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Argentina-Italia 2-0: Buffon battuto nel finale da Banega e Lanzini

Esordio negativo per Di Biagio: i sudamericani, pur privi di Messi e Aguero, regolano gli azzurri nell'amichevole di lusso andata in scena a Manchester
Venerdì 23 marzo 2018
MANCHESTER - A 131 giorni dalla notte da incubo di San Siro e dalla clamorosa eliminazione dal Mondiale per mano della Svezia riparte con una sconfitta il nuovo corso dell'Italia, per il momento affidato a Gigi Di Biagio. L'ex ct dell'Under 21, chiamato a traghettare la Nazionale in attesa del nuovo ct - ma convinto di potersi giocare le sue carte contro i più quotati Ancelotti, Mancini, Ranieri e Conte - ha debuttato con una sconfitta a Manchester, dove gli azzurri hanno ceduto nel finale a un'Argentina priva delle sue stelle più brillanti e capace di imporsi per 2-0 dopo aver gestito in pieno controllo il primo tempo e sofferto un po' nella ripresa.

LE SCELTE - Per la sua prima panchina azzurra Di Biagio si affida all'atteso 4-3-3 regalando il debutto nella Nazionale maggiore al 20enne Chiesa, inserito in un undici tutto somamto collaudato. Con l'esterno della Fiorentina schierato a destra nel tridente con Immobile e Insigne, a centrocampo ci sono infatti Parolo e Verratti ai lati del regista Jorginho (mai veramente protagonista nella fase finale della gestione Ventura) e in difesa - con Chiellini ai box - Bonucci e Rugani formano la coppia centrale davanti a capitan Buffon (addio rimandato e presenza n. 176 per il numeor uno juventino) con Florenzi e De Sciglio terzini.

Sulla'ltro fronte Sampaoli, che ha lasciato a casa Dybala e deve rinunciare agli infortunati Messi (affaticamento muscolare) e Aguero, risponde con un 4-2-3-1 infarcito di "italiani" e vecchie conoscenze del nostro campionato: a guidare la difesa davanti al portiere Caballero c'è il romanista Fazio, centrale con Otamendi tra i laterali Bustos e Tagliafico, mentre Biglia e Paredes formano la diga in mediana dietro a Lanzini, Lo Celso e Di Maria (capitano di giornata) schierati a supporto dello juventino Higuain.

IL PRIMO TEMPO - L'approccio dell'Italia è abbastanza buono e, anche se il pallino del gioco è fin dall'inizio tra i piedi argentini, la concentrazione degli azzurri sembra quella necessaria in partite come questa. La ‘Selección' cerca il fraseggio senza però trovare varchi e Buffon è chiamato a sbrigare solo l'ordinaria amministrazione, come sul tentativo mancino di Di Maria (5') e sul colpo di testa di Otamendi su azione da corner (16'). Se la fase difensiva funziona non si può dire però lo stesso quando è il momento di ripartire e a parte l'inzuccata di Parolo al 9' (mira da rivedere su punizione di Insigne). Al 35' vane le proteste di Lo Celso, che chiedeva un rigore per un tocco con il braccio (involontario) di Rugani, e così all'Argentina non resta che provarci da lontano come fa Biglia al 39' senza però inquadrare la porta.

Lo specchio viene invece centrato da Tagliafico dopo un'azione travolgente al 43' ma il tiro è troppo centrale per sorprendere Buffon che compie invece una prodezza prima del riposo sul suo compagno in bianconero Higuain, servito sulal corsa alle spalle di Florenzi da Di Maria che si era liberato con un gran numero di Jorginho al limite dell'area. Al termine di un primo tempo non proprio esaltante e chiuso in crescendo dai sudamericani, si va al riposo sullo 0-0 e senza una vera occasione di marca azzurra da raccontare.

LA RIPRESA - Dal'intervallo rientrano in campo gli stessi ventidue ma gli undici azzurri sembrano ora più determinati. Se ne accorge subito Paredes, troppo leggero su un retropassaggio letto alla perfezione da Immobile che intercetta il pallone e mette davanti alla porta Insigne che tutto solo davanti a Caballeros calcia però incredibilmente fuori. Lo scampato pericolo scuote gli argentini la cui replica è immediata: cross di Di Maria e colpo di testa di Lanzini con la palla che vola però alta sopra la traversa mentre al 58' è ancora Di Maria a chiamare da fuori area Buffon all'intervento. Ma ora c'è anche l'Italia e c'è lavoro anche per Caballero, che prima anticipa Insigne su cross di Chiesa (fino a questo momento timido e spaesato) e poi su Immobile ben servito da Verratti.

Al 61' Di Biagio dà il via alla girandola dei cambi: fuori Parolo, Florenzi e Chiesa sostituiti da Pellegrini, Zappacosta e Candreva ed è proprio quest'ultimo a scaldare ancora le mani del portiere argentino con un potente destro dalla distanza. Perotti per Di Maria e Banega per Paredes al 61' sono intanto la risposta di Sampaoli ai cambi azzurri ma è ancora l'Italia a farsi pericolosa con Verratti che sfodera l'ennesimo assist, stavolta per Insigne che prova il destro a giro suo marchio di fabbrica ma trova ancora la risposta di Caballero, bravo poi a ripetersi sul successivo tentativo di Jorginho. Al 72' arriva anche il momento di Cristante, dentro per un affaticato Verratti, seguito due minuti dopo da Cutrone che rileva Immobile. Il baby milanista però non ha neanche il tempo di entrare in partita che l'Argentina va in vantaggio: palla persa da Jorginho e ne approfitta l'ex interista Banega che, già a segno con Higuain e Insigne nell'amichevole vinta 2-1 all'Olimpico nel 2013 contro gli azzurri allora guidati da Prandelli, al 75' supera Buffon con un chirurgico rasoterra dal limite dopo uno scambio con Lo Celso (sostituito poi da Pavon dopo due giri di lancette). Gli azzurri sembrano accusare il colpo e all'85' Buffon, dopo una bella parata con i piedi su Perotti, capitola ancora: palla persa da Insigne e ripartenza argentina, con Higuain che mette praticamente davanti alla porta Lanzini il quale ringazia e fa 2-0.
di Giuliano De Matteis
Fonte: Corriere dello Sport
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