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Roma, è un esordio amaro. Il Real ne fa 3 al Bernabeu

Esordio amaro per i giallorossi che al Bernabeu vengono sconfitti dai Blancos
Mercoledì 19 settembre 2018
Se c'è una nota positiva per la Roma nella pesante sconfitta di Madrid (3-0) arriva dall'uomo più discusso, Robin Olsen, autore di 6-7 parate importanti, di cui almeno due decisive. E se la Roma per quasi un'ora è rimasta in partita è proprio merito del portiere svedese. Per il resto la differenza tra questo Real Madrid e questa Roma è ampissima, in tutti i contenuti: qualità, concentrazione e cattiveria agonistica. Basta pensare, ad esempio, al modo in cui sono entrati in campo Mariano, da un parte, e Schick, dall'altra. Come il giorno e la notte. O la luce e il buio, se volete, con l'attaccante spagnolo che ha chiuso i conti con un gol di rara bellezza, dopo gli altri due gioiellini messi a segno da Isco e Bale.

PALLEGGIO E RIPARTENZE — Lopetegui opta per Isco al posto di Asensio nel tridente d'attacco, mentre Di Francesco conferma le previsioni della vigilia, con Zaniolo in campo come mezzala, al suo esordio assoluto non solo in Champions ma anche in prima squadra. L'obiettivo della Roma è chiaramente quello di compattarsi in fase difensiva e provare a fare male sulle transizioni, cosa che però non riesce perché la qualità nelle ripartenze lascia spesso a desiderare. Così il possesso palla è praticamente sempre nelle mani del Real Madrid, il cui palleggio prova a spostare la difesa giallorossa per poi colpirla con i tagli improvvisi. In questo modo arrivano i primi due brividi, con Bale (4') che taglia su Kolarov e spedisce di un soffio al lato l'assist di Kroos e Isco (8') che va dentro sull'invenzione di Modric, ma deve arrendersi alla parata di Olsen con la mano di richiamo. E proprio il portiere svedese è l'uomo che tiene a galla fino alla fine del primo tempo la Roma, dicendo no anche al colpo di testa di Ramos (38') ed al tentativo da fuori di Isco, un minuto dopo. La Roma? Da metà del primo tempo passa al 4-2-3-1, con Zaniolo spostato trequartista dietro a Dzeko, per cercare anche di sterilizzare Casemiro in fase di possesso palla, portando pressione subito sul brasiliano. Il problema è che se non è Casemiro a creare gioco, è Modric o Kroos. Insomma, in mezzo il Real ha così tanta qualità che diventa anche difficile solo immaginare la contromossa giusta. Così al 45' arriva il meritato vantaggio degli spagnoli, con una punizione magistrale (a foglia morta, la specialità di un certo Corso) di Isco, che scavalca la barriera e va dolcemente ad adagiarsi alla destra di Olsen. Isco non segnava in Champions dall'aprile del 2014, dal sigillo al Borussia Dortmund e questo è il suo ottavo gol nella più importante coppa europea.

QUANTE CLASSE — Nella ripresa la Roma parte bene e dopo 4' ha l'occasione giusta per pareggiare, con Under che taglia fuori Ramos sulla corsa e prova a sorprendere Navas da 20 metri, ma il portiere del Real è bravo a mettere in angolo. E' il primo di una serie di pericoli che la Roma crea nei primi venti minuti, dove i giallorossi mostrando maggiore intraprendenza e anche più fiducia. Il problema è che negli sbilanciamenti il Real fa male da morire e su uno di questi, al 13', Bale fa 2-0: palla magistrale di Modric in verticale a sfruttare la corsa del gallese, che di sinistro insacca sul palo opposto di Olsen. Tra l'altro, il gallese aveva già avuto due volte la palla del 2-0 e se sulla prima aveva calciato male per l'opposizione di Fazio, sulla seconda era stata la traversa a dirgli di no. Allora la Roma prova a reagire sulla forza dei nervi, con Kolarov che impegna da fuori Navas e Schick (con il suo ingresso la Roma passa a un 4-4-2 che diventa 4-2-4 in fase offensiva) che spreca malissimo dal limite un pallone ben lavorato da Under. Così a tornare in cattedra è Olsen, con tra parate importanti su Kroos, Modric e Asensio (meravigliosa la veronica in area in movimento, con tiro no look). Gli ultimi tentativi giallorossi sono affidati ad un colpo di testa di Dzeko e ad un'altra occasione sprecata da Schick in area di rigore. Il ceco è entrato malissimo in partita, a differenza di Mariano Diaz, che al 46' trova un gol capolavoro: sterzata secca su Manolas e destro sotto l'incrocio opposto. Finisce così, con un 3-0 pesante ma netto per una Roma che deve assolutamente scuotersi il prima possibile. Fin da Bologna, domenica prossima.
di Andrea Pugliese
Fonte: Gazzetta dello Sport
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