Senza tregua: Di Francesco rilancia il turnover
Venerdì 23 marzo 2018
Se si affatica il prato, figuriamoci gli uomini. E' da sabato che il terreno dell'Olimpico, cominciando dal rugby e passando per il campionato e le partite ricreative con beneficenza annessa, è entrato nella fase del lavoro matto e disperatissimo. Durerà parecchio, fino a primavera inoltrata. Motivo di preoccupazione per Lazio e Roma a pari merito. Per quanto riguarda gli uomini, distinguiamo. Qui e ora ci si occupa in particolare della Roma. Eusebio Di Francesco adesso si sta godendo i vantaggi della sottoccupazione causata dalla sosta per le Nazionali. Sottoccupazione relativa, visto che 15 giocatori della rosa (finora ne sono stati utilizzati 24) sono a giocare da qualche parte.
ATTESA - Dopodiché non ci si ferma più. Non solo: grazie all'approdo ai quarti di finale della Champions League, con tutti i suoi onerosi onori, la Roma ha davanti a sé un mesetto - un po' meno, in verità: 23 giorni - di partite più ravvicinate delle carte in un mazzo. Si va da tre a cinque giorni al massimo tra l'una e l'altra. Oltre quell'orizzonte degli eventi il tempo di attesa si dilata e si torna al classico ritmo di una partita per settimana. A meno che, naturalmente, non accada qualcosa a cui il romanista medio preferisce non pensare e il Barcellona non si riveli ostacolo basso. Ma lasciamo la semifinale di Champions League dove per il momento sta, tra i miraggi. La serie asfissiante che attende la Roma e che esplicitiamo a lato basta e avanza a spingere Di Francesco verso il ritorno all'alternanza strettamente programmata tra i giocatori. Per un bel periodo ha funzionato, poi sono venuti i giorni bui dell'inverno. Ciononostante l'allenatore non ha mai smesso di rimescolare i pezzi della sua scacchiera, tanto che solo tre giocatori, Alisson, Kolarov e Dzeko, hanno superato i 3.000 minuti di utilizzazione. Per dire: il Napoli ne ha sei su quei livelli, mentre la ricca Juventus uno soltanto, Higuain.
SORTE - Di Francesco ha piani abbastanza precisi, al netto di ulteriori infortuni (Defrel è ancora in rodaggio, Karsdorp anche più indietro): cambiare quattro o cinque uomini a partita, schierare tutti gli uomini più esperti e famosi nelle due gare con il Barcellona e far riposare certe pedine (Dzeko e Kolarov in primo luogo: sarebbe forse l'ora di fidarsi di Schick e di Jonathan Silva) contro Bologna e Fiorentina. De Rossi peraltro ha già avuto tempo di annoiarsi domenica a Crotone, per via di una squalifica. Buona sorte vuole che tra il ritorno di Champions League e il derby trascorrano cinque giorni, un intervallo che Di Francesco considera sufficiente perché tutti, anche i più teneri, possano recuperare senza dover ricorrere a particolari accorgimenti.
di M. Evangelisti
Fonte: Corriere dello Sport
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