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Dal mercato alla corsa Champions: le 10 sfide che aspettano la Roma

La volata in campionato avrà ripercussioni sulla società già impegnata in una serie di programmi per il futuro. Cercando di recuperare i tifosi
Venerdì 10 maggio 2019
CORSA CHAMPIONS: Vincere sempre l'imperativo ma può non bastare. Dopo il mezzo stop di Marassi, non c'è che una strada per continuare a dare la caccia alla zona Champions: nove punti nelle ultime tre partite, per arrivare a quota 68. Domenica c'è lo scoglio più duro, la Juve, poi arrivano Sassuolo fuori e Parma in casa. L'en plein comunque non basterebbe se l'Atalanta riuscisse a tirare fuori almeno sei punti dagli incontri con Genoa, Juventus e Sassuolo (unica trasferta a Torino). Senza contare che, bergamaschi a parte, se la Roma si mantiene a pari punti con il Milan, soccombe per gli scontri diretti. E c'è pure da guardarsi alle spalle: oggi, con il Torino alle costole, la Roma non è sicura nemmeno del sesto posto attuale, che porta ai preliminari di Europa League.

MERCATO: Big oppure baby decisiva sarà la corsa-Europa. Due universi paralleli per la Roma, a seconda che centri o no il quarto posto. In sede di mercato la diff erenza di prospettive è radicale. Con i soldi della Champions in tasca, lo staff giallorosso dovrà pensare al contenimento degli ingaggi, perché in ogni caso la situazione non consente sciali, ma avrà un discreto margine di manovra sul fronte degli acquisti. Investimenti di un certo rilievo potrebbero essere fatti in direzione di un difensore centrale, di un portiere e di una punta centrale, tanto per fare degli esempi. Senza Champions si dovrebbe invece puntare soprattutto su giovani di buone prospettive, già pronti però a dare un contributo sostanziale in una piazza comunque ambiziosa.

PLUSVALENZE: Una miniera d'oro in tre anni arrivati 235 milioni?. La Roma negli ultimi anni è stata una inesausta fabbrica di plusvalenze: 76,3 milioni contenuti nel bilancio semestrale al 31 gennaio 2019, dovuti soprattutto alle cessioni Alisson e Strooman, a cui vanno aggiunti i 63,5 milioni del bilancio 2017- 18 (Nainggolan e Emerson su tutti) e i 95,2 milioni dell'anno precedente (Salah, Rudiger e Paredes). In totale, 235 milioni in tre stagioni, un fi ume di plusvalenze che ha dato ossigeno alle casse e allentato la morsa del Fair Play Finanziario dell'Uefa. Per entrare nei parametri, tuttavia, sono previsti sacrifi ci anche nel prossimo mercato: altri 45- 50 milioni di plusvalenze, da ricavare qua e là, cercando di evitare per quanto possibile il sacrifi cio di grossi calibri.

RINNOVI: El Shaarawy guida il plotone. Poi c'è Zaniolo... Non di soli acquisti si vive, ma anche di tutela del proprio patrimonio tecnico. In questa chiave, la Roma deve risolvere quanto prima alcune situazioni contrattuali. Il caso più caldo sta diventando quello di El Shaarawy, a cui, dopo una stagione giocata alla grande, non mancano estimatori. Il suo contratto scade nel 2020, ma le basi per un rinnovo non sono state ancora gettate. Sempre aperta la pratica Zaniolo, che invece ha un contratto lungo (2023) ma si aspetta comprensibilmente un cospicuo adeguamento. Poi ci sono due clausole rescissorie da irrobustire o eliminare, a scanso di sorprese: i 30 milioni di Lorenzo Pellegrini e i 36 di Manolas sono argini troppo fragili da opporre ai venti del mercato internazionale.

DE ROSSI: Capitan presente ancora in attesa del suo... futuro?. Quello che sembra scontato spesso tende a essere trascurato. Eppure il futuro di Daniele De Rossi, capitano della Roma, non può essere considerato irrilevante nella pianifi cazione del club. Sta di fatto che a un mese e mezzo dalla scadenza naturale del contratto, De Rossi e la Roma non si sono ancora incontrati per capire come andare avanti insieme. Non ci sono frizioni tra le parti, anche perché De Rossi è «uno di famiglia» come amano ripetere i dirigenti, ma i problemi fi sici costituiscono un interrogativo con il quale tutti stanno facendo i conti. De Rossi con la testa e il cuore vorrebbe continuare, la Roma ancora non gli ha presentato una proposta per un'altra stagione da calciatore. Sono attesi aggiornamenti.

CONSENSO: Niente pienoni c'è una tifoseria da riconquistare?. I bagni di tifo nelle sfi de Champions della scorsa stagione hanno lasciato quest'anno il posto a una ricorrente contestazione. Fra le sfi de giallorosse per l'immediato futuro c'è la riconquista piena del pubblico. Quest'anno l'Olimpico non si è riempito neanche nei match di cartello: a parte i derby (che comunque non hanno fatto il pienone) ci si ferma ai quasi 42 mila di Roma-Atalanta e ai 41 mila di Roma-Inter. Il record stagionale sarà battuto domenica contro la Juve, ma non si supereranno di molto le 50 mila anime. Le statistiche dicono che per media spettatori la Roma è al quinto posto, a quota 36 mila e 500. Meglio fanno Inter, Milan e Juventus, e anche la Lazio (l'anno scorso più in basso) è un gradino sopra.

LE GERARCHIE: Da Totti a Conti tutti i nodi della ristrutturazione. La profonda ristrutturazione aziendale varata a marzo da Pallotta non è fi nita. Oltre alla scelta del direttore sportivo e dell'allenatore, devono essere defi niti con esattezza gli equilibri interni: posto che Guido Fienga, nuovo Ceo, è diventato il responsabile italiano del club, è in attesa di una collocazione operativa Francesco Totti, che si è speso in prima persona per contattare Conte e che vorrebbe incidere nelle scelte strategiche. E Massara se ne andrà, se arriverà un altro direttore sportivo? Il reparto scouting è destinato a un'altra rivoluzione, con le uscite di Balzaretti e Vallone ai quali la Roma attribuisce una serie di errori di valutazione. E poi il settore giovanile: traballa la poltrona di Massimo Tarantino mentre Bruno Conti è in scadenza di contratto.

L'ALLENATORE: Gasp e gli altri, una rosa nutrita per il progetto. Abbiamo contato già 14 nomi di allenatori accostati alla Roma: gli ultimi riportati ieri dal variegato mondo della comunicazione sono quelli di Ten Haag, stratega dell'Ajax ferito, e addirittura di Leonardo Semplici, fresco di miracolo domestico con la Spal. Di sicuro, tra fantasia e realtà, la lista è ancora lunga perché Baldini continua a sondare molti terreni per conto di Pallotta. Intanto Fienga, fallito l'assalto a Conte, aspetta l'eff etto domino: quando cominceranno a muoversi le panchine dei grandi club, resterà a spasso qualche grande allenatore. Da Allegri a Sarri, passando per Tuchel e Mourinho, la partita è apertissima. Con i due obiettivi più alla portata, Gasperini e Giampaolo, ancora in corsa. Bisogna solo aspettare.

LO STADIO: Iter burocratici e contese politiche E se c'è lo stop...? L'alternanza tra fi ori e scimitarra, sulla vicenda stadio, continua. Adesso è il momento dei colpi: Pallotta si è lamentato pubblicamente dell'indiff erenza del Comune, mentre ieri l'assessore Frongia ha assicurato che l'iter procede regolarmente. Ma i tempi si stanno allungando. E le elezioni europee del 26 maggio possono creare ulteriori turbative nel percorso già accidentato verso l'apertura dei cantieri di Tor di Valle. Se il blocco politico dovesse fermare defi nitivamente il progetto, Pallotta potrebbe mettere in vendita la società come ha già detto un anno fa. Intanto i tifosi, chiamati a raccolta dal presidente sul tema, rumoreggiano: la distanza anche fi - sica della proprietà è un fattore che disorienta il popolo.

L'ORGANIGRAMMA: Petrachi, il freno resta la chiusura del Torino?. Fino alla scorsa settimana l'arrivo di Gianluca Petrachi non era un tema di dibattito, perché ritenuto certo. E il dettaglio dell'irrigidimento di Cairo, con il quale Petrachi ha un contratto fi rmato fi no al 2020, non costituiva un motivo di preoccupazione. Lo stesso dirigente, grande amico di Conte, si è messo in contatto con i vari procuratori legati ai calciatori della Roma per un ordinario colloquio esplorativo. Ma per accontentare il Torino servirà un'intesa economica, magari attraverso il trasferimento di un calciatore: alla Roma ne interessano almeno cinque (Sirigu, Izzo, Nkolou, Meité, Belotti) ma c'è chi sussurra che Cairo abbia chiesto un gioiello per sanare la questione, Alessio Riccardi, ricevendo un secco no.
di Roberto Maida
Fonte: Corriere dello Sport
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