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Totti ispira Ultimo... e lui vince Sanremo "Nuove Proposte"

Il 28 maggio Niccoló Morriconi, che ha trionfato all'Ariston nella categoria Nuove Proposte, raccontava così il suo amore per la Roma e per lo storico numero 10: "Grazie a te mi sono sempre schierato dalla parte degli ultimi"
Sabato 10 febbraio 2018
Non ci sono riusciti i Maneskin, ma c'è riuscito Ultimo. Che è arrivato primo. E senza ironia, pure troppo scontata. "Ultimo", al secolo Niccolò Morriconi, 22 anni, è romano e, come la band che non ha vinto ma ha conquistato tutti ad X Factor, è anche romanista. Questa sera con la canzone "Il Ballo delle incertezze" ha vinto il Festival di Sanremo (condotto da altri due romanisti, Claudio Baglioni e Pierfrancesco Favino, con Michelle Hunziker) nella categoria Nuove Proposte. Lo scorso ottobre è uscito il suo primo disco, Pianeti, e dopo il Festival andrà in giro con un suo tour per presentare Peter Pan.

"Ultimo", romanista dalla nascita, sul suo profilo Instagram non ha tante foto che raccontano la sua passione per la Roma, ma una vale per tutte. È datata 28 maggio 2017, c'è la sua mano sulla maglia di Francesco Totti e la didascalia racconta meglio di tutte il suo amore per Il Capitano e la Roma: "La parte che ho sempre odiato di più di una poesia è la parola finale. L'ho sempre trovata fuori luogo, come un tuono a ciel sereno.. eppure serve.. si, serve per dettare una fine, perché se finisce la vita, finisce anche ogni cosa che la contiene. La fine è un mistero. La fine per molti è l'inizio di altro, per me è semplicemente la fine. Per un sognatore illuso come me questa è la bastonata classica che la realtà concede. Perché per quelli come noi, per quelli che vivono senza pensarci troppo e pensandoci come pazzi allo stesso tempo, il sogno è l'unica via d'uscita.. e tu sei il sogno... tu sei ogni cosa possa donare luce, hai rappresentato ognuno di noi. Quando penso a te io non vedo il calcio, io vedo ogni bambino di quartiere, vedo il traffico a Piazza del Popolo, vedo il mercato delle 6.00, le passeggiate a villa Pamphili, le preghiere di un mendicante a Piazza Venezia. È grazie a te se difendo un sogno con i denti. In te ho rivisto il riscatto di chi non ha un destino... si perché è grazie a te se sono sempre stato schierato dalla parte di chi è già stato dato per sconfitto, dalla parte degli ultimi. Tu hai legato figli e padri grazie col tuo nome, hai dato un colore a chi era bianco. Tu sei la speranza e la sconfitta. Tu sei le lacrime che sto versando. Tu sei la timidezza





La parte che ho sempre odiato più di una poesia è la parola finale. L'ho sempre trovata fuori luogo, come un tuono a ciel sereno.. eppure serve.. si, serve per dettare una fine, perché se finisce la vita, finisce anche ogni cosa che la contiene. La fine è un mistero. La fine per molti è l'inizio di altro, per me è semplicemente la fine. Per un sognatore illuso come me questa è la bastonata classica che la realtà concede. Perché per quelli come noi, per quelli che vivono senza pensarci troppo e pensandoci come pazzi allo stesso tempo, il sogno è l'unica via d'uscita.. e tu sei il sogno... tu sei ogni cosa possa donare luce, hai rappresentato ognuno di noi. Quando penso a te io non vedo il calcio, io vedo ogni bambino di quartiere, vedo il traffico a piazza del popolo, vedo il mercato delle 6.00, le passeggiate a villa Pamphili, le preghiere di un mendicante a Piazza Venezia. È grazie a te se difendo un sogno con i denti. In te ho rivisto il riscatto di chi non ha un destino... si perché è grazie a te se sono sempre stato schierato dalla parte di chi è già stato dato per sconfitto, dalla parte degli ultimi. Tu hai legato figli e padri grazie col tuo nome, hai dato un colore a chi era bianco. Tu sei la speranza e la sconfitta. Tu sei le lacrime che sto versando. Tu sei la timidezza, sei la risposta. Tu sei Roma. Tu sei Totti.

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Fonte: Gazzetta dello Sport
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