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Pastore: "Con Fonseca mi alleno meglio, mi manca solo il gol. E dopo la sosta..."

Il centrocampista argentino: "Posso dare di più. Anche la squadra: vedrete quando riprenderà il campionato"
Giovedì 14 novembre 2019
Benedetta sosta. Perché in questi giorni può recuperare forze ed energie, ma soprattutto ripresentarsi al meglio al via, il 24 novembre, quando all'Olimpico arriverà il Brescia. Perché Javier Pastore è oramai a tutti gli effetti un giocatore recuperato e anche quando sarà finita l'emergenza in casa giallorossa, sarà una risorsa e non più solo una necessità. "Mi sento bene, sono felice per questo momento, anche se mi dispiace per le ultime due partite che non ci volevano - dice lui rispondendo a Roma tv alle domande social dei tifosi -. Stiamo lavorando bene, al rientro faremo vedere delle cose molto buone in campo. Io? Credo di essere all''80-90%. Giocare sei partite di seguito ogni tre giorni mi ha dimostrato che sto fisicamente bene".

LA GIOIA — E' vero, anche se a Parma pure lui ha pagato un po' di stanchezza. Era inevitabile, quasi scritto nell'ordine delle cose. Ma prima, fino alla trasferta in casa del Borussia Moenchengladbach, Pastore aveva fatto vedere cose molto belle. "Non mi aspettavo di giocare così tanto, era tanto che non mi succedeva. Gli infortuni dei compagni mi hanno portato a farlo, ma lo staff è stato bravo a gestirmi durante gli allenamenti. L'arrivo di Fonseca è stato molto importante, ha un rapporto con i giocatori, mi ha portato ad allenarmi meglio". Anche perché la scorsa estate, passando dal Psg alla Roma, qualche timore se l'era portato dietro. "Soprattutto la paura di lasciare una città come Parigi, dove io e la mia famiglia ci eravamo trovati benissimo. Ma dopo due mesi mi sono sentito subito bene anche a Roma, dove si vive benissimo". Poi Pastore ha parlato dei suoi inizi: "A 4 anni avevo già la palla tra i piedi: a scuola, all'asilo, ovunque. Mi piaceva fare solo quello. Poi a 9 anni sono entrato in un club. Ogni giorno pensavo a segnare e a diventare un calciatore, era malato di calcio. Le mie giornate erano al 100% legate al calcio".

A CACCIA DEL GOL — Poi, però, i tifosi giallorossi hanno iniziato a chiedergli qualcosa che ancora manca. E cioè il gol, anche se Javier finora ci è andato spesso vicino in questo inizio di stagione: "Ho creato tante occasioni e tirato spesso, peccato non esserci ancora riuscito. L'importante però è stato vincere grande parte delle partite. Spero di farlo presto questo gol, quando ti sblocchi poi gli altri vengono da soli. Non vivo per il gol, ma mi piacerebbe farlo. Quando segni la voglia e l'autostima crescono. Anche se poi per me un assist vale come un gol, soprattutto se è decisivo per la vittoria della squadra". E a chi poi lo rimprovera per le prestazioni passate e gliene chiede molte altre per farsi perdonare quelle brutte dello scorso anno, Pastore risponde così: "Hanno ragione, perché chi ha seguito il mio percorso calcistico sa che posso fare molto di più. Uno dei mie gol preferiti? Quello in Champions contro il Chelsea, con il Psg, quando sono entrato e dribblando quattro giocatori ho fatto gol. Con la Roma, invece, il primo di tacco, mi sembra sia stato con il Frosinone". No, sbagliato, il primo era contro l'Atalanta, ma a questo Pastore si può perdonare questo e altro. A patto che alla ripresa sia decisivo ed efficace come nell'ultimo ciclo di partite.
di Andrea Pugliese
Fonte: Gazzetta dello Sport
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