RomaForever.it
facebook twitter Feed RSS
Domenica - 19 maggio 2024
Mappa Cerca Versión italiana
RomaForever.it
HOME
   
NEWS
   
SQUADRA
   
CAMPIONATO
   
CHAMPIONS LEAGUE
   
EUROPA LEAGUE
   
CONFERENCE LEAGUE
   
COPPA ITALIA
   
 
   
FORUM
   
AMICHEVOLI
   
CALCIOMERCATO
   
FORMAZIONI
   
PALMARÉS
   
SUPERCOPPA ITALIANA
   
   
   

Totti: "Nessun contatto con Friedkin. L'addio? Ero con le spalle al muro, ho dovuto farlo per..."

"L'addio? Ero con le spalle al muro, ho dovuto farlo per rispetto a me stesso e ai tifosi"
Venerdì 12 marzo 2021
Francesco Totti ha rilasciato un'intervista. L'ex capitano della Roma ha affrontato diversi temi: dall'addio al club giallorosso, al calcio di oggi passando alla positività al Covid-19 fino al futuro. Ecco le sue parole.

Hai avuto il Covid in maniera seria, come l'hai vissuto?
"È stato abbastanza aggressivo, con me. Ho avuto una polmonite bilaterale, febbre a quaranta, tosse continua ed ero stanco, non avevo fame. Sono stati ventiquattro giorni molto duri. Avevo la saturazione a 89-90 e in quell'occasione ci sarebbe voluto il ricovero, però ho rifiutato. Avevo paura, per quello che era successo a mio padre due mesi prima. E allora ho cercato di stare il più possibile a casa ed andare avanti a cortisone, antibiotici, eparina. Con i farmaci sono riuscito ad uscirne, ma è stata veramente dura."

Come passavi le tue giornate?
"Sul letto, da solo, in balia del tempo. Non guardavo niente, non avevo voglia, non reagivo, tossivo minuto dopo minuto. È stato un incubo durato quasi un mese."

Hai avuto paura?
"Dopo dieci giorni di punture, antibiotici, cortisone, vedevo che non c'era miglioramento. Sì, allora ho temuto."

I ragazzi si sono spaventati?
"I ragazzi sì, si sono spaventati, anche loro tutti positivi, per fortuna asintomatici. Ilary, le tate, il giardiniere, tutti. Tutti quelli che mi circondavano l'hanno preso."

Hai un'idea di come lo hai contratto?
"No, sinceramente no. Tra foto, autografi, amici, non sai chi possa essere stato. "

Quanto ti manca tuo padre?
"Tanto, troppo. Penso che ogni figlio coltivi il timore della perdita del padre. È una figura molto importante, dà sicurezza. Insegna e rassicura, guida e accompagna. Ora lo misuro da padre, nel rapporto con Cristian, specialmente, ma anche con le bambine. Un padre si sa che c'è, comunque. Se è un buon padre. E il mio lo era, eccome. Anche non vedendolo, anche non sentendolo, però sapevo che lui c'era e questo era importante, ero certo che il suo sentimento per me stava sempre lì, in lui. Sapevo che c'era sempre quella figura che in qualsiasi momento poteva aiutarti, soccorrerti, consigliarti, sempre rendersi utile. Invece adesso sento un grande vuoto, mi sento catapultato in prima fila, con le spalle meno coperte»."

Lui, taciturno, con te che rapporto aveva? Anche con il tuo lavoro, con il calcio?
"Uguale. È sempre stato taciturno, da quando ho iniziato sui campetti al giorno dell'addio, dall'inizio alla fine. Come ho detto non esternava mai, ma io vedevo con lo sguardo l'amore che provava per me. Però in alcuni momenti non me l'ha dimostrato e io ho fatto lo stesso con lui perché poi, alla fine, siamo due persone con un carattere abbastanza forte. Abbiamo entrambi sbagliato a non esternare il nostro amore, il nostro modo di essere, non abbiamo fatto vedere a noi stessi e agli altri il bene di un padre verso il figlio e del figlio verso il padre. Io vedo tante persone, tanti bambini o ragazzi che abbracciano il papà, lo baciano, riescono a manifestare i loro sentimenti, a fare dell'affettività non solo un sentimento che si prova dentro di sé ma anche un gesto, un calore. Io anche se lo volevo, lo sognavo, lo desideravo in verità, per orgoglio o timidezza, lo facevo poco. Quello è stato il mio rammarico principale. L'ho scritto anche nella piccola lettera che gli ho indirizzato quando è venuto a mancare: 'Scusa per tutte le volte che non ho capito, per tutte le volte che non ti ho detto ti voglio bene, scusa per gli abbracci mancati, per le parole non dette, per gli sbagli che ho fatto, ma soprattutto grazie perché sei stato un padre e non smetterai mai di esserlo". Adesso, quando i miei figli lo fanno con me mi sento l'uomo più felice del mondo. E comunque so, perché ci sono passato, che se anche non lo fanno, vorrebbero, come lo desideravo io'"

Qual è l'ultima volta che hai sentito o visto tuo padre?
"L'ho visto due mesi prima che andasse via. C'era il lockdown totale. Ci parlavamo al telefono, solo al telefono."

Quanto ti è pesato non esserci in quei momenti?
"Ho fatto di tutto per essere vicino a lui in quel momento, però non era possibile. Ho cercato in tutto e per tutto di vederlo, perché sapevo che quando entri in quel tunnel, può essere l'ultimo viaggio. Speravo di sbagliarmi però, quando vieni risucchiato in quel vortice, tutto precipita rapidamente. Non posso pensarlo intubato, solo."

Che impressione ti ha fatto quando sei tornato a casa la prima volta e lui non c'era?
"Ho ripensato a tutti gli anni che ho vissuto con lui, perché ogni volta che entravo a casa sua, stava sempre sulla sedia o sul divano, quello era il posto suo. Non vederlo là mi ha fatto un effetto devastante, la casa sembrava vuota. Inizialmente volevo sedermi al suo posto, però non ci sono mai riuscito. Adesso sì: le ultime volte che sono andato a casa ho trovato il coraggio di mettermi dove stava sempre lui. Quel posto sul divano è il testimone della nostra staffetta."

Che differenza c'è tra il modo in cui tu educhi i ragazzi e il modo in cui sei stato educato tu?
"Io educo i ragazzi con lo stesso metodo e gli stessi valori che mi hanno insegnato i miei genitori. L'ho trasferito a loro. Sono cresciuto con il rispetto e l'educazione verso gli altri che mi hanno insegnato mia madre e mio padre e questo cerco di trasmettere ai ragazzi."

Ti ricordi una frase di tuo padre che ti è rimasta impressa?
"Mi ha sempre detto che a calcio ero una pippa. Non la cancellerò mai dalla mente. Sicuramente lo faceva apposta. Per spronarmi, per non farmi dare delle arie, non farmi essere spaccone o presuntuoso. Ecco, questo è un altro rammarico che mi porto dentro: prima di non vederlo più gli avrei chiesto: "Papà, perché mi dicevi sempre così?". Questa è la domanda che gli avrei voluto fare."

Ilary è stata molto importante nella tua vita, ti ha stabilizzato, ti ha aiutato a crescere.
"Sì, Ilary oltre a essere mia moglie e la mamma dei miei figli, è una donna straordinaria: una ragazza semplice, di buona famiglia, con valori, rispetto degli altri. Una persona che in qualsiasi momento è sempre presente, mi ha fatto crescere in tutto e per tutto. Ti dico la verità, senza di lei non sarei riuscito in questo modo, a livello familiare. Quello che le scrissi sulla maglietta il giorno del derby è vero: 'sei unica'".

Torniamo un attimo al giorno dell'addio. Allora ti immaginavi che saresti stato come sei oggi?
"No, sinceramente. Pensavo di aver fatto un percorso straordinario, una carriera incredibile. Però immaginavo che quel giorno sarebbe stato l'apice, poi l'attenzione e la passione della gente sarebbe andata scemando. Di solito non dico che le persone dimentichino ciò che hanno fatto determinati giocatori, però è naturale che il tempo consumi e ingiallisca un po' tutto. Invece con me succede il contrario, non riesco a capirne la motivazione. Forse perché adesso mi guardano con un altro occhio: prima ero il capitano della Roma, potevo essere antagonista, ero amato, ero odiato. Invece adesso mi fanno sentire come una leggenda di tutti e ovunque vada, in Italia o in Europa, mi gratificano di un amore sincero, come non avrei mai pensato succedesse. Neanche quel giorno, tra le lacrime dell'Olimpico."

Rivedi quelle immagini ogni tanto?
"Purtroppo sì, perché spesso vengono rimandate in onda su Sky o altrove. Dico sempre a me stesso che prima della lettura della lettera devo smettere, cambiare canale e invece poi non ci riesco. È più forte di me, è una cosa mia, un film della mia vita e del mio amore per il calcio, per la Roma, per Roma e non posso voltare pagina. Così finisce che lo guardo per intero e - non so se dovrei provare vergogna - ogni volta mi commuovo."

Guardando la serie televisiva hai scoperto qualcosa di te stesso che non sapevi?
"Nel documentario ero io che raccontavo, per me era più facile identificarmi. E comunque mi sono riconosciuto. Come anche nella serie, che era più difficile perché è finzione, invenzione e io non ero più l'io reale ma un attore che doveva fare quello che facevo io. Un meccanismo che mi ha fatto capire alcune alcune cose del mio carattere, del mio modo di fare che solo l'occhio degli altri ti può mostrare con sincerità e schiettezza."

Tipo?
"Il modo di agire, lo sguardo, alcuni comportamenti con l'allenatore, con i compagni. Cose che ricordi di aver fatto, perché alla fine sono cose tue, ma che la finzione ti mostra, dall'esterno, mentre le facevi. Come se ci fosse una telecamera capace di filmare tutta la tua vita."

A Pietro Castellitto che consiglio hai dato? Ti sei riconosciuto in lui?
"Se ti devo dire la verità, non gli ho dato nessun consiglio. Tante chiacchierate, tanti momenti trascorsi insieme in cui lui mi studiava. Per me è riuscito ad essere non dico quasi perfetto, ma sempre giusto nei momenti giusti. Mi sembra che abbia interpretato, non solo capito, chi sono e come sono. Non era facile, sono uno che tutti conoscono e il mio modo di parlare, di camminare, di correre, di giocare al calcio, i mei tempi di espressione tutti li conoscono e tutti possono raffrontarli con quelli raccontati sullo schermo. Pietro per me si è preso una bella bega, sono curioso di sapere cosa gli dirà la gente per strada. Però per me è stato eccezionale, non ha sbagliato niente. Un bravo ragazzo e un ottimo attore."

C'è qualcosa che vorresti dire a Spalletti dopo il conflitto e dopo tutto questo tempo?
"No, per me è stata chiusa nel momento in cui lui è andato via e io ho smesso di giocare. Per me lì c'è stata la chiusura definitiva. È inutile dire che ci sarebbero altre cose da sottolineare o da fare. Non servirebbe a niente, ormai è successo. Ha sbagliato lui, ho sbagliato io, ha sbagliato la società, non so chi ha sbagliato. Ormai è successo, è passato. Mettiamolo nel dimenticatoio, giriamo pagina."

Quanto ti dispiace non essere più dentro la Roma?
"Tantissimo. Tantissimo perché per me era non dico la seconda casa ma quasi la prima. Sono cresciuto là e morirò lì dentro. Per me era impensabile un giorno cambiare strada e andare via da Trigoria. Ma stavo con le spalle al muro, non potevo sottrarmi, dovevo prendere questa decisione. Drastica, brutta, però ho dovuto farlo per rispetto a me stesso. E ai tifosi."

Cosa ti piacerebbe fare in questa nuova Roma, quella di Friedkin?
"Sinceramente non ci ho mai pensato e non ci sto pensando. Adesso ho intrapreso questo nuovo lavoro, il management dei giovani talenti, e quando parto con una nuova avventura, cerco di portarla a termine. Ora lasciare alcune persone per strada e ritornare nella Roma mi sembrerebbe scorretto nei confronti di questi ragazzi. Poi tra due, tre, cinque, dieci anni, chissà. Nella vita mai dire mai. Quando ci sarà l'occasione di incontrarsi con loro ne parleremo con serenità, con tranquillità."

Fino adesso non ti hanno chiamato?
"No, fino adesso non c'è stato alcun contatto."

Com'è cambiato il calcio dai tuoi tempi?
"È cambiato in tutto e per tutto. Più che altro sono cambiati i giocatori. Prima c'erano più giocatori tecnici, c'era più classe, più estro, più scuola non solo di tattica ma dei fondamentali. Era diversa la testa dei giocatori. Sono successe tante cose: prima l'arrivo dei social che ha fatto sbarellare e rendere più individualisti i giocatori, poi questa anomalia di un campionato col Covid e senza pubblico. Ma il problema è più di fondo, stanno sparendo i campioni. Prima tu andavi allo stadio e sapevi che, qualsiasi squadra venisse a giocare all'Olimpico o in un altro stadio, c'erano sempre da ammirare uno, due, tre giocatori fuoriclasse che ti avrebbero fatto divertire. Ora ci sono meno campioni e più giocatori costruiti."

Qual è l'errore più grande della tua vita?
"In un percorso di quasi trent'anni di di errori se ne fanno tanti. Diciamo il calcio a Balotelli e lo sputo a Poulsen. Quelle sono state le cose più brutte che potessi fare, cose non da me. Tuttora non riesco a capire come possa aver compiuto gesti simili. Forse lo può capire o spiegare solamente chi è stato in campo. È un'altra dimensione, una condizione in cui si possono vivere anche stati d'animo e comportamenti che non ti appartengono."

Com'è stare senza il pallone?
"Stare senza il pallone sarebbe un lutto, per me. Ma proprio per il fatto che non so stare senza, ho deciso di avviare un'esperienza lavorativa nel mondo del calcio. Ormai quello è il mio lavoro, la mia passione, il mio divertimento, il mio sfogo. Nessuno potrà togliermelo."

Quando hai smesso era il momento giusto o sei stato costretto dalle circostanze?
"Sapevo che prima o poi avrei dovuto smettere. Bisogna essere realisti. A quaranta anni è pure difficile arrivare e continuare a giocare al livello giusto. Però nel mio caso sono stato costretto. Neanche costretto, come se avessero voluto mettere un punto, tirare una riga e cancellare. Senza parlarmene, senza rendermi partecipe. Una soluzione si poteva trovare, insieme. Avrei voluto smettere in un altro momento. Avrei voluto essere io a prendere la decisione, perché quando arrivi a quell'età è anche giusto smettere. Però in quel momento stavo bene fisicamente, stavo bene di testa, non pretendevo niente perché io non ho mai preteso niente da nessuno, non volevo giocare a tutti i costi. No, facevo parte del gruppo e se ogni tanto si riteneva opportuno che io potessi scendere in campo sarei stato o pronto, come sono sempre stato. Ma girarmi le spalle e non darmi la possibilità di far vedere che ancora potevo dire la mia mi è dispiaciuto, molto."

Tre nomi: Mazzone, De Rossi, Cassano. Mazzone com'era?
"Mazzone per me è stato un secondo padre perché mi ha cresciuto e l'ho incontrato nel momento più complicato che un giovane possa trovare in una crescita calcistica e umana. Lui mi ha insegnato valori, comportamenti, ha fatto emergere i miei talenti. Mi ha gestito a trecentosessanta gradi."

Daniele?
"Daniele, gran giocatore, è stato un fratello, è sempre stato mio tifoso. Quando giocavo lui faceva il raccattapalle e, come ha detto lui, sono sempre stato un suo idolo. Siamo cresciuti quasi insieme. Mi dispiace che abbia fatto il capitano per così poco tempo. Gli ho fatto un po' da tappo, ma non è stata colpa mia."

E quel genio sregolato di Cassano?
"Cassano è stato il giocatore con il quale mi sono divertito più di tutti, abbiamo fatto delle cose impensabili, da circo. Però per me lui si è espresso al trenta, quaranta per cento delle sue potenzialità. Diciamo che si è messo accanto alcune volte delle persone che non gli hanno fatto del bene. Spesso ha sbagliato i modi e i tempi di certe scelte. Gliel'ho sempre detto: se lui mi avesse ascoltato un po' di più, avrebbe fatto la mia stessa trafila, cioè sarebbe rimasto a Roma per vent'anni, di sicuro. A Roma la gente era innamorata di lui. Cavolate o non cavolate, carattere non carattere, lui in campo era quello che era. Un fenomeno."

Se tu potessi domani mattina rivivere una giornata della tua vita, quale sceglieresti?
"Rivivrei la giornata successiva alla partita dello scudetto. Per quello di incredibile che è successo a Roma. Non tutta la giornata, solo la sera dopo il fischio finale e tutto quello che è venuto dopo."

Compreso il Circo Massimo.
"Sì, certo."

Da sindaco dovetti organizzare due volte dei festeggiamenti al Circo Massimo: per lo scudetto giallorosso e per il mondiale del 2006. Tu a quale dei due sei più affezionato?
"Sono due serate che mai avrei pensato di vivere da protagonista. Pensa se me lo avessero detto da bambino, mentre giocavo per strada a Porta Metronia. Era un sogno, e alla fine ci sono riuscito. Sono due serate indescrivibili, raccontarle non è facile. Dire quello che provavi, la sensazione, la gente, essere campioni d'Italia, essere campioni del mondo. Nella vita il treno passa una volta sola, o ci monti o non ci monti. Fortunatamente sono riuscito a farli, quei viaggi incredibili."
di W. Veltroni
Fonte: Corriere della Sera
COMMENTI
Area Utente
Login

Balotelli - Le Ultime News

 
    1   2   3   4   5   6       >   >> 
 
 Dom. 12 nov 2023 
Lazio-Roma tra i dei derby più belli del pianeta: da Glasgow alla Bombonera
Da una città nelle Midlands Orientali fondata dai romani è nato il racconto epico delle stracittadine: ecco le storie più belle
 Mar. 17 ott 2023 
Santon: "Mio zio non è la fonte di Corona. Non so nulla delle scommesse"
Le sue parole: "Non ho mai scommesso in vita mia, può essere capitata la serata al casinò. Con Balotelli non ci sentiamo da 7 o 8 anni. Forse anche dieci"
 Sab. 14 ott 2023 
Le rivelazioni di Corona: "Ci sono altri 10 giocatori e 5 squadre coinvolte"
"Vai vai vai con Zalewski, mettilo mettilo". "Un momento Fabrizio, sto potenziando...
 Mer. 27 set 2023 
Mourinho, vincere domani a Marassi (anche) per evitare un record negativo
La Roma del portoghese non vince in trasferta dallo scorso 8 aprile, 1-0 in casa del Torino
 Lun. 06 feb 2023 
Da Borini bomber ritrovato a Pirlo: i 10 italiani di Turchia
Dal giallorosso della Roma a quello del Galatasaray? La nuova casa Zaniolo potrebbe essere la Super Lig turca. Un campionato dove ci sono campioni del mondo (come Pirlo o Mata), vincitori della Champions League (tra cui lo spagnolo Bartra), vecchie conoscenze del nostro calcio (da Icardi ad Hamsik) e, soprattutto, anche una fitta colonia di italiani, composta da 7 giocatori e 3 allenatori
 Mar. 24 gen 2023 
Milan su Zaniolo: "Qui serve gente che corre". Tutti i dubbi dei tifosi sui social
Sul web i commenti dei tifosi rossoneri sono divisi tra favorevoli e contrari sul possibile arrivo dell'attaccante della Roma: dalla collocazione tattica alla tenuta fisica, molti non nascondo il loro scetticismo
 Sab. 21 gen 2023 
Zaniolo, l'ira dei tifosi: "Ingrato, farai la fine di Balo". Ma pure sul fronte Spurs...
I social sono pieni di critiche e insulti anche pesanti verso il quasi ex giallorosso: "Ti abbiamo amato troppo, non ci meriti". E da Londra anche i fans sono scettici: "Non è un buon acquisto"
 Mer. 16 nov 2022 
Zaniolo, stadio di grazia
Dopo rinvii, rimproveri e delusioni, Mancini gli dà un’altra occasione sul terreno che a maggio ha visto il romanista decidere la Conference
 Sab. 04 giu 2022 
Italia-Germania 1-1 Gol di Pellegrini, pareggia subito Kimmich. In campo anche Cristante
Il nuovo ciclo azzurro parte con un convincente pareggio: decisive le parate di Donnarumma e la vitalità del debuttante Gnonto, che ha ispirato il gol del vantaggio
 Sab. 30 apr 2022 
È morto Mino Raiola, la famiglia: "Con infinito dolore comunichiamo la scomparsa di Mino"
Il 54enne agente italo-olandese era ricoverato in gravi condizioni all'ospedale San Raffaele. Tra i suoi assistiti Ibrahimovic, Pogba, Haaland, Balotelli, De Ligt, Donnarumma e Verratti
 Mer. 26 gen 2022 
Mancini: "Zaniolo per me è una mezz'ala offensiva, per Spinazzola tempi più lunghi"
Al via oggi lo stage della Nazionale. Roberto Mancini interviene in conferenza stampa...
 Lun. 24 gen 2022 
Trentacinque convocati per lo stage: torna Balotelli, in sette alla prima chiamata
Gli Azzurri si raduneranno da mercoledì a venerdì a Coverciano: prima volta in Nazionale per Carnesecchi, Luiz Felipe, Scalvini, Fagioli, Frattesi, Samuele Ricci e Joao Pedro
Italia, Zaniolo è l'ultima speranza di Mancini per il mondiale in Qatar
È l'ultima vera speranza azzurra. Mancini torna ad aggrapparsi a Zaniolo per superare...
 Sab. 23 ott 2021 
Roma, il pacchetto Mourinho
Quando prendi José - così come quando decidi di affidarti a Conte - per dirla alla...
 Gio. 22 lug 2021 
Falli e gossip, Zaniolo è nervoso. Ma Mourinho lo protegge
In campo un po' di paura, legittima, dopo il brutto infortunio, fuori la sua vita privata viene passata al microscopio: l'allenatore portoghese fa quadrato intorno a lui
 Ven. 11 giu 2021 
EURO 2020, Turchia-Italia 0-3
Primo tempo bloccato, poi nella ripresa l'autogol di Demiral e le reti di Immobile e Insigne
 Mer. 09 giu 2021 
Dimmi Josè, il ritratto di Mourinho fatto da chi lo conosce bene
Ai giornalisti ha mollato sberle e spintoni, non solo metaforici, ma possiamo giurare...
 Mar. 04 mag 2021 
"Smalling, con quei piedi...". Mhkitaryan, che liti! Santon e Pedro i pupilli: Mou, ecco chi ritrovi
Allo United le battute con il centrale inglese ma anche i problemi con l'armeno. L'esterno era il suo "bambino": i volti non nuovi per lo Special One
 Gio. 11 mar 2021 
Totti: "Sapevo che prima o poi avrei dovuto smettere, bisogna essere realisti. Trigoria la mia casa"
Francesco Totti si racconta in un'intervista, parlando del Covid che l'ha colpito...
 Lun. 11 gen 2021 
Difensori bomber, Gianluca Mancini sulle orme di Materazzi
Stesso numero di maglia, stesso reparto in campo, identica propensione al gol. Ma c'è anche un'altra somiglianza
 Sab. 02 gen 2021 
Amori, figli e social: la vita di Zaniolo è già un reality senza il pallone
Può succedere di non capire Nicolò Zaniolo. Capitò all'allenatore Spalletti quando...
 Sab. 17 ott 2020 
Mi chiamo Francesco Totti, la recensione del film: "Mi hanno cacciato da Trigoria, da casa mia"
Abbiamo visto in anteprima il film sull'ex capitano che uscirà il 19, 20 e 21 ottobre nei cinema italiani
 Lun. 01 giu 2020 
Cellino: "Nainggolan tornerà alla Roma"
È stato il primo presidente a opporsi alla ripartenza. Ha cambiato idea soltanto quando ha capito che non c’erano alternative. Da Balotelli al gioiello del Brescia, è sempre al centro: "Mario? Scommessa persa. Lotito mi soffre"
 Mar. 12 mag 2020 
Kean-Roma, i tifosi spaventati per... Zaniolo. Il padre: "Tranquilli, Nicolò lo aiuterà"
Petrachi pensa all'attaccante amico del talento giallorosso. Igor Zaniolo: "Moise è un bravo ragazzo ma esuberante, mio figlio ha superato quella fase e lo aiuterà"
 Mer. 22 apr 2020 
Totti in diretta Instagram con Salvatore Esposito: "Sto cercando nuovi talenti in giro per il mondo"
Francesco Totti, ex capitano della Roma, è stato protagonista di una diretta Instagram...
 Sab. 11 apr 2020 
Dzeko: "Penso ancora alla gara di Anfield contro il Liverpool. Qui grazie a Sabatini"
Edin Dzeko, attaccante della Roma, è stato protagonista di un lungo speciale in...
De Rossi: "Mi piacerebbe allenare la Roma, ma succederà solo se diventerò un bravo tecnico"
Daniele De Rossi è stato ospite di Casa Sky Sport, rispondendo alle domande...
 Gio. 26 mar 2020 
El Shaarawy: "Ritorno a Roma? Mi sentivo in famiglia, ma non parlo di mercato"
Stephan El Shaarawy ha rilasciato un'intervista a Sky Sport 24 raccontando...
 Dom. 08 mar 2020 
Spadafora: "La Lega Serie A ha pensato solo al denaro, scelta di giocare irresponsabile"
"Il mondo del calcio si sente immune dal virus. Cambierò la legge Melandri"
 Lun. 13 gen 2020 
La mamma di Zaniolo: "Era disperato. Ci ha pensato Florenzi a tirarlo su"
La signora Francesca racconta: “Aveva paura dell’anestesia, non dell’intervento La visita di Florenzi lo ha tirato su di morale. Gli ha portato stampelle e cornetti. Quanti messaggi d’incoraggiamento! Balotelli gli ha mandato un audio”
 
    1   2   3   4   5   6       >   >>