La vittoria contro il Salisburgo, la numero 13 di Simone Inzaghi in Champions sulla panchina dell'Inter (Spalletti e Conte, insieme, in tre anni ne hanno conquistate 5...), è già alle spalle e da oggi alla Pinetina si pensa solo alla partita contro la Roma. Attenzione: alla gara contro la Roma e ai tre punti che servono per restare primi in classifica; non al faccia a faccia con Lukaku, un incrocio potenzialmente esplosivo che, se non gestito bene, a Lautaro e compagni può creare solo danni. Ecco perché il lavoro sulla testa dei giocatori da parte del tecnico di Piacenza, ma anche dei dirigenti, sarà importante almeno come quello sul campo.

NIENTE RIVINCITE — Inzaghi ha iniziato la stagione alla grande, con 9 vittorie nelle prime 12 partite ufficiali. È primo in campionato e nel girone di Champions. E ha pure dei rammarichi per i 5 punti "buttati" nelle due sfide contro il Sassuolo e il Bologna quando è stato rimontato. Il quadro nerazzurro finora è dunque a tinte... brillanti e l'ex allenatore della Lazio non vuole che sia rovinato nel prossimo delicato incontro con la Roma. Delicato per il valore dell'avversario, ma anche perché emotivamente la partita sarà complicata a causa del ritorno al Meazza di Big Rom. Inzaghi sa benissimo che la rottura del belga con l'Inter, intesa come società, ha interrotto anche i rapporti d'amicizia che si erano cementati nelle tre stagioni passate dal ragazzone di Anversa alla Pinetina. Lui stesso è rimasto scottato dalla vicenda perché nella conferenza stampa del 12 luglio lo aveva messo al centro del suo progetto tecnico nel 2023-24 ("Voglio fortemente che resti" aveva detto). Simone, però, ha voltato pagina e chiederà di fare la stessa cosa ai suoi calciatori. Di non cercare inutili rivincite personali. L'imperativo sarà ragionare da squadra. Anzi, per il bene della squadra.

MOSSE SBAGLIATE — Nessuno nello spogliatoio ha criticato la scelta di Lukaku di andarsene se non si trovava bene con Inzaghi, ma le modalità dell'addio scelte dal centravanti non sono piaciute. Quel non rispondere al telefono a nessuno quando è venuta fuori la trattativa con la Juventus, dopo i sondaggi già avuti anche con il Milan (prima della finale di Champions), è stato letto come una mancanza di rispetto, come un voltare le spalle a un gruppo che lo aveva sempre sostenuto. Anche nei momenti difficili che il numero 90 aveva avuto la passata stagione complici gli infortuni alla coscia sinistra. La chiarezza sarebbe stata più apprezzata e probabilmente non avrebbe portato a una frattura così profonda. L'esempio lampante è la separazione nell'estate 2021: anche in quel caso Lukaku era voluto andare via dalla Pinetina (per tornare al Chelsea), ma lo aveva comunicato, pur dopo aver iniziato il ritiro, a Inzaghi, alla dirigenza e poi anche alla squadra. Stavolta invece ha ignorato i rapporti umani. Insomma, per molti dei nerazzurri Romelu non sarà un avversario qualunque. Questa voglia di rivalsa però deve essere incanalata positivamente. Evitando inutili nervosismi. Inzaghi lo sa bene e ci lavorerà sopra.

LIMITARLO IN CAMPO — Inter-Roma insomma non deve trasformarsi in... Inter-Lukaku. Sarebbe il modo peggiore per affrontare il match a livello psicologico. E i nerazzurri, che in queste prime 12 partite ufficiali del 2023-24 hanno segnato per primi 11 volte (sono andati sotto solo sul campo della Real Sociedad), non possono permettersi di sbagliare l'approccio alla gara. Di pensare a ciò che ha fatto, fuori dal campo, Rome. L'unico obiettivo deve essere limitarlo, non concedergli di attaccare la profondità o di usare il suo fisico per gli inserimenti degli altri giallorossi. Ecco perché, stavolta più che in altre occasioni, sarà fondamentale il lavoro psicologico oltre a quello sul campo.