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Pari tra Fiorentina e Inter. Ma la protagonista è la VAR

Var protagonista a Firenze, tra rigori dati, reti concesse e annullate. I nerazzurri sono a +2 sul Milan e +3 sulla Roma
Domenica 24 febbraio 2019
A Firenze si gioca il calcio storico, disciplina che ripropone un gioco antico. A Firenze oggi va in scena anche il calcio futuristico: si gioca con tre poli di attrazione. Non più solo le due porte, ma anche lo schermo della Var a centrocampo, dove l'arbitro Abisso si reca con una certa frequenza, seguito da orde di giocatori che restano lì, a sbirciare, nemmeno se potessero influenzarne l'esito. Fiorentina-Inter è un tripudio di Var, consultata dopo il gol al 1' e poi ripetutamente fino al rigore del 11° minuto di recupero: finisce 3-3. Uno stillicidio, con parecchie decisioni ribaltate (non benissimo la terna a occhio nudo) tensioni de tifosi e sceneggiate di chi era in campo. Spalletti alla fine si infuria, perché vede svanire la quinta vittoria consecutiva, la quarta senza Icardi. L'Inter aveva ribaltato la gara di forza mentale, con un Perisic ormai sempre più calato nei panni di leader. Pioli esulta, perché perdere questa gara gli avrebbe fatto male. Ma nessuno sa bene come giudicare il tutto: del resto era un esperimento, questo calcio a tre "porte".

PARTENZA CHOC — Il Franchi, si sa, non è campo favorevole all'Inter. Però così... Dopo 17 secondi la Fiorentina è in vantaggio, la rete più veloce in A almeno negli ultimi 15 anni: lancio lungo di Ceccherini, sprint di Chiesa che saluta Dalbert, cross e deviazione di tacco di Simeone e poi di De Vrij nella propria porta. L'Inter ha la fortuna e il merito di pareggiarla, a sua volta, al primo tiro in porta: sviluppi di un corner al 6', palla ricacciata in area da Nainggolan, tocco al volo di Vecino, che trova il primo gol in campionato, contro la sua ex-squadra e quindi non festeggiato. Lafont non è perfetto, il sospetto fuorigioco tiene tutti fermi per 3', in attesa della Var, ma poi si riparte dal pari. Il pericolo scampato non accende l'Inter, che invece per mezz'ora quasi non passa la metà campo.

ALLUNGO INTER — La Fiorentina non colpisce mentre l'Inter fatica a trovare le misure difensive e nonostante la latitanza iniziale di tutti gli uomini d'attacco nerazzurro. Dopo la mancata "fuga per la vittoria" di Gerson (al 29' ruba palla a Vecino, non viene chiuso ma tira fuori) di colpo si spegne. La squadra di Spalletti prende coraggio, al 40' Politano fa tutto da solo e fa tutto bene, tranne l'esultanza (almeno secondo Perisic). L'ex Sassuolo converge da destra, tira a giro e trova l'angolino: poi festeggia con le mani alle orecchie, come Icardi, e Perisic glie tira giù. La gara ha svoltato, Perisic manca il terzo gol già in chiusura di tempo, lo trova dal dischetto dopo 7' della ripresa. Sulla punizione in mezzo di Brozovic c'è la mano di Fernandes, vista dalla Var. Il Franchi si scalda, in tribuna ci si agita, in Curva parte il classicone "come la Juve": il gol annullato a Biraghi, sempre dalla Var, per fallo di Muriel su D'Ambrosio è una nuova scossa tellurica.

CONTRORIMONTA — La seguente la provoca Muriel, con una punizione perfetta, irraggiungibile (74'). Ma si trema ancora nel recupero, e ancora per la Var: Abisso stavolta conferma la sua decisione dopo aver visto la tivù. Giudica mano quella di D'Ambrosio sul cross di Chiesa: Veretout trasforma per il 3-3. La squadra di Pioli agguanta il punto nonostante un'ora senza squilli di Simeone, qualche errore di troppo di Gerson, le responsabilità di Lafont su due gol, e l'inconsistenza del subentrante Pjaca. Ci pensa Chiesa, in quasi tutte le azioni decisive. L'Inter, apparsa meno quadrata ed ermetica che nelle ultime uscite, con qualche storica sofferenza sugli esterni, è però una squadra mentalmente rigenerata, che ha voglia e corsa fino al 90'. Il Milan adesso è a -2, ma la Viola era l'ostacolo più duro di questa fase del campionato. Ora prima del derby ci sono Cagliari e Spal: il peggio, nonostante i casi aperti, potrebbe essere alle spalle.
di Valerio Clari
Fonte: Gazzetta dello Sport
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