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La Parola ai Tifosi
La Roma non si discute, si ama!

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Il mio presidente...
Il tempo vola, i ricordi indelebili di 31 anni fa con il nostro amato presidente "DINO VIOLA" non si dimenticano ,non si possono cancellare!Onore & VITTORIE!
Chi fa del bene lo riceve e noi ti ricordiamo con il CUORE e l'immagine del tuo sorriso ci accompagnerà ancora per tanto tempo! FORZA ROMA .....la "TUA ROMA" sempre!
 
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Entroedesco, boh non credo, ma tanto non ne avevo nessuna ugualmente, poteva essere solo una fantasia infantile.
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Caro marv , nord non mi piace mi riporta a latitudini poco amiche ...
stavo a comprarmi una delle mie prime , e innumerevoli bici da corsa , ed ero andato da Romeo che all'epoca stava a via torino .
Mentre ero la che sceglievo , tac ! davanti a me quel fringuello di Ancellotti , magro e giovane , stava li perchè doveva acquistare una bici per un regalo ad una sua amica , Romeo lo trattava come un figlio ...
non è che la bici era per la tua Marzia? avevi ben poche speranze ...
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Viola era un grandissimo signore, secondo me il più grande presidente della Roma di tutti i tempi. Di Liedholm ho un episodio da raccontare. A fine anni 90, andai a Milano per una fiera, quando ero lì uno mi raccontò che Liedholm aveva una tenuta agricola vicino ad Alessandria dove faceva il vino e lo vendeva, quindi era possibile andare lì e, con la scusa di comprare qualche bottiglia di vino, si poteva parlare direttamente con il Grande Liedholm! Presi subito il treno da Milano ad Alessandria e poi, visto che conoscevo un ex-compagno d'armi di Alessandria, mi feci portare da lui in macchina fino alla tenuta di Liedholm. L'idea di poter parlare a quattr'occhi con un Mito come lui dei suoi anni alla Roma mi dava un'emozione incredibile.
Ma fui sfortunato Quel giorno lui non c'era. C'era il figlio, una persona per bene, molto gentile, di cui parlammo a lungo di tante cose, ma certo non era la stessa cosa che aver parlato con il padre.
Dal punto di vista calcistico, di Liedholm mi è rimasta impressa una cosa: era capace di migliorare il tasso tecnico di qualunque giocatore che allenava. Arrivavano alla Roma certi piedi a banana e dopo un po' li vedevi toccare il pallone con grazia e precisione, e rimanevi stupefatto dalla trasformazione.
Oggi di piedi a banana ne abbiamo parecchi in squadra, ma purtroppo uno come Liddas che sapeva trasformare i ranocchi in principi azzurri non ce l'abbiamo più.
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eh Ragazzi che tempi..
il grande Dino " quando arrivavamo settimi/ottavi eravamo simpatici a tutti ma adesso che siamo al vertice diamo fastidio"
si la risposta di classe al geometra boniberti chi se la dimentica piu', pensa co la sua classe come avrebbe risposto oggi a arroganti del calibro di moggi nedved e lotito ci sarebbe stato da divertirsi...
Carletto Ancelotti lo ricordo il giorno del suo esordio all'olimpico contro il milan pischello con le guanciotte rosse da contadino..
la trasferta determinante a Firenze. Cantammo in 25mila presenti la' la Societa' dei Magnaccioni...
e le magie di Liedholm, ne cito una contro il napoli che era forte mise Pruzzo, che era un rapace che non si moveva dall'area piccola avversaria, a marcare Rud Krol, la fonte del gioco napoletano....non potete capire come rimanemmo stupefatti in curva sud a vedere il Bomber a correre come un marcatore a rendere difficile la vita all'olandese...
Grande Onore a Dino e Nils!!
Sono sicuro che la Roma tornera' grande ma un accoppiata cosi' e' irripetibile!
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Mamma mia, ripensando a quei giorni me so tornate in mente tante cose che combinavo, i giochi che facevamo, per la miseria che tempi! Me dispiace solo per i ragazzini de oggi, non tutti ovviamente, ma la maggior parte certe cose l'ha perse ed è un peccato.

Ce n'era uno che chiamavamo "bomba-bomba"...
Dietro al muretto dove ci mettevamo seduti di solito per chiacchierare c'erano delle scale che scendevano, una discesa ripida, che dopo una chicane sinistra-destra continuava a scendere non si sa per quanto, quando perdevi sembrava all'infinito. Era una specie di nascondino, solo che invece di fare tana, per liberare tutti dovevi calciare il boccione o la bottiglia che mettevamo in piedi all'inizio de sta discesa, ovviamente più la mandavi lontano, più c'era tempo per nascondersi, se la calciavi male invece, quello che doveva raccoglierla e trovare gli altri nascosti poteva risalire subito e beccare quelli che stavano ancora scappando, dicendo bomba-bomba per Tizio, Caio e Sempronio se li vedeva, eliminandoli.
Erano giochi che ti tempravano, alla terza o quarta volta che facevi su e giù per le scale correndo appresso al boccione, c'erano due opzioni, o ti arrendevi e passavi il pomeriggio continuando a farti le scale, oppure tiravi fuori la grinta e ci mettevi tutto te stesso per recuperarlo il prima possibile e cercare d'eliminare tutti gli amici così da passare a nasconderti.

Un aneddoto simpatico: in fondo ero *****uto ma ero comunque un bambino bonaccione, ingenuo, un giorno mentre passava l'apetto del cocomeraro, uno sul muretto me disse: "Robbè, guarda che bei cocomeri, fregagliene uno", me partì la vena e quatto quatto m'accucciai dietro a st'apetto, dopotutto era una tecnica che usavamo anche per nasconderci a bomba-bomba e una volta arrivati vicino al boccione calciarlo di sotto. Beh, arrivato alla curva, con uno scatto m'alzai, presi sto cocomero e me la filai, gli amici increduli che me guardavano, io fiero de me per aver rubato a quel povero cristo. Non vi sto a dire che quello stesso giorno gli fecero le poste e di cocomeri la sera ne avevamo in quantità. Per spazzolarceli decidemmo di giocarceli a "naso", era un gioco con le carte di cui non ricordo le regole, eravamo al completo e c'erano tutti, pure quelli più grandi, c'era pure Marzia, comunque quella sera l'importante era perdere, perché quando vincevi mangiavi una fetta.

La notte intera la passai al ces..so, e non pensando a Marzia!

Scusate per l'ot, ma era carino.
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467 - Medaglia d'argento
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Quando il calcio era ancora ironia, passione, appartenenza ed espressione di "italianità" (nel bene e nel male)!
Grande Presidente, capace di "lottare", dialetticamente e non, con tutti gli antagonisti! E' grazie alla sua Roma che sono diventato "ziolupone" da 42 anni (tifandola da quando avevo 5 anni)!
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Parlando di lacrime, sconfitte storiche a parte, ricordo ancora quelle che versai in un giorno estivo come gli altri. Dovete sapere che ero un ragazzino molto precoce, dai 6-7 anni me la facevo già con quelli di 10, ci stavo in comitiva, e loro stessi se la facevano con altri più grandi, quindi diciamo che le prime passioni le vissi intensamente, dalle prime lotte, i giochi, gli sport, le ragazzine, le cotte impossibili per quelle che già erano gran belle fi..ghe, ce n'era una, Marzia si chiamava, pelle sull'olivastro, tutti quei capelli mossi, quasi ricci, il solo sguardo ti squagliava, mamma mia che era!

Tornando alle lacrime, ovviamente anche il tifo l'ho vissuto allo stesso modo, poi conoscevo ragazzini e ragazzi di tutte le fedi, con sfottò annessi. Come al solito l'estate era tempo di campagna acquisti e non scorderò mai quel pianto, ai tempi me ne vergognai, coi miei amici che mi consolavano dicendo che la Roma aveva i migliori giovani, c'erano Giannini, Desideri, Di Mauro, Baldieri... in cuor mio però sapevo che s'andava spegnendo un'era, quella appunto di Viola, che in un modo o nell'altro sarebbe stata irripetibile.

Già da ragazzino me ne intendevo, non per niente il mio primo tredici al totocalcio lo feci a 13 anni, che ironia, sembra na barzelletta.
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La Roma di Viola è stata una corazzata irripetibile: cuore, cervello, muscoli, genialità. Arte. Inutile ricordarli tutti: furono tipi di un'altra razza, fino a Iorio. Affidata a Liddas o a Eriksson fu una big grande e sfortunata che incappò in sconfitte sanguinose perché impossibili: ero a Pisa (ultima mia solitaria trasferta lupesca) prima della fatale misteriosa debacle col Lecce, quando -non più ragazzo- mi venne da piangere. Chi ha vissuto quei falò sorride dei boicottaggi di oggi inflitti a una Roma minore. E godendosi gli ultimi poppicorni davanti a questi filmettini osè (che neanche la povera vecia Carmen Villani girerebbe) pensa come Baudelaire: una risata li seppellirà. Se Don Dan è d'accordo, naturalmemte. Forza Roma
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267 - Medaglia di Bronzo
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grazie ragazzi per questo post; mi avete fatto tornare alla memoria tanti ricordi, il viso del Presidente Viola, la curva coi sedili de legno e i sacchi della monnezza grigi quanno pioveva.... E Falcao con tutti quei capelli, Ancellotti che era un bimbo, il mio capitano Agostino.....mannaggia me 'sto a commuove.

SFR
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Quoto.

Viola fu il mio Primo Presidente, quindi rimarrà l'Originale, per sempre. E che Roma! Quella di Liedholm vabbè, inutile dirlo, ma pure quella di Eriksson fermete proprio, con Zibì che si calò subito nello spirito romanista, col cuore e quella sfacciataggine che a me faceva letteralmente morire...

Mentre stasera vedremo come andrà a finire,
coi fantasmi di ciò che non doveva avvenire,
porgeremo il nostro più rispettoso inchino,
a riverire Donna Flora e l'Ingegner Dino.
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Perché come vedi, Piedone caro, al di là delle divergenze si passa in secondo piano di fronte al ricordo di un personaggio che ha avuto la forza e il coraggio per cambiare radicalmente la storia della Roma.
Ti pare poco.
😉
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Accidenti. Mi ero dimenticato di Carletto. Anche a questo servono i forum...
Aldilà di alcune differenze di vedute, vedo che c'è chi ricorda i momenti memorabili della nostra storia.
Sempre con gli strisciati a farci gli sgambetti.
In tutti i sensi.
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364 - Medaglia di Bronzo
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bravo! complimenti per averlo voluto ricordare. pochi come lui hanno potuto e saputo farci godere! un buongustaio unico, conoscitore del calcio e amante del bel gioco! altro che l'agnello avvocato (unico della sua specie ad essere un po meno pezzente) comunque anni luce dall'estimatore ch'era Dino Viola. beato lui che aveva i mezzi e la conoscenza da permettergli di costruire una squadra unica!
forza Roma
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ma soprattutto, in quella finale e già da qualche mese, mancava Carlo Ancellotti , infortunatosi (fatto fuori...) contro la juve .
ehhh
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Io, causa anche gli anta, la ricordo benissimo.
Grande presidente, presente in campo e fuori, dalle battute pronte e argute (il "violese") con cui teneva a bada Boniperti & Co.
Costruì una squadra pazzesca, che avrebbe meritato di vincere molto di più, compresa quella Coppa dei Campioni che ci sfuggì per una incredibile concomitanza di eventi negativi (errore arbitrale, Falcao a mezzo servizio, Maldera squalificato, Pruzzo con le coliche...).
Una squadra dal tasso tecnico altissimo, tutti piedi buoni, secondo il principio di Liedholm che "se la palla ce l'ho io, non ce l'ha l'avversario".
Ma non era un tiki taka orizzontale.
La squadra sapeva verticalizzare in un attimo.
Che dolore raffrontarla con quella di questi anni.
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Famosa la sua risposta al "Geometra Boniperti" che , provocatoriamente, aveva inviato un righello a Viola per misurare meglio i cm con cui Turone era in fuorigioco ...

"Il righello potrà servire a Lei , io sono Ingegnere" rispose Dino Viola che non si vergognava di certo.

Grande opera fu la sua , davvero costruì una società vera e competitiva partendo da una realtà che era quello che era, forse non tutti qui ricordano cosa era la Roma a quei tempi ...
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