Il grande magistrale di Elliot
Mentre noi, nel nostro piccolo, stiamo qui ad osservare cosa farà lo Specialone con la sua Roma e se riuscirà a metter fine ai tempi cupi, a Milano va in scena il grande scenario del calcio internazionale.
Berlusconi, una volta ottenuto quello che voleva dal Milan (fama, notorietà, aura del vincente) l'ha abbandonato al suo destino, trovando un cinese finto che voleva acquistarlo, per compiere in realtà probabilmente una bella manovra di rientro di fondi neri dall'estero, sui quali per un po' si è indagato, ma poi...siamo in Italia, ed è finito tutto nel dimenticatoio.
Il Milan è stato per un po' in mano a una coppia di gatto & volpe (Fassone e Mirabelli) che l'hanno praticamente demolito e che mi ricorda tanto da vicino un'altra coppia di gatto & volpe altrettanto bravi (Baldini e Sabatini).
Ma alla fine è arrivato il fondo Elliot, di proprietà dei finanzieri ebrei Singer, che fra acquisto e inizioni di liquidità, ha messo 700 milioni nel Milan. Poi ha nominato un ottimo AD, Gazidis, il quale ha scelto un ottimo responsabile tecnico, Maldini, e un bravo allenatore, Pioli. Messe le persone giuste ai posti giusti, la società è riuscita in un vero miracolo. Il deficit è passato da -195 milioni del 2020 a -96 del 2021 e si annuncia ancora minore quest'anno. Nel frattempo, pur avendo ridotto in modo così importante il deficit, la squadra non ne ha sofferto affatto, anzi, da due anni sta lottando per lo scudetto, grazie ad acquisti mirati, nessuna follia, giocatori giusti nei posti giusti.
Ora il Milan sta per essere ceduto agli arabi del Barhain per la modica cifra, a quanto pare, di 1,1 miliardi di euro. Il fondo Elliot, quindi, avrà guadagnato la fantastica cifra di 400 milioni di euro, mentre per il Milan si annuncia una serie di investimenti colossali da parte dei nuovi proprietari, che vogliono riportarlo al livello delle grandi squadre europee. E tutto questo senza che nemmeno a Milano siano riusciti ad arrivare al primo mattone del nuovo stadio.
Non ci resta che sperare che anche i Friedkin, nel loro piccolo, sappiano tracciare un cammino analogo per la nostra Roma.
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