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Juan: "Roma, troppi anni senza vincere niente. Inter, tieni Spalletti, Dzeko, ti porto con me..."

Il brasiliano, ritiratosi due settimane fa, a tutto tondo: "Ho detto basta a 40 anni come Totti, ma ho deciso io. Nel suo caso non mi pare..."
Venerdì 10 maggio 2019
Seduto in un bar di Casal Palocco, quartiere residenziale di Roma a due passi dal mare, aspetta di salutare gli amici romani. Due, soprattutto, che lo raggiungeranno nel pomeriggio: insieme al brasiliano ex Roma Juan, che da un paio di settimane ha smesso con il calcio, prenderanno un caffè, poco dopo, il tedesco Rüdiger, del Chelsea ma in Italia per un'operazione al ginocchio, e Edin Dzeko, che a Roma è di casa (almeno fino a giugno). Juan, la sua casa, nella capitale l'ha avuta per cinque anni, ed è l'ultimo difensore centrale ad aver vinto in giallorosso: una coppa Italia, nel 2008, con Spalletti in panchina.

Se lo aspettava che la Roma sarebbe rimasta a secco per così tanto tempo?
"Assolutamente no. Anzi, quando sono arrivati gli americani, nel 2011, tutti pensavamo fosse la svolta. Se avessero vinto nel 2013 la coppa Italia contro la Lazio poteva essere diverso".

La Roma è cambiata tanto come società, poco come risultati in campo. Il calcio italiano come le sembra, invece?
"Ha meno qualità, ma se Milan e Inter tornano ai loro livelli allora sarà diverso. Certo, battere la Juve sarà dura per tutti. Ora con Ronaldo, poi".

Lei nel 2008 ha vinto la Coppa Italia con Spalletti: l'Inter dovrebbe confermarlo?
"È tra gli allenatori più forti che ci siano. Non so se l'Inter prenderà Conte, di certo farebbe bene a tenersi Spalletti".

Nel Milan c'è Paquetà, ex Flamengo, che lei conosce benissimo.
"Ha fatto bene a venire in Europa, il prossimo anno prenderà in mano il Milan. E presto anche la Nazionale. Se ha una testa un po' particolare? È fortissimo e basta, il resto conta poco (ride, ndr)".

Lei nel 2012, nel suo ultimo anno in Italia, fu il primo a ribellarsi al razzismo, andando in un derby sotto la curva Nord e chiedendo ai tifosi di smetterla.
"Mi dispiace che dopo sette anni in Italia non sia cambiato niente. Ho visto cosa è successo a Koulibaly, è il momento di fare qualcosa di forte. Ma penso sia più un problema di società che di stadi. Quel giorno vennero a scusarsi Klose, Andrè Dias e altri della Lazio, i miei compagni appoggiarono la mia reazione, ma oggi parliamo delle stesse cose".

Le manca l'Italia? E le mancherà il calcio giocato?
"Ho smesso da poco, vediamo. Adesso farò il dirigente del Flamengo, non so cosa mi aspetta. Ma so cosa potevo far meglio del mio passato: andar via da Roma in modo diverso".

Colpa dell'arrivo di Zeman nel 2012?
"Anche, ma non solo. Se fosse rimasto Luis Enrique la Roma avrebbe potuto far bene".

Peggio lo scudetto perso nel 2008 con Spalletti o quello del 2010 con Ranieri?
"Decisamente il secondo. Inutile dare la colpa alla Lazio che si è "scansata" con l'Inter. Quel titolo lo abbiamo buttato via noi con la Sampdoria".

È vero che ci fu una lite pesante tra voi giocatori nello spogliatoio quel giorno?
Ride, ndr. "Può essere, forse, non ricordo tanto bene".

Quella Roma era allenata da Ranieri, come oggi. Come è possibile passare dal quasi scudetto alle dimissioni?
"Per me il secondo anno eravamo anche più forti del primo. Abbiamo pagato la falsa partenza, la Champions e le pressioni".

Domenica c'è Roma-Juventus: la Champions a Trigoria è ancora possibile?
"Se vincono sì, adesso devono fare nove punti".

Ha incontrato De Rossi qualche giorno fa. Che fa? Continua?
"Per me può giocare ancora, anzi deve giocare ancora. Senza di lui la Roma soffre, ma nel futuro lo vedo perfetto come tecnico".

Totti ha smesso come lei, a 40 anni.
"Sì, ma nel mio caso sono stato io a dire basta. Nel suo... diciamo che il suo ultimo anno e la sua gara di addio potevano e dovevano essere gestite meglio".

Chi la vince la Champions tra i suoi amici Alisson e Lucas?
"Il Liverpool, perché ha un portiere fenomenale. E non mi sorprende quello che ha fatto Lucas ad Amsterdam. Quando è andato via dal Brasile valeva Neymar".

E il suo amico Dzeko che farà?
"Fossi la Roma lo terrei. Se poi hanno deciso di darlo via, magari lo porto al Flamengo con me...".

Un altro suo amico è Pjanic. La Juve deve tenerlo o meno?
"Se la Juve lo dà via sbaglia, uno come lui è difficilissimo da sostituire".
di Pugliese - Zucchelli
Fonte: Gazzetta dello Sport
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