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PINTO: "Sono stanco, la mia missione a Roma era quasi compiuta. Nessun romanista tre anni fa..."

Tiago Pinto: "Nessun romanista tre anni fa avrebbe immaginato di avere Mourinho, Lukaku, Dybala e Abraham insieme. Futuro? Tutti vogliono andare in Premier... Dopo Monchi avevamo più di 70 giocatori sotto contratto ma dovevo proteggere i beni del club, non incolpare il passato. Futuro? Dopo la Roma sono pronto a tutto"
Sabato 06 gennaio 2024
Tiago Pinto, dopo aver annunciato l'addio al club qualche giorno fa, ha rilasciato una lunga intervista a The Athletic, toccando una quantità cospicua di temi: dall'acquisto di Dybala a quello di Lukaku, dalla gestione post Monchi fino ad arrivare a numerosi retroscena di mercato: "Non sono il tipo di persona che cerca di lavorare 15 anni nello stesso posto e di sentirsi a proprio agio. Mi piacciono i rischi. Mi piacciono le sfide. Penso che il ciclo sia vicino alla fine. Non sto parlando del ciclo Roma o del ciclo di Friedkin, ma la missione che avevo era quasi compiuta. Personalmente mi sento stanco", continua il GM giallorosso. "Se sai solo di calcio, non sai niente di calcio", dice citando una vecchia battuta di Mourinho, prima di aggiungere: "Vent'anni fa un direttore sportivo guardava le partite e ingaggiava giocatori. Ora non è più possibile".

Su come è stato organizzare il lavoro per il settore giovanile:
"Selezionavamo i migliori giocatori del settore giovanile e li lavoravamo come se fossero giocatori della prima squadra. Avevano uno psicologo, un nutrizionista, un coach speciale. I ragazzi del dipartimento delle comunicazioni hanno fornito loro una formazione sui media. Il tutto per ridurre il gap tra le giovanili e la prima squadra. Nicola Zalewski ed Edoardo Bove facevano parte di quel gruppo"

Sulla rete segnata da Bove in Europa League contro il Bayer Leverkusen:
"Quando ho visto quel gol, per me è stato più o meno la stessa cosa che prendere Paulo Dybala".

Sulla situazione post Monchi:
"Avevamo più di 70 giocatori sotto contratto. La maggior parte di loro erano giocatori non chiave. Non voglio citarli tutti, ma tutti ricordano Pastore, N'Zonzi, Santon. Anche altri giocatori come Bianda, Coric e Alessio. Molti giocatori che la Roma aveva sotto contratto pesavano sul monte ingaggi e non giocavano in campo. Credo che per me, come direttore sportivo, non posso semplicemente incolpare il passato e dire: "Tutti questi giocatori non hanno valore. Liberiamocene". No, devo proteggere i beni del club. Quello che cercavamo di fare nella nostra rosa, con prestiti e partnership con altri club, era cercare di trovare le soluzioni migliori per tutti".

Sulla gestione di Tiago Pinto per quanto concerne le uscite:
"Abbiamo venduto più di 160 milioni di euro in giocatori e se guardi i giocatori che abbiamo venduto, forse solo Ibanez e Zaniolo erano giocatori chiave. Tutti gli altri giocatori non erano pezzi chiave, erano in prestito o fuori rosa".

Il sito web sportivo, racconta poi di come Tiago Pinto sia riuscito a convincere Josè Mourinho ad approdare nella Capitale:
"Pinto mandò immediatamente un messaggio al suo agente. Era una battuta quella di venire alla Roma. L'agente di Mourinho lo ha inoltrato al suo cliente. Mourinho lo ha apprezzato e tutto all'improvviso è successo molto velocemente. Tiago Pinto prosegue raccontando: "Credo che tra il testo e l'annuncio siano passati 14 giorni. La notizia ha colto di sopresa tutti? Se penso alla proprietà e al modo in cui abbiamo ingaggiato Mourinho, li rappresenta molto bene. Lo fai velocemente senza clamore e sorprendi tutti."

Sulla cessione di Dzeko e sull'immediato acquisto di Abtaham:
"A quel tempo avevamo Dzeko, un giocatore molto importante nella storia della Roma. A quel tempo eravamo in trattative per la sua partenza. Volevamo dimostrare ancora una volta che il nostro progetto sarebbe stato basato su giovani giocatori, ma mantenendo comunque la stessa ambizione. La prima stagione è stata fantastica. Ha segnato quasi 30 gol, ma Tammy è più di un marcatore. Se guardi i numeri, è sempre stato un ragazzo che fa anche 10 assist a stagione".

Sull'acquisto, l'anno dopo, di Paulo Dybala:
"Penso che siamo stati molto bravi nel gestire i tempi perché alla fine della stagione o all'inizio del mercato, se fossimo andati a combattere con i club che erano interessati, non avremmo avuto la capacità di farlo. Quindi per alcuni motivi, ma non voglio menzionare i club in questione, diciamo che la "società A" non era in grado di concludere l'accordo in quel momento, la "società B" stava cambiando allenatore. Quindi abbiamo capito il momento, ora o mai più. Avevamo una settimana per fare questa cosa e durante quella settimana a Torino, penso che abbiamo lavorato ancora molto bene come squadra, con la proprietà e l'allenatore pienamente coinvolti".

Sull'acquisto di Romelu Lukaku:
"Il suo agente lo conoscevo già molto bene perché parlavamo di un altro suo giocatore. E ovviamente ogni volta che parlavamo dell'altro giocatore, facevo sempre delle battute e gli chiedevo cosa sarebbe successo con Lukaku. Non ho mai detto di volere Lukaku, ma ho sempre saputo cosa stesse succedendo. Un giorno ero con Ryan Friedkin, stavamo guardando l'allenamento e questo agente mi ha chiamato e non gli ho nemmeno detto nemmeno buongiorno. Ho detto qualcosa del tipo: "No, non voglio Lukaku, amico! Non ho i soldi per Lukaku e il ragazzo rideva, rideva e rideva. Lui ha detto: "No, non chiamo per Lukaku". Credo che se tre anni fa avessi chiesto a un tifoso della Roma se fosse possibile avere nella stessa squadra Dybala, Tammy, Lukaku e Mourinho, ti avrebbero dato del pazzo".

Sul tifo e sull'atmosfera dello stadio Olimpico:
"Penso che sia giusto dire che non ci siano molte atmosfere come quelle che hai qui a Roma. I Friedkin hanno riportato questa unità tra la città e la squadra".

L'orgoglio di Pinto sulla sua avventura alla Roma:
"Tre anni alla Roma! Non sono molti i direttori sportivi che hanno la possibilità di stare tre anni alla Roma".

Su un'eventuale futuro in Premier League:
"È il campionato in cui tutti vogliono essere; i giocatori, gli allenatori e i dirigenti. La Premier è il migliore del mondo. Mi piacerebbe fare quell'esperienza. Ora o più tardi. Adesso la cosa più importante è provare di nuovo quello che ho provato al Benfica e quando sono arrivato alla Roma. L'allineamento e l'impegno con le persone del club. Dopo la Roma sono pronto a tutto".
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