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MOURINHO: "È ridicolo che debba giustificare una mia assenza. Ieri riunione dura con i giocatori"

MILAN-ROMA, LA CONFERENZA STAMPA DI JOSE' MOURINHO: "Alcuni giocatori devono obbligatoriamente dare di più. Siamo a 4 punti dalla Champions, ne abbiamo persi 8 senza la squadra per giocare. Non penso ci sarà Dybala domani"
Sabato 13 gennaio 2024
Il tecnico giallorosso in conferenza stampa alla vigilia della sfida di San Siro col Milan

"Inizierò da me stesso, mi scuso. Sono qui da due anni e cinque mesi in due anni e cinque mesi sono l'unica persona qui che non ha perso un unico minuto di una sessione di allenamento. Per me non ci sono malattie, non ci sono buon umori e mal umori, svegliarmi presto e tardi. Per due anni e mezzo non ho perso niente, neanche quando erano tutti malati. Due mesi fa avevo bisogno di un giorno per una situazione che non devo spiegare, l'ho spiegato alla proprietà e al direttore Pinto, in un momento così pieno di partite, di viaggi e di allenamenti abbiamo definito che il giorno che andava bene per non essere presente era un giorno dopo una partita. Sono stato fuori 15 ore, è ridicolo che debba giustificare questo, non accetto in nessun modo che la mia professionalità, la mia dignità, e il mio cuore per questo lavoro siano messi in discussione. Se c'è un esempio perfetto di professionalità sono io. Non ho mai mancato una partita, non con la Roma, sto parlando di 23 anni. Non sono mai stato malato (si fa il segno della croce, ndr), un allenamento di recupero per la gente che ha giocato, per sei giocatori che non hanno giocato, con l'allenatore assente in permesso, non mi sembra una cosa drammatica".




Come si riparte?
"La risposta è molto facile: la partita è finita e abbiamo perso, abbiamo fatto tante cose bene in accordo con le nostre limitazioni, altre cose non bene. Abbiamo analizzato ieri, abbiamo parlato, sempre alla ricerca di poter migliorare all'interno delle nostre limitazioni. Dal punto di vista personale riparto come riparto da 23 anni, partita analizzata, partita finita e prossima partita. Non c'è un'altra storia".

Che Milan affronterete?
"Una squadra che gioca per vincere lo Scudetto. Quest'anno la distanza in punti fra loro e le prime due non sarà facile da colmare, ma è quella squadra lì, che ha perso qualche giocatore importante per infortunio nella zona difensiva, centrocampo e attacco sono lì, Pulisic, Giroud, Leao, sono tutti lì. Hanno perso due difensori ma ne hanno presi altri due, Terracciano e Gabbia, per migliorare la situazione. Sarà una squadra che sicuramente vuole vincere dopo la sconfitta in Coppa, per loro era sicuramente un target. Metteranno tutto in questa partita, sanno le nostre difficoltà, tutti lo sanno, magari qualche giornalista non lo sa, neanche qualche commentatore, ma tutti sanno le nostre difficoltà. Andiamo là. Ieri ho parlato con i ragazzi non solo del gioco, ma anche dell'atteggiamento e non ho problemi, ho grande rispetto e lealtà nei confronti dei miei giocatori e per questo non c'è niente che qualche persona possa dire che io non ho detto. Per me è una cosa chiara, è la differenza fra le difficoltà e utilizzare le difficoltà che sono vere come un modo per giustificare qualcosa che potremmo fare di più. Questo non lo risparmio. Lo risparmio di fronte a voi, i nomi, so come funziona, che se un giocatore sbaglia individualmente la direzione è sempre quella di dare la colpa all'allenatore, ma nel mio rapporto diretto con loro non risparmio nulla. Migliore è il rapporto, meno devo risparmiare. Ieri riunione dura, specialmente per qualche calciatore. Difensivamente la squadra è stata perfetta, abbiamo preso gol da una rimessa laterale, non siamo neanche capaci di fare una rimessa laterale positiva e poi un rigore di un bambino di 18 anni con 55' di Serie A e un rigore che continuo a dire, non so se mi hanno capito, non ho mai detto non essere rigore, ma che lo è dei tempi moderni. I tempi moderni nell'arbitraggio sono inferiori nella protezione al gioco rispetto a 20 anni fa. Mai detto non fosse rigore. Nella riunione di ieri non ho risparmiato niente, poi però allenamento, 6 giocatori si sono allenati ed è difficile lavorare in campo e migliorare le cose. Però niente, il messaggio è rimasto lì, c'è gente che obbligatoriamente dal punto di vista individuale e isolato deve dare di più"

Dopo la finale di Budapest aveva chiesto un supporto, una figura che potesse affiancarla in queste situazioni delicate. I tifosi per la prima volta sono molto arrabbiati con la squadra da quando c'è lei, com'è possibile che nessuno della società abbia detto qualcosa? E cosa si sente di dire lei?
"Io sono anche la società. Non sono un'alta carica, sono un allenatore ma sono la società. Mentre sono qui mi considero società, considero che le mie parole sono parole che la gente fuori vuole sentire, voglio essere sempre leale, corretto nel mio confronto con la società. Non è solo un dovere, è il mio modo di essere e in questo momento penso che le mie parole siano molto obiettive. Non so quanti derby ho giocato, 200, 150, sono state partite speciali, ho vinto, pareggiato, perso, sempre con un modo diverso di viverla. Ho sempre capito che per un tifoso del Chelsea giocare contro l'Arsenal non è la stessa cosa che giocare contro il Manchester City, che per un interista giocare contro la Juventus non è come giocare contro la Roma, ho capito cosa significa un derby. Il derby che abbiamo vinto è un derby pesante, ci sono derby con vittorie e sconfitte e derby con umiliazioni, il derby che abbiamo vinto è stata un'umiliazione, i derby che abbiamo perso li abbiamo persi per un dettaglio, per un errore che fosse arbitrale o personale, l'abbiamo fatto con la dignità di chi dà tutto, siamo usciti con la testa pulita, dando tutto nelle difficoltà. Abbiamo perso in 10 per 60' dando tutto fino all'ultimo secondo, anche col feeling che qualche giocatore doveva dare di più abbiamo finito la partita con due grandissime opportunità per pareggiare. L'orgoglio di essere romanista e l'orgoglio di lavorare per i romanisti è presente qui dentro, ma è in campo che devi mettere negli occhi della gente questo atteggiamento extra che va contro tutto e tutti. Capisco che la gente non sia contenta per qualche situazione che per me è fuori dal contesto, ma che alla fine non è. Perché non è uno sport individuale, è uno sport collettivo in cui la differenza di atteggiamento di uno influenza gli altri. La responsabilità è mia, è individuale dei giocatori, è la situazione che abbiamo che non ci permette di escludere qualcuno, se escludo qualcuno non so se domani vado con 15 o 16 giocatori. È una situazione multifattoriale che per me è difficile da far uscire da questi tanti fattori. Sempre per correttezza, quando parlo qui dentro penso sempre che rimanga qui dentro, a volte esce e non è vero quello che esce e a volte esce ed è vero, ma quando parlo penso sempre di parlare internamente con giocatori e staff. A volte parlo anche di me stesso, per chiedere ai giocatori di fare meglio, devo mettermi anche io in una posizione in cui possono dire lo stesso di me stesso e io stesso dall'alto della mia esperienza posso fare autocritica. Io ieri ho detto una cosa obiettiva, che potevo fare meglio in alcune partite. Ho identificato una partita in cui non ero contento con me stesso. Quando vado a partite in cui la mia sensazione è che ho il 100% di consapevolezza che il mio lavoro è fatto bene, mi sento tradito da situazioni individuali che puniscono la squadra. Questo periodo è molto molto difficile, noi abbiamo avuto due periodi difficili: le prime tre partite di campionato con 1 punto, giocatori non disponibili e infortunati, in questo momento abbiamo 4 punti di differenza dalla Champions e lì ne abbiamo persi 8 in cui non c'era la squadra per giocare, poi c'è questo periodo con tanti scontri diretti con un gruppo molto ridotto di giocatori. Se qualcuno non vuole intepretare questo come difficoltà vera non è giusto. La critica va bene, ma dimenticare la difficoltà del nostro momento è pazzesca. La partita che abbiamo vinto contro la Cremonese, come l'abbiamo vinta? Quali rischi abbiamo preso? Come ha finito la linea difensiva? Gioca Kristensen che è un terzino, gioca Mancini che non si allena da un mese, gioca Huijsen con 10 minuti di Serie A, Llorente magari può giocare ma è in dubbio, Mancini gioca al centro perché non ci sono altri. Se la gente vuole ignorare questa situazione non è giusto. È qui che devo difendere il gruppo, inclusa la gente che non è al livello atteso di prestazioni individuali. È un gruppo di gente che lavora, soffre quando il risultato non è quello atteso. Abbiamo perso il derby, abbiamo un campionato da giocare, siamo a quattro punti da un target che se non fossimo noi direbbero che è impossibile. Il potenziale delle squadre da top 4 non è paragonabile con noi. I tifosi della Roma sono i più incredibili che abbia mai visto, l'allenatore si chiama José Harry Mourinho Potter e alza le aspettative, stiamo lottando qualcosa che è molto difficile e nessuno ci dirà che non possiamo lottare. Col Milan saremo là, mi dispiacerà non essere in panchina, sarò in tribuna, in un habitat dove non sono benvenuto, ma sarò lì a cercare di fare il mio lavoro nel modo in cui posso farlo. Andiamo là con tutto quello che abbiamo e con la certezza che i ragazzi daranno tutto, perché anche loro soffrono quando il risultato non è positivo".

Dybala c'è?
"Penso di no".

L'anno scorso Dybala ha giocato il 50% dei minuti, quest'anno il 57% in campionato e il 24% in Europa League. Mercoledì ha detto che ha sentito che qualcosa nella testa dei giocatori era cambiato al sapere che sarebbe uscito. Com'è possibile risolvere questo problema? È un problema di testa o anche tecnico?
"Trovare le soluzioni per giocare senza Dybala non è la stessa cosa trovare la soluzione per giocare senza Haaland per Guardiola, perché lui ha Alvarez. Se per Pochettino non gioca Sterling, gioca Mudryk, per Klopp se non gioca Diaz gioca Jota e se non gioca lui gioca Nunez, non è la stessa cosa. La Roma vive una situazione dal punto di vista del settlement agreement per cui ha delle grandi limitazioni e questo si vede in campo, durante la stagione quando succede qualche tipo di problema non c'è modo di nasconderlo. La Roma ha fatto uno sforzo economico per avere Smalling, non ha Smalling e non può averne un altro. La Roma ha fatto uno sforzo economico per avere Renato Sanches e non c'è e non possiamo avere due Renato Sanches perché i paletti non ti permettono di avere un altro giocatore della stessa posizione che sia disponibile. Dybala è un giocatore veramente speciale, che negli ultimi anni ha giocato in una squadra con altri giocatori speciali. Quando non giocava lui giocava un altro, a volte stava in panchina e a volte entrava, non abbiamo un altro con le sue caratteristiche. La partita contro la Fiorentina sembrava da 3-0 dopo 20 minuti, quando è andato via abbiamo perso quella connessione lì, che non fanno ne Belotti, né El Shaarawy, né Joao Costa, che sarà convocato domani. Se qualcuno non vuole capire che la Roma senza Paulo Dybala è una Roma diversa non posso dire molto di più".

Prima ha parlato di delusione verso alcuni singoli e che se potesse sostituirli, lo farebbe. Ci saranno scelte importanti dopo il Derby, qualcuno resterà fuori, oppure giocheranno sempre gli stessi? Qualcuno verrà punito?
"Non è la parola giusta punizione. La squadra non sarà la stessa. Paulo non gioca e non è la stessa. Farò qualche cambio, ma non esiste né l'intenzione di punire né mettere attenzione su un singolo. C'è l'intenzione di costruire un puzzle fisico, tattico e mentale che ci permetta di competere là. La squadra più tattica di solito è la squadra con meno capacità a livello tecnico, perché quando quello è alto sviluppi principi per far esprimere il potenziale ai giocatori. Noi ora ci concentriamo sul nostro gioco e sul dettaglio che può fare la differenza. Siamo una squadra che va verso una strada definita, sono i principi sui quali lavoriamo in campo. Siamo pochissimi. Azmoun è fuori, Paulo è fuori, però niente, io sono qua con voi perché non lo sarò dopo la partita. Durante la prossima settimana non sarò qui e sono qua per rispondere per qualche domanda ed esprimere ai tifosi quello che avete detto prima. Se c'è bisogno di qualcuno che possa dare spiegazioni ai tifosi sono io".





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