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La Parola ai Tifosi
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Il gioco e la candela
Il gioco e la candela
Impressiona la tendenza della Rubentus a reiterare comportamenti delittivi lungo gli anni. Cambiano i dirigenti, cambiano i giocatori, cambiano i contesti sociali, economici e sportivi del Paese, eppure la Vecchia Signora continua a delinquere.

Evidentemente c'è qualcosa nel DNA di quella società che la spinge a giocare sporco: comportamenti, pratiche, visioni del mondo e una rete di interessi di individui e consorterie evidentemente solidi nel tempo. Forse sbaglierò, ma in quei cromosomi vedo l'arragonza padronale di una società che dagli anni trenta in poi è sempre stata legata alle sorti del gruppo Fiat e della famiglia Agnelli, i primi in Italia a comprendere le possibilità che offre il calcio come veicolo di un'immagine positiva e vincente.

Ma a differenza di quanto accade altrove, in Italia l'immagine positiva non si associa necessariamente a quella di valori come l'onestà, la correttezza o la buonafede. La politica e lo sport sono pieni di esempi in cui chi corrompe e delinque in fondo viene apprezzato e ammirato nella misura in cui consegue per sé (e per altri) ricchezza e potere.

Perché, ed è questo il punto, la Rube reitera i reati perché in ogni caso le CONVIENE giocare sporco. Sono passati una ventina d'anni dai tempi di Moggi e della GEA, ci sono state già allora penalizzazioni, retrocessioni, squalifiche e inabilitazioni, eppure ecco un nuovo gruppo dirigente che ci ricasca. Ma nel frattempo, quanto ha vinto la squadra? Quanto ha guadagnato la società? Quanto si sono arricchiti i singoli?

Perdi punti in classifica? Ti retrocedono? È uguale. Il gioco vale la candela. Ricominci e dopo pochi anni sei lì di nuovo ai vertici della classifica e al centro dei giochi di potere. E costruisci pure una narrazione vittimista che rafforza i legami fra il club e i tifosi, da usare come argomento nelle discussioni nei bar, sui giornali, nei programmi televisivi.

Sono dinamiche di lunga durata su cui la giustizia sportiva può poco. Vediamo se stavolta si arriva fino in fondo e si va sul penale.

PS. Sì, lo so, anche altre società replicano (in misura minore) questi comportamenti, dentro e fuori la costellazione rubentina. Ma questo risponde in generale al DNA nazionale, alla tendenza a fare non ciò che è giusto, ma ciò che conviene. Una fisiologia malata. I neuroni specchio di un popolo di complici.
 
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Piedone te lo dico io come se ne esce, se ne esce dal momento in cui attualmente i campionati nazionali, per tenersi in piedi economicamente, non devono più soddisfare il pubblico interno (nel nostro caso composto praticamente solo da juventini più milanisti interisti). Ora devono soddisfare un pubblico globale, fatto per lo più di non tifosi che vogliono vedere spettacolo e che si conseguenza non vogliono campionati monopolizzati.

Questa cosa cambierà tutto, l'era della Juventus protetta dal suo ruolo nazionale è finita, oggi ormai il mondo vuole campionati regolari e che variano nella loro gerarchia ogni tot anni
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E il problema é proprio li': l'impunità o la punizione non corrispondente alla colpa.

Cosi' si incitano i delinquenti a delinquere e a continuare a farlo, perché non c'é certezza della pena.

Se per 10 anni questi fanno quello che vogliono e poi si prendono 10 punti di penalizzazione in un campionato, vale la pena.
Un punto per anno


Forza Magica Roma
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Non bisogna dimenticare che la Juventus è una squadra aziendale, i torinesi tifano quasi tutti Torino.
Fu uno degli strumenti creati dalla famiglia Agnelli per far sentire “vincenti” gli operai del Lingotto, quasi tutti meridionali.
Fu nel cd. “quinquennio d’oro”, cinque scudetti conquistati dal 1930 al 1935, vinti anche grazie agli “oriundi” ingaggiati per aggirare le leggi fasciste sul divieto di giocatori stranieri, che la Juventus seminò tifosi in tutta Italia, in particolare al sud, dove non esistevano squadre competitive.
La Juve da quel momento DOVEVA vincere, per la Fiat e per le moltitudini che grazie alle sue vittorie si sentivano un po' meno perdenti.
IL sistema calcio italiano gravita da allora attorno a questa squadra, con due satelliti che sono le società milanesi.
L’ultima squadra che effettivamente riuscì a controbattere in modo pulito questo strapotere fu il grande Torino, stroncato sulle colline di Superga.
Tutti gli altri scandali non sono stati altro che la conseguenza di questo status quo.
Come se ne esce?
La radiazione non sarebbe possibile, gli juventini, per i motivi anzidetti, sono milioni.
Una severa squalifica?
Come dice Luigi servirebbe solo a preludere un “nuovo inizio”, con in più uno status di martire che ne rafforzerebbe l’immagine tra i propri fans.
Io ancora dubito delle sanzioni che gli verranno somministrate per questo ennesimo scandalo.
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"passano gli anni
Cambiano i giocatori
E anche i presidenti
Continuano a rubà"

XD
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