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Da Maldini a Del Piero fino a De Rossi: le bandiere non sventolano più

Dal rossonero nel 2009 all'annuncio odierno del capitano giallorosso: negli ultimi dieci anni la Serie A ha perso le sue icone
Martedì 14 maggio 2019
Ha scritto bene Francesco Totti nel suo messaggio di saluto a Daniele De Rossi: "Oggi è un giorno triste". Con l'addio di "Capitan Futuro", non è solo Roma a essere triste, ma tutto il calcio italiano. Anche l'ultima bandiera della nostra Serie A smetterà di sventolare presto per essere ripiegata e accuratamente riposta nel cassetto del cuore dei tifosi. Sarà in buona compagnia: la bandiera con il sangue, le lacrime e il sudore di Daniele De Rossi andrà ad affiancare in primis quella del suo eterno predecessore, e poi quelle di tutti gli altri grandi campioni che hanno salutato il nostro calcio: sia di chi è andato a giocare altrove, sia di chi proprio non ce la faceva a vedersi con un'altra maglia.

DALLE MILANESI AL BLOCCO JUVE — Questo repentino ammainarsi di bandiere è iniziato esattamente 10 anni fa: Paolo Maldini, capitano del Milan, salutava San Siro dopo 25 anni. Non fu un addio indimenticabile a causa della contestazione di quei pochi "tifosi" che rovinarono la festa. Probabilmente non capivano che da lì sarebbe finita non solo l'era di uno delle grandi bandiere rossonere, ma sarebbe stato l'inizio della fine delle grandi bandiere del calcio italiano moderno. Qualche anno dopo, fu completamente diverso l'addio dell'altra bandiera di Milano: Javier Zanetti, condottiero e capitano della leggendaria Inter del Triplete lasciava in lacrime. Nel frattempo, nel 2012, c'era stato un altro traumatico addio: quello di Del Piero alla Juventus. Nella sfida contro l'Atalanta, "Pinturicchio" fu richiamato in panchina da Conte che voleva concedergli la standing ovation. Ma l'affetto immutato del pubblico dello Stadium lo trascinò di nuovo in campo per un saluto commovente. Stesse emozioni rivissute da Gigi Buffon, meno di un anno fa: l'ex portiere della Nazionale si concedeva un lunghissimo abbraccio con lo Stadium. E tra due settimane toccherà a Barzagli.

L'ADDIO TOTTI E I PIÙ RECENTI — Il più toccante addio, però, resta quello di Francesco Totti. L'ex capitano giallorosso, il 17 luglio 2017, ha regalato ai romanisti e a tutti gli amanti del pallone una serata da pelle d'oca. In quegli occhi gonfi di lacrime e in quella voce che tremava, c'era praticamente tutto. Il rimpianto di non aver vinto di più andando altrove? Spazzato via dallo tsunami d'amore di quello stadio Olimpico che piangeva più di lui. Nel frattempo, lo spettacolare saluto al calcio romano oscurava, almeno a livello mediatico, altri importanti addii che si sono susseguiti negli ultimi anni. Ma anche altre piazze hanno sofferto per altri saluti. L'ultimo, in ordine di tempo, quello di Sergio Pellissier: l'attaccante del Chievo, arrivato a Verona nel 2002, ieri sera a San Siro è stato accolto da un meraviglioso applauso dai tifosi interisti. A gennaio c'era stato quello di Hamsik a Napoli, dopo 12 anni in azzurro. Nella scorsa estate era toccato a Lucarelli salutare Parma, dopo la cavalcata dalla D alla A, mentre a Brescia l'Airone Caracciolo salutava dopo 12 anni e più di 150 gol. E ancora: Palombo lasciava la Samp, Bellini l'Atalanta e Conti ringraziava Cagliari.

I NUOVI CAPITAN FUTURO — E ora? Resta l'ultimo baluardo Chiellini, poi la vecchia frase "non ci sono più le bandiere di una volta" risulterà tristemente sempre più vera. Il vento del cambiamento del calcio, non sembra portare nulla di positivo. Difficile ipotizzare chi saranno i nuovi De Rossi, Maldini, Zanetti, Totti e Del Piero: Donnarumma? Zaniolo? Florenzi? Di questi tempi nulla può essere dato per scontato. E forse ha ragione Marchisio (a proposito, altra bandiera che ha lasciato la Juve l'anno scorso): "Qualcuno dice che è nella natura delle cose - scrive il centrocampista dello Zenit per salutare De Rossi -, quello che so è che anche quando il vento cessa o cambia direzione, alcune bandiere continuano a sventolare alte e orgogliose, perché l'amore che hanno dato e ricevuto e i legami che hanno creato, sono una forza inesauribile".
Fonte: Gazzetta dello Sport
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