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De Rossi: "Di Francesco scelta vincente. Rimasto a Roma per merito di Monchi"

"Il prossimo anno proveremo a dar fastidio alla Juventus. Under? Vedo il nuovo Salah. Senza Totti inizio scioccante"
Venerdì 25 maggio 2018
Daniele De Rossi, capitano della Roma, ha commentato la stagione giallorossa attraverso una Slideshow su Roma TV:

Di Francesco?
"Il primo giorno di ritiro a Pinzolo non ero presente e ci siamo informati sull'impronta del mister e del suo staff. Grande intensità negli allenamenti, non era facile prendere una squadra reduce da 87 punti e fare quello che ha fatto lui e arrivare ai traguardi che abbiamo raggiunto quest'anno. A qualcuno questa scelta aveva fatto storcere la bocca, si è rivelata una scelta vincente".

La tournée in America?
"È lo stadio di Boston, è parte del nostro lavoro e ci andiamo volentieri. S'incontrano sempre grandi squadre, città nuove da scoprire, è tutto positivo".

Atalanta-Roma?
"Fu l'esordio in campionato e fu decisa da Kolarov, che ci ha aiutato a farci fare un salto di qualità in mentalità. Su Aleksandar aveva storto la bocca mezza Roma, abbiamo capito che tipo di giocatore fosse. Anche a livello ambientale è stato capace di sopportare il fardello di aver giocato con la Lazio, che qui a Roma è una cosa importante".

Dzeko?
"L'anno scorso ha fatto quasi 40 gol, quest'anno un po' di meno, per me alcune partite forse le ha vinte da solo, è il classico trascinatore. Questa foto fa sorridere perché dietro c'è Spalletti, a lui sono ancora legato. Contro l'Inter avevamo fatto una buona partita, purtroppo con il VAR abbiamo avuto episodi sfavorevoli".

Roma-Atletico Madrid?
"Non è stata una partita che ci ha fatto battere i cuori ma è stata importantissima, perché abbiamo portato a casa un punto importante grazie ad Alisson, che ci ha tenuto a galla quando balbettavamo, quel periodo c'era qualche mugugno. Rimanere a pari punti con l'Atletico ci ha fatto credere alla qualificazione, almeno farcela giocare fino alla fine. Io non capivo perché si potesse spendere tanto per un portiere, si vedeva che Alisson fosse un fenomeno. È un professionista attento, ci tiene alla Roma e a sé stesso, poi c'è Marco Savorani che, da come ne sento parlare, è bravissimo e i risultati si vedono, se tutti i portieri migliorano con lui..."

Roma-Napoli?
"Non è stata una tappa felicissima nella nostra stagione. Il Napoli è la squadra che gioca meglio in Italia, abbiamo preso gol su un mio rimpallo sfortunato, abbiamo avuto un approccio diverso nella ripresa e secondo me quel secondo tempo ci ha segnato un po' la vita, ci ha detto che anche se le squadre sono più brave di noi, se tu le aggredisci, puoi mettere in difficoltà chiunque".

Chelsea-Roma?
"Serata indimenticabile per qualsiasi romanista, ci ha fatto capire che potevamo andare avanti in Champions League, avremmo meritato di vincerla. Abbiamo dato un antipasto all'Europa di quello che potevamo essere, Perotti fece una grande partita, Kolarov ed Edin furono decisivi come al solito".

Roma-Lazio?
"Una partita sempre delicata, gli ultimi derby li avevamo persi, o meglio siamo stati eliminati in Coppa Italia. Secondo me noi siamo meglio di loro, ma queste partite sono sempre difficili, giocano tutte con attenzione, fu la partita perfetta per aggressione e pressing, chiudemmo la partita con le individualità, puoi pressare come ti pare ma se non hai gente come Radja che ti fa quei gol magari fai 0-0. Serve un buon allenatore e un campione che decide la partita".

La Curva Sud?
"C'è stato un riavvicinamento da parte della Curva verso di noi, dobbiamo dare loro un motivo per essere orgogliosi di noi. Non abbiamo vinto niente quest'anno, eppure c'erano tante persone che hanno fatto galleggiare un autobus nel ritorno della semifinale di Champions League. La nostra curva sembra una cosa minima, ma c'è tutto quello che vogliamo noi, la curva piena, il nostro nome, questa unione tra noi e loro ci rende felici".

Roma-Qarabag?
"Momento importante, c'eravamo tutti e avevamo appena scoperto che eravamo arrivati primi nel girone e questo ci ha dato una mano, non è una cosa da Roma se così si può dire. Abbiamo vinto un girone difficile e preparato un ottavo di finale più agevole".

Totti?
"L'inizio della stagione non è stato a Pinzolo ma il 28 maggio scorso. È iniziata una nuova vita per Francesco e per tutti i romanisti, non vederlo più in campo con la fascia da capitano ma vederlo in panchina è stato qualcosa di scioccante. Per noi è stata complicata questa stagione senza di lui, sono ancora più contento che sia andata bene, non era facile togliere un simbolo così importante e ricreare questo entusiasmo. Ha trascorso la stagione da dirigente, parlando con Di Francesco con un altro ruolo e un altro punto di vista. All'inizio è stato difficile per tutti, ora lo vedo a suo agio, anche i giocatori lo riconoscono come una figura dirigenziale, è sempre il cazzarone di una volta ma si sta ritagliando che ricoprirà in futuro".

Roma-Torino di Coppa Italia?
"Una partita molto brutta, mi fa molto male perché siamo usciti da una Coppa Italia alla quale dobbiamo tenere di più. Ci fu questo guizzo di Patrik che fu inutile, quest'anno ha alternato ottime partite ad altre più deludenti ma lo aspettiamo, potenzialmente né lui né noi ci rendiamo conto di cosa possa fare".

Juventus-Roma?
"Si è detto che loro erano stati più cattivi ma loro sono i più fatti da 7 anni a questa parte, hanno una potenza societaria importante, potevamo tranquillamente pareggiare quella partita ma hanno una concentrazione tale che dobbiamo imparare da loro. Quest'altro anno penso che perderemo meno punti, cercheremo di dare fastidio alla Juventus e magari togliendogli lo scudetto".

Roma-Sampdoria?
"Altra partitaccia, gennaio fu un mese difficile per noi. Abbiamo avuto troppi cali, troppe partite perse in casa, questi punti alla lunga hanno pesato molto sul morale. Io ero infortunato e vedevo le partite da spettatore, abbiamo perso la Trebisonda, non eravamo più sicuri di essere così forte, i punti persi in casa ci hanno allontanato dalla vetta e abbiamo giocato il campionato in altre zone, la qualificazione in Champions per noi deve essere scontata".

Hellas Verona-Roma?
"Anche una vittoria contro una squadra di bassa classificata poteva essere importante, abbiamo scoperto un campioncino come Ünder, è il mio cavallo. Mi piace come ragazzo, avremo scambiato praticamente 10 parole in un anno, gli ho detto che deve imparare subito l'italiano. Io gli leggo gli occhi e vedo che è un ragazzo dalle grandi qualità, il futuro è dalla sua parte, è un colpo incredibile di Monchi, spero sia il futuro della Roma, è un giocatore incredibile, ha avuto un exploit incredibile, è un bravo ragazzo".

Napoli-Roma?
"La faccia di Insigne dice tutto, in quel momento il Napoli sembrava il Real Madrid o il Barcellona e noi abbiamo dato loro la prima grande sconfitta stagionale. Andammo subito in svantaggio ma poi abbiamo pareggiato subito con Ünder, abbiamo fatto una grande partita e poi ci ha pensato Dzeko che ha deciso di far vedere che è più forte degli altri".

Roma-Shakhtar Donetsk?
"Fu una vittoria sofferta, all'andata perdemmo 2-1 e sembrava difficile recuperarla, io pensavo ci mettessero in difficoltà ma abbiamo dimostrato a tutti di essere forti, c'è stato il gol di Dzeko, la sofferenza finale, non abbiamo concesso nulla, l'1-0 è forse meno affascinante di altre vittorie, ma da allenatore vorrei una partita del genere, loro non hanno mai tirato in porta".

Barcellona-Roma?
"Sempre bello giocare in questi stadi, qualcosa di un unico per un giocatore. Li abbiamo studiati molto, il mister non ci ha fatto pensare subito al Barcellona. Ci disse che erano battibili benché avessero giocatori straordinari. Non abbiamo giocato benissimo ma abbiamo fatto una partita tosta, non ci hanno dato due rigori netti ma siamo stati bravi a non piangere troppo, poi nel ritorno sappiamo tutti come è andata. Al Camp Nou i gol ce li siamo fatti da soli, sono riuscito a buttare la palla dove Alisson non poteva arrivare (ride, ndr)".

Roma-Barcellona?
"Questa foto fa ridere, c'è tutto in questa foto. C'è il calcio, lo sport che amo. La cosa più bella sono quelli con la felpa arancione. Quando è andato via Rüdiger ero un po' preoccupato, gliel'ho detto a Kostas, ma quest'anno è stato straordinario. Questa è la forza di questa squadra, Pellegrini che si abbraccia con un preparatore, Maxime (Gonalons ndr) che ha gli occhi iniettati di sangue. Questa è la nostra forza, Patrik o Gerson, tutti giocatori che magari non si sentivano protagonisti, ma che solo guardandoli in faccia, capirete quanto hanno voluto questo passaggio del turno, questa vittoria e questo sogno. Sogno che poi abbiamo regalato a quelli dietro, ai tifosi, alla curva. Vedere il video delle partite avversarie è fondamentale, lo fanno tutti, ma farlo bene risveglia la coscienza dei giocatori. Ti fa rendere conto che in quelle occasioni quella squadra soffre e gli puoi fare male. Eravamo consapevoli che serviva un miracolo, che dovevamo segnare presto, che dovevamo fargliene un altro non troppo tardi. Tutte cose che poi abbiamo fatto, magari se la rigiochiamo non vinciamo 3-0 ma assolutamente non perdiamo 4-1 se rigiochiamo Barcellona-Roma".

La festa negli spogliatoi?
"Siamo un gruppo di amici più una principessa lì in mezzo (la figlia di Dzeko, ndr). Io ero all'antidoping e non ho potuto festeggiare abbastanza ma va bene così, ho trovato un gruppo perfetto, anche con gente come Jonathan Silva che potrebbe essere meno importante ma fa parte del gruppo, si prendono come bersagli ma ci stanno, c'è Capradossi che è il nostro amuleto, tutti sono stati decisivi e non è un caso avere questa fratellanza in uno spogliatoio".

L'omaggio alle 46 vittime a Liverpool?
"Una cosa doverosa, è stata una tragedia sportiva tanti anni fa ma è doveroso il rispetto verso una tifoseria che piange i propri parenti e i propri cari. Ci colpì l'età delle vittime, sono cose agghiaccianti, la Roma è stata attenta a ricordarsi una cosa del genere, io per esempio non ci avevo pensato".

Salah?
"Eh chiede scusa (ride, ndr). Lui è un ragazzo eccezionale, abbiamo perso 5-2 a Liverpool ma io dico che potevamo fare qualcosa in più, presumo o posso aver paura che non possa capitare più. Il Liverpool ha saputo giocare sulle nostre incertezze e Salah ha fatto la differenza, spero possa continuare a far parlare di sé. È simile a Ünder, hanno l'occhio buono. Lui ha dimostrato di più perché è più grande, ma scommetto su Cengiz per il futuro affinché ripercorra le sue orme".

Roma-Liverpool?
"È la fine del nostro sogno e avremmo voluto vedere le stesse emozioni di Roma-Barcellona, abbiamo giocato una grande partita, se ci fosse stato il rigore e l'espulsione al 62', chissà se avremmo fatto questo Slideshow oggi o tra 10 giorni... Andiamo avanti e ripartiamo da quello che abbiamo creato. A Radja dico di guardare la Sud, lo stadio pieno che ci applaudiva perché è da lì che si riparte e piantare il seme della vittoria, può essere la base per i prossimi dieci anni".

I tifosi?
"Sai fai 0-0 fuori casa e vai a giocarti il ritorno di una semifinale con lo stadio pieno dici grazie dove vuoi che vadano se non li a sostenerti. Invece perdi 4-1 a Barcellona e 5-2 a Liverpool e trovi quasi questa violenza simbolica nel tifarti e nello spingerti che ti trasmette una forza e un'intensità clamorosa. Con il Barcellona fu proprio incredibile, già nel riscaldamento si sentiva un calore pazzesco. Quando abbiamo giocato con il Barcellona due anni fa, tanti erano venuti a fare le foto a Messi, Iniesta e ad ammirare i loro campioni, questa volta invece sono venuti tutti per aiutarci a cercare di spazzarli via. Erano consapevoli e convinti che potessimo farcela, quasi loro più di noi. Quella notte fu un unione di tutto che è la fotografia di quanto successo per tutto l'anno, un crescendo di intenti tra noi e loro e un amore che deve essere così, mai intaccato dai risultati della squadra. Certo la squadra deve essere degna di questo grande affetto ma è tornato un po' quell'amore folle che vivevo quando ero piccolo ed ero semplicemente un tifoso".

Pallotta?
"Dopo Roma-Liverpool avrebbe preferito buttarsi su un'altra fontana (ride, ndr), ci è andato vicino. Quando ci ho parlato nell'ultimo anno ho visto nei suoi occhi la voglia di vincere e secondo me ci sta riuscendo, quando viene sa tutto, non è che non si informi benché sia lontano. C'è gente che vuole vincere, lui è uno dei numeri uno in America e anche lui ha dovuto inizialmente capire Roma e ora penso che abbiamo capito, spero possa continuare a rinforzare la squadra. Anche chi c'era negli anni precedenti come Sabatini e Massara deve essere ringraziato, hanno posto le basi per vincere dei trofei".

Monchi?
"Nessun dirigente della Roma ha vinto tanto come lui, la strada la conosce. È vero che a Siviglia aveva tutto sotto controllo, qua forse non è stato subito così ma dal punto di vista della voglia di trionfare non è secondo a nessuno, ha voglia di essere sempre presente, ha grande conoscenza calcistica con 2-3 giocatori incredibile, tipo Ünder che non conosceva nessuno. Questa estate sarà un esame importante per lui, io lo ringrazio perché se sono rimasto a Roma è merito suo, si è imposto e gli ho dato ragione".

Cagliari-Roma?
"Segna sempre Ünder (ride, ndr). Entrammo in campo ancora con l'amarezza di Roma-Liverpool, poi perdemmo subito Manolas e io pensavo che Di Francesco mettesse me o Kolarov in difesa, invece ci ha stupito e ha messo Capradossi, è stato l'emblema del gruppo unito. Lui sa che non gioca mai ma si è sempre allenato, questa è stata una vittoria importante, praticamente l'abbiamo conquistata là".

Il saluto ai tifosi dopo Roma-Juventus?
"È stata una serata divertente, ho portato mia figlia di 13 anni che sembra mia figlia, quest'anno ho portato l'ultima bestia di famiglia (ride, ndr). Se penso a questa partita, penso alle famiglie nel post-gara e ai tifosi che ci accompagnano ovunque. Tutti vogliamo vincere dopo aver visto quello che potrebbe accadere se si vince qualcosa, abbiamo bisogno dei nostri tifosi e noi abbiamo bisogno di loro. Vedere i miei figli con la maglia della Roma e il mio numero mi ha emozionato, poi anche mia moglie mi è molto vicina anche se del calcio le interessa pochissimo, le interessa però della nostra famiglia allargata".
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