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Coronavirus, Gomez shock: "A Valencia nessun controllo, uno di loro in campo era infetto"

Il Papu: "Il dramma di Bergamo colpa anche della Champions. Il calcio ora è l'ultima cosa che mi interessa, difficile tornare a giocare" Atalanta-Valencia, nascita del contagio Atalanta, Go
Lunedì 23 marzo 2020
BERGAMO - "Faccio fatica a pensare al calcio. Cerco di tenermi in forma, di allenarmi un'oretta e mezza-due al giorno ma è difficile mantenere la concentrazione. Il calcio è l'ultima cosa che mi interessa". Alejandro Gomez è sconvolto da quello che sta succedendo. "Non so se si tornerà a giocare, se lo si farà in estate o fra qualche mese ma prima il Paese deve rimettersi a posto - sottolinea il Papu, in collegamento con Sky Sport24 - Sarà molto difficile tornare a giocare: come si fa a organizzare le trasferte, ad andare negli alberghi? È una grande domanda che mi faccio". "Il mio stato d'animo non è al top, la situazione nel Paese non è la migliore e bisogna cercare di essere positivi anche se ogni giorno arrivano brutte notizie. Non c'è altro da fare che rimanere a casa e aspettare che tutto questo possa finire, spero presto.

Dal sogno all'incubo
"In questi ultimi 4 anni - prosegue Gomez sulla situazione legata all'emergenza coronavirus- come Atalanta abbiamo reso felice una città intera ma quello che stiamo vivendo in questo periodo è qualcosa di terribile, che non riesco ancora a capire. Siamo il Paese con più contagiati dopo la Cina, è strano. In questo periodo uno dovrebbe essere felice, orgoglioso di quello che sta facendo con la propria squadra ma invece dobbiamo guardare altro e pensare alle famiglie che stanno soffrendo". Poi un messaggio ai bergamaschi: "Sono con loro, sono gente tosta che non si arrende e questo periodo passerà" (in collaborazione con Italpress)

Il dramma di Bergamo
Il Papu ha rilasciato anche un'intervista al quotidiano argentino Olé descrivendo la situazione italiana: "All'inizio c'è stata molta disinformazione, l'abbiamo presa tutti alla leggera. Pensavamo fosse solo un'altra influenza e quind abbiamo continuato una vita normale. Quando sono iniziate le morti abbiamo cominciato ad avere paura".

Si parla dell'impatto della partita di Champions con il Valencia: "Uno di loro in campo era infetto. Stiam otutti aspettando per vedere se qualcuno di noi mostra i sintomi. Aver giocato quelle partite è stato terribile. A Valencia non c'era controlli, erano tutti rilassati. La situazione di Bergamo di oggi credo abbia a che fare anche con la partita di San Siro di Champions. Qui ci sono 12o mila abitanti e quel giorno 45 mila erano allo stadio...".
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