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FONSECA: "Non sarà la mia Roma, ma di tutti. Sono motivato, insieme alla dirigenza ed ai calciatori"

LA CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DI PAULO FONSECA: "Mi piacerebbe cercare di motivare i tifosi per motivare l'ambiente. Obiettivo tornare in Champions, ma questa squadra può vincere. Voglio che restino qui solo i calciatori motivati, che hanno voglia di lottare per questa maglia"
Lunedì 08 luglio 2019
Paulo Fonseca, neo allenatore della Roma, è intervenuto in conferenza stampa di presentazione ed ha parlato anche della nuova stagione giallorossa. In sala anche tutti i suoi collaboratori. Queste le sue parole:

Il DS Petrachi introduce il tecnico: "Buonasera a tutti, ben ritrovati. Sono molto lieto di presentarvi il nostro allenatore, sono molto felice e onorato di presentare questo personaggio, che avrete modo di conoscere molto velocemente. Non vorrei aggiungere altro, la cosa più opportuna da dire è che inizialmente nelle mie valutazioni si stava pensando di poter andare su un profilo di un allenatore italiano, in realtà per me questa è diventata un'opportunità, sono molto contento di aver avuto modo di prendere Fonseca. Lascio a lui la parola, è tutto per voi".

"Grazie Gianluca. Salve a tutti, sono molto felice di essere qui. Sono motivato per lavorare in questa grande squadra e in questa città meravigliosa. Sto studiando per parlare al più presto in italiano".

Come immagina la sua Roma?
"Non è la Roma, ma è la Roma di tutti noi. Sono motivato, insieme allo staff e a Petrachi, nel costruire una squadra ambiziosa, e che sia l'orgoglio di tutti i tifosi della Roma".

Ha avuto modo di affrontare la Roma poco tempo fa. Che ricordo ha dell'Olimpico e come si immagina il rapporto con lo stadio e la tifoseria?
"Ovviamente non ho un grande ricordo di quella partita, la mia squadra fu eliminata. Bastò per capire l'ambiente che si respirava, che fu un fattore molto importante. Farò tutto ciò che potrò per cercare di motivare i tifosi per ricreare quell'ambiente che, mio malgrado, ho subìto".

Sono cambiate tante cose da quella stagione. Che incidenza penserà di avere sul mercato? Perché è stato scelto Pau Lopez?
"Io e Gianluca stiamo lavorando molto intensamente per costruire una squadra forte. Stiamo ponderando le scelte, vogliamo giocatori che aggiungano qualità. Abbiamo fatto tre acquisti, quando avremo concretizzato altri obiettivi sarà nostra premura comunicarlo. Stiamo lavorando per individuare quei profili che possano rinforzare la squadra".

Ritiene che Gonzalo Higuain possa essere il profilo giusto per l'attacco?
"Sono in piena e totale sintonia con Gianluca e quanto ha detto. Non è mia intenzione di parlare di giocatori non presenti, se Higuain arriverà ne parleremo. Mi sembra giusto parlare dei presenti".

Ha avuto modo di parlare con Pallotta. Che obiettivo le ha dato? Bisogna centrare il quarto posto?
"Il presidente non ha fissato alcun obiettivo, ma l'obiettivo che mi pongo è tornare in Champions League. Un altro obiettivo, un'altra priorità è costruire una squadra forte, ambiziosa e coraggiosa, indipendentemente dal risultato. Una squadra che possa rendere orgogliosi i tifosi anche quando non vince. Se questo dovesse succedere, credo che saremo molto più vicini alla vittoria. Non mi piace fare promesse, non è una promessa. Ho due anni di contratto, sono fermamente convinto di poter vincere una competizione. Non è una promessa, ma è una convinzione".

Ha parlato con Edin Dzeko? Cosa pensa di Zaniolo?
"Parto dalla questione di Zaniolo: è un calciatore di grande talento, in cui crediamo. Quel che sto per dire ora vale per lui e per tutti: contano solo presente e futuro, ogni giocatore deve dimostrare di meritare questa squadra. Al pari dei suoi compagni, lui gode della mia fiducia, ma quel che conta è la voglia di costruire qualcosa con giocatori che vogliano sacrificarsi per questa maglia, con giocatori che mettano i loro interessi dietro a quelli della squadra. Per quanto riguarda Dzeko, non ho ancora parlato con lui, ma so che Gianluca ha avuto modo di farlo. Voglio dire che restino qui soltanto i giocatori che sono felici di stare qui e che hanno voglia di lottare per questo club. È una condizione fondamentale avere calciatori dediti alla causa".

Ci sono dei calciatori della cui permanenza ha avuto la certezza? Teme che cambiamenti troppo grossi le possano portare via troppo tempo?
"Evidentemente ci sono dei giocatori che rappresentano delle certezze e che saranno pilastri del futuro. Giocatori che a pieno titolo fanno parte del progetto. Questo è il mio primo giorno nel club, inizieremo domani a lavorare. Mi aspetto che ci voglia un po' di tempo affinché determinati dettami vengano assimilati, sono positivo e ottimista, convinto che con chi c'è e chi arriverà si possa costruire una squadra forte".

Restano due romani in rosa, Florenzi e Pellegrini. In che ruolo vede i due?
"Conosco molto bene i due, li ho affrontati e ho visto tantissime partite della Roma. È importante conoscerli anche da un punto di vista caratteriale, come sono come uomini, è un aspetto molto importante. Un discorso che vale per loro e per tutti, è di fondamentale importanza. Il ruolo lo vedremo, analizzeremo le cose con calma, sperimenteremo e voi stessi ve ne renderete conto. Per concludere il discorso, molto spesso parliamo di esigenze. Io sono qui perché esigo determinate cose dai calciatori, il club lo stesso. Quello che conta è il livello di esigenza che il calciatore pone sulle proprie spalle e quelle del compagno. Portare la fascia di capitano ha un'importanza cruciale: essere leader significa questo e spero che ogni giocatore abbia questo livello di esigenza molto alto perché ritengo che questo tipo di sentimento possa aiutarci a vincere".

Per Petrachi: state considerando di poter cedere Florenzi e Zaniolo?
"Oggi è la giornata del mister, è giusto che il mister risponda alle domande sul campo. Parlare oggi di mercato è inopportuno, tre giorni fa credo di essere stato abbastanza esauriente. Quando parleremo di mercato lo farò ufficialmente".

È arrivato in una squadra che non vince tanto da molti anni. Pensa che ci siano realmente delle possibilità di poter vincere con la Roma?
"Sono qui perché ho la forte convinzione che possiamo elevare la Roma a un livello successivo. Disputiamo un campionato difficilissimo sul piano tattico, è una sfida affascinante. Ma soprattutto sono qui perché ritengo che possiamo costruire qualcosa di speciale. Poiché non faccio le mie scelte su base economica, ma sulle mie sensazioni, quando ho parlato con Gianluca, che mi ha offerto di venire qui alla Roma, non ho mai esitato o avuto dubbi. Ribadisco, possiamo costruire qualcosa di davvero speciale".

Ha già in testa un sistema di gioco per la sua squadra? Per quanto riguarda la fase difensiva, il suo Shakhtar era molto forte in campionato e meno nelle coppe. Qual è la sua opinione?
"Quella del sistema di gioco non è la questione più importante. Ciò che è importante sono le dinamiche di squadra. Le mie squadre si sdoppiano, nella costruzione i principi dell'allenatore sono fondamentali, poi bisogna fare i conti con le caratteristiche. Se mi chiedete se i calciatori attuali possano incasellarsi nei miei principi, io dico sì. Per quanto riguarda la questione difensiva, negli ultimi 12 anni ha sempre vinto la miglior difesa. Cureremo la fase difensiva, ma è un registro che cercheremo di migliorare. Difendere bene non significa avere una squadra permanentemente in fase difensiva. Il miglior modo di difendere è tenere il pallone. È fondamentale l'intensità in ogni momento di gioco, pur garantendo stabilità difensiva. Bisogna difendere lontano dalla porta. Se saremo solidi in fase difensiva, ci avvicineremo alla vittoria. Dirò di più: il gioco è diventato più strategico e servirà uno studio approfondito. In Italia si gioca a 4 o 5 in difesa, a 2 o 3 in attacco: servirà una preparazione dal punto di vista strategico. Se mi chiedete se la mia squadra giocherà sempre nello stesso modo, vi rispondo che la mia squadra giocherà in modo strategico per poter battere l'avversario".

Florenzi sarà il capitano della Roma?
"Florenzi era il capitano della squadra, è una questione che analizzeremo ma evidentemente la probabilità che continui a esserlo è elevatissima".

Lei è l'ottavo allenatore della gestione americana. È un aspetto che la preoccupa? Cosa crede di avere per riuscire dove altri hanno fallito?
"No, assolutamente. Non ho alcuna paura, è un sentimento che non conosco. Non mi piace parlare di me stesso, per gli allenatori parlano i risultati. Se ne faremo di buoni, vedrete chi sono. L'allenatore è i risultati, mi conoscerete così".

Pastore e Perotti rientrano nella sua idea di gioco?
"Se sono qui con noi, sono giocatori sui quali conto, che possono essere utili. Hanno qualità, vale il discorso di Zaniolo: bisognerà lavorare giorno per giorno per meritare di essere qui".

Che tipo di rapporto instaura col DS? Qual è l'attaccante ideale per Fonseca?
"L'attaccante ideale è quello che fa gol (ride, ndr). Per quanto riguarda il rapporto col DS, devo riconoscere che c'è una ottima complicità. Stiamo cercando di scegliere le opzioni migliori per la squadra. Ci sono due scenari: o Gianluca propone calciatori, o lo faccio io. Insieme, cerchiamo di prendere le decisioni migliori, contando anche le questioni finanziarie. Insieme stiamo cercando di scegliere le opzioni migliori".





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