Che sia stato un momento di svolta o il punto di non ritorno saranno soltanto le prossime settimane a dirlo. L'unica certezza, per ora, sembra essere il fatto che la sconfitta e il post partita di Bologna rappresentino uno snodo cruciale nella storia della Roma targata José Mourinho. Perché le dichiarazioni rilasciate Special One nella pancia del Dall'Ara sono destinate a tracciare un solco importante in un senso o nell'altro. E questo si evince non soltanto analizzando le parole del tecnico - uscito allo scoperto per la prima volta affermando apertamente di voler proseguire la sua avventura in giallorosso anche dopo il 30 giugno - ma soprattutto dalle reazioni della piazza dopo il pesante ko arrivato contro gli uomini di Thiago Motta. A dividere la tifoseria non è tanto la prestazione di Pellegrini e compagni - giudicata quasi all'unisono inadeguata e insufficiente - quanto le scelte tecniche e soprattutto le parole di Mou nel post partita.

FEDELISSIMI — Per i "mourinhani di ferro" a compensare il rammarico per i punti persi in Emilia sono arrivate le parole di Mourinho e la prospettiva di verdetto al timone della nave romanista anche nelle prossime stagioni. "Come si fa a dare le colpe a un tecnico che ci ha risollevato e dato una dimensione internazionale dopo anni senza trofei?" è il mantra di Osvaldo che - dopo aver contattato telefonicamente una delle radio che analizzano il mondo Roma h24 - ripete per almeno tre volte il concetto giurando fedeltà eterna all'allenatore. Anche Saverio, con un commento pubblicato su X, prende le difese di Mou attribuendo colpe e responsabilità al gm Tiago Pinto: "Il mercato lo fa Pinto. R. Sanches è l'ossessione di Pinto. Mourinho non lo voleva. I rinnovi di Pellegrini, Cristante, Karsdorp, Mancini a cifre alte sono opera di Pinto. Non sono mai un fan di Mourinho, ma sono onesto nel giudicare quello che accade. Questa rosa è inallenabile". E ancora: "Dicono "Mou li ha messi al muro" (i Friedkin, ndr). Penso invece che gli ha dato una soluzione pubblica (già condivisa?) per abbassare i costi, sfoltire e fare da garante al "progetto",con la credibilità che riscuote presso i Romanisti; abbassando le pretese da "monte ingaggi" e nomi altisonanti. Altro che muro".

INSURREZIONE — Ma c'è un'altra fetta del popolo romanista che non sembra condividere modi e metodologie dello Special One. Come Pino, che via radio si scaglia contro l'allenatore: "Ogni volta che si perde trova una scusa per deresponsabilizzarsi e spostare l'attenzione su altro. Stavolta non se l'è potuta prendere con l'arbitro e si è giocato la carta del rinnovo", anche Flaviano non sembra aver gradito la gestione del post partita: "Già non avevo capito il cambio di Sanches a meno di 20' dal suo ingresso in campo, ma chiedergli scusa mezz'ora dopo davanti alle telecamere mi sembra semplicemente ridicolo". E anche sui social piovono critiche: "Sono troppi anni che questa squadra non riesce a crescere, troppi anni che ad ogni scontro diretto vediamo lo stesso film. L'ossatura di questa squadra ha fallito. A giugno via: Mourinho, Pinto, Pellegrini, Mancini, Cristante, Spinazzola. Bisogna rifondare il prima possibile". Se anche i Friedkin dovessero pensarla così si cercheranno i profili più adatti per dare il via alla rifondazione, in caso contrario c'è una (grande) parte della tifoseria romanista pronta a brindare all'eventuale rinnovo di Mourinho. La palla è nelle mani delle proprietà del club.