Non credo di esser capace di poter fare una analisi tecnica così dettagliata sulle capacità e sugli schemi tattici di un allenatore, sicuramente determinanti al successo in campo.

Sono molto più portato a vedere i molti altri aspetti che concorrono a rendere un team competitivo, sano e coeso sia ai suo interno che esterno, la sua psicologia e il suo livello di autostima.
Tutto cose che non vengono a caso e su cui ci devi lavorare quanto una sessione di lavoro in campo, e dove non è solo l'allenatore responsabile e chiamato a dover risolvere.

Spero che a passare ai 1/4 siamo noi ,a sto punto nessuno ti regala più nulla e ce la dovremmo giocare, e ce la giocheremo, sono sicuro.

Direi invece, che il vizio di tifare più l'eroe che la Squadra è ancora presente.
E può anche essere un fatto plausibile quando esso rappresenta la tua rivincita verso chi ti vuole spingere fuori dai giochi, ai margini dei tavoli che decidono.

Ma non sempre si può subire e vivere di solo di frustrazioni.

Qui a Roma ed alla Roma questo succede, ed è successo, escluso il magico periodo degli anni fine 70 a quinquennio 80, con il binomio del presidente Viola e del sindaco Vetere, una città in piena espansione culturale, sociale e sportiva, (con la Roma in finale di Champions con il BancodiRoma basket che vinse tutto quello che c'era da vincere in Europa e nel mondo).

Altrimenti i presidenti che tu citi non fecero altro che speculare sulle frustrazioni di noi tifosi...Marchini fu un esempio unico.

E di conserva Roma una città in balia di amministratori traditori avidi e pavidi.

Spero che il correttore sia stato diligente.

Il fatalismo è una brutta bestia. Noi abbiamo un deficit antico verso le strisciate, dovuto al fatto che hanno sempre avuto più soldi di noi. Inoltre, rappresentando le dinastie più potenti d'Italia, hanno sempre avuto il "palazzo" dalla loro parte. Però, se vogliamo essere onesti fino in fondo, oltre a quei due fattori abbiamo avuto anche un sacco di presidenti incompetenti, che hanno buttato i soldi nello sciacquone acquistando pippe, gente rotta e vecchie glorie che venivano ad appendere gli scarpini al chiodo nel dolce clima romano. È così fin da quando me lo posso ricordare, quindi da tanto tempo. Poi c'è anche il fatalismo e la tendenza a tifare singoli "eroi" anziché la Roma come squadra, come concetto ideale, al quale ogni singolo deve sottomettersi. Ma vabbè, questi sono discorsi vecchi.
Io spero che questa vittoria dia ai ragazzi il morale giusto per affrontare il Brighton come si deve.
Sono andato sul tubo a studiarmi un po' più a fondo la strategia di De Zerbi per mettere in difficoltà l'avversario.
Nessuna bacchetta magica, nihil novi sub sole.
Ma soltanto:
1) un metodo che viene fatto provare e riprovare fino alla perfezione;
2) un obbligo, per chi ha il pallone, di continuare ciò che i compagni hanno iniziato, senza ammazzare sul nascere un'azione potenzialmente pericolosa solo per la vigliaccheria di non voler rischiare nulla, rifugiandosi nel comodo passaggio indietro.

Se l'avversario non va a pressare alto, i difensori del Brighton si fermano e aspettano palla al piede che l'avversario venga sotto. I nostri dovranno evitare di cadere in quel tranello. Poi, quando gli avversari mandano 6-7 uomini nella metà campo del Brighton, i difensori di De Zerbi, disponendosi in triangoli ben studiati e passandosi palla di prima fra loro, in modo fulmineo riescono a uscire dalla loro area e a ritrovarsi quindi in superiorità numerica nella metà campo avversaria.
Tutto qui.
Sembra facile a dirsi, ma in realtà richiede un'enorme mole di lavoro e gente che sappia prendersi le proprie responsabilità.
Quindi, per neutralizzare l'avversario, io direi innanzitutto di aspettarli nel cerchio del centrocampo e di rimanere compatti, non dobbiamo essere più lunghi di 20-25 metri al massimo.
Dobbiamo creare una ragnatela nella quale vadano a invischiarsi e rivoltare la loro arma contro loro stessi, cioè dobbiamo essere noi a invitarli ad allungarsi e poi colpirli in contropiede. I loro difensori sono sicuramente peggiori dei nostri attaccanti.

Ovviamente c'è una "è" di troppo nel titolo, così come "Se Rossi" si traduce in De Rossi...
Scrivere dal cellulare col correttore in agguato succede.