretino con tutte le radio e i giornali. Non era un giudizio. Era un suggerimento a un giocatore di non sbagliare. Come è successo a Zaniolo e Kean quando Di Biagio li mandò in tribuna con l'Under 21. Tra l'altro io reputo Zaniolo il più grande talento che c'è adesso in Italia: qualità, forza, tecnica e visione di gioco. Ce l'hanno in pochissimi. E quando arriva poi ai 20 metri può essere letale nel calciare in porta».
di G. Lengua
Fonte: Il Messaggero
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