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Totti: "Mi dimetto non per colpa mia. Sono stato tenuto fuori da tutto"

Al Salone d'Onore del CONI l'ex capitano giallorosso ha ufficializzato l'addio alla Roma. E su De Rossi: "Di lui mi fido ciecamente"
Lunedì 17 giugno 2019
Neppure un capo di stato avrebbe la sua accoglienza mediatica. Francesco Totti entra nel Salone d'Onore del Coni e - senza infierire - spiega come la Roma, questa Roma, non sia più sua. Sintetizzare oltre un'ora di conferenza è un'impresa, ma vale la pena provarci. "Ho mandato una mail alle 12.41 del 17 giugno per dire che mi dimettevo. Oggi potevo anche morire, forse sarebbe stato meglio. Per il bene di tutti, meglio che mi stacco io. Tanti dirigenti hanno detto che sono troppo ingombrante per questa società, però non pensavo che un giorno avrei potuto dire: "Ciao Roma". Speravo che questo giorno non arrivasse mai. Invece c'è stato". Poi prova a spiegare.


I MOTIVI — "Non ho mai avuta la possibilità operativa di poter lavorare nell'area tecnica della Roma. Non avevo mai chiesto soldi, ma penso di avere le competenze per fare il direttore tecnico. Invece hanno fatto l'allenatore e il d.s. senza neppure chiamarmi. Mi hanno invitato a Londra due giorni prima, quando avevano deciso tutto, senza chiedermi se mi andavano bene o meno. Il pensiero fisso di alcune persone dall'inizio era uno: "Via i romani dalla Roma". Hanno ottenuto quello che volevano. Gli americani hanno cercato di metterci da parte. Hanno voluto questo e ci sono riusciti. Baldini? Mai stato rapporto con lui e mai ci sarà: si doveva scegliere e mi sono fatto da parte io. L'ultima parola era sempre a Londra. Solo quando erano in difficoltà. Avrò fatto dieci riunioni in due anni. Adesso, anche se andasse via Baldini non tornerei, se avessero voluto, l'avrebbero potuto fare prima. Io accetto la loro decisione e la rispetto. Ma presidente deve cambiare rotta. Se io avessi Totti e De Rossi gli darei in mano tutto, Pallotta invece si circonda di persone sbagliate e continua a farlo. Ma se sbaglio da 8 anni, me la farò una domanda?

A TRIGORIA — Qualcuno mi ha pugnalato dentro Trigoria, ma non farò mai i nomi, però non vogliono che io sia lì dentro. Ci sono delle persone a Trigoria che fanno il male della Roma, Pallotta tante cose non le sa eppure continua a fidarsi sempre delle stesse persone. Io conosco Trigoria come le mie tasche, so tutto di tutti. Invece ognuno fa il bene di se stesso. Delle cose che arrivano a Boston, arriverà un 10% di verità. Nelle ultime settimane ha cercato in tutti i modi di trattenermi, mentre in due anni non ho mai sentito nessuno. Io per questo società sono stato un peso, ero troppo ingombrante sia da calciatore che da dirigente".

CAPITOLO ALLENATORE — Poi spiega come l'unico allenatore con cui ha parlato è stato Conte, che dei giocatori chiesti da Di Francesco nell'ultima campagna acquisti "Non gliene hanno preso neppure uno, che su De Rossi aveva consigliato di comportarsi diversamente e non lo hanno ascoltato. Il giudizio è duro: "Hanno fatto tante promesse, ma cose concrete non tante. Da tifoso ho i miei sogni: competere per vincere. Purtroppo ci sono problemi finanziari. E per questo devi vendere giocatori importanti e la squadra s'indebolisce. Ma alla gente bisogna dire la verità, anche se è brutta". Ricorda che sarebbe meglio se il presidente fosse più spesso a Roma ("perché il capo serve") e poi apre una finestra sul futuro.

IL FUTURO — "Se un'altra proprietà mi chiama e crede nelle mie potenzialità, io tornerò. Se Malagò, ad esempio, diventasse presidente mi chiamerà ci sarei. Perché avrei più fiducia e più potere. Adesso invece ad altri serve di stare davanti a tutti. Cordate arabe? Non so niente. Cero, tante persone che vorrebbero fare investimenti, la Roma è amata e stimata e tanti la vorrebbero, ma se non vedo nero su bianco non credo a niente". Intanto il futuro è adesso. "Potrei fare tante cose. Ho avuto offerte di squadre italiane, una stamattina. La Juve? Non esageriamo. Ma il prossimo anno andrò a vedere la Roma, magari passerò a prendere De Rossi e andremo insieme in Curva Sud". Avviso ai naviganti del club: forse meglio non replicare, perché Totti chiude così: "Se qualcuno risponderà, vi assicuro che avrei altre cose da dire...":
di Massimo Cecchini
Fonte: Gazzetta dello Sport
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