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Inter-Empoli 0-1. Nerazzurri a 37 punti come la Roma

Serata da dimenticare per Inzaghi che resta in dieci già nel primo tempo per il doppio giallo allo slovacco. Bravi i toscani che trovano il gol con Baldanzi, su errore di Onana
Lunedì 23 gennaio 2023
La Supercoppa, festeggiata prima e durante la partita, è un ricordo passato. Il presente per l'Inter è una sconfitta amarissima contro un Empoli da applausi, dolorosa ben oltre il gol subito dal talentino Baldanzi: per l'ennesima volta in questo 2023, la squadra di Inzaghi ha abbassato il livello della prestazione contro una squadra di livello inferiore. Se con Napoli e Milan è stata determinata ed audace, contro Monza, Parma, Verona, e adesso contro l'Empoli, si è riscoperta timida. Irriconoscibile anche quando la gara era 11 contro 11. E in più, ha raccolto per la prima volta le conseguenze del caso Skriniar: il difensore in fuga verso Parigi ieri ha complicato la gara con due interventi ruvidi nei primi 40'. Due gialli inutili sono il segno che la serenità non abita qua, soprattutto dopo che il no al rinnovo proposto dalla società è diventato pubblico.

PRIMO TEMPO — Inzaghi ha ripescato dall'armadio De Vrij, tornato nelle sue terre al posto di Acerbi, e dato l'ennesima chance al pupillo Correa che si è accomodato per una sera accanto a Lautaro e ha costretto alla panchina un caldissimo Dzeko. Il resto della truppa era uguale a Riad, ma con determinazione ben diversa. Merito anche dell'Empoli sbarazzina di Zanetti, sfacciata nel palleggio e coraggiosa nell'atteggiamento: ha tenuto spesso palla nella metà campo offensiva grazie anche al movimento di Bajrami, trequartista dietro l'eterno Caputo e Cambiaghi. Con questi presupposti, il dominio del gioco è stato di gran lunga dei toscani già nel primo tempo, anche perché di fronte avevano un'Inter irriconoscibile e pure nervosetta. Non solo Skriniar che, evidentemente, ha la testa altrove, ma pure altri compagni dello slovacco, spesso intervenuti fuori tempo. Le uniche iniziative nerazzurre sono partite da sventagliate di Calha verso la fascia sinistra, dove Dimarco ha avuto spazio per avanzare. Al contrario, la squadra di Zanetti ha galoppato soprattutto a destra dove Ebuehi si è spesso inserito: i cross da quel lato a cercare Caputo hanno prodotto le prime occasioni, le avvisaglie di una tempesta.

LA RIPRESA — Il rosso al 40esimo di Skriniar, uscito con le mani in faccia per la disperazione e tra i cori ostinati della Curva (rimandata ogni possibile contestazione al futuro), è stato lo spartiacque del match. All'intervallo Inzaghi ha tirato via l'evanescente Correa per inserire Bellanova, e non Dumfries, trasformatosi in fantasma dopo il Mondiale. Così Lautaro è rimasto unica punta, con pochissime palle da governare e una solitudine crescente, mentre Darmian è arretrato sulla linea difensiva cercando di tamponare la ferita e ritardare il più possibile l'emorragia. Più volte, infatti, gli empolesi si sono catapultati sfruttando la superiorità numerica: le occasioni sono diventate sempre più pericolose fino all'inevitabile rete toscana. A segnarla il gioiellino più prezioso di Zanetti, che curiosamente aveva iniziato la gara dalla panchina, Tommaso Baldanzi. Appena entrato, ha messo dentro con un sinistro dal limite, sfruttando prima l'assist dell'indiavolato Bajrami e poi l'erroraccio di Onana. In 10 e con una rete da recuperare è saltato completamente il tappo alla partita e Inzaghi ha rovesciato sul campo tutte le armi in suo possesso. Ha aggiunto sia Dzeko che Lukaku a Lautaro, affidando la manovra a Calha e all'ex Asllani, entrato al posto di un nervosissimo Barella. Mentre il pubblico rumoreggiava contro l'arbitro Rapuano, i nerazzurri cercavano una reazione esclusivamente nervosa: sono finite fuori o in alto le poche palle pericolose, capitate tutte a Dzeko e Gosens. E, nello stesso tempo, il Napoli è ormai finito nell'iperspazio, a un irraggiungibile +13.
di Filippo Conticello
Fonte: Gazzetta dello Sport
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