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SPALLETTI: "Cancelo e Rafinha in questo momento non li possiamo riscattare. Icardi difficile..."

"Icardi resterà all'Inter? Tenere uno che non vuole rimanere è difficile. Il rinnovo? Non c'è fretta...".
Giovedì 24 maggio 2018
APPIANO - Conferenza stampa di fine anno di Luciano Spalletti. Il tecnico è sembrato carico e ha voluto sottolineare che lo scorso anno la società non ha fatto un mercato pari a quello che gli era stato promesso. Per questo, ha puntualizzato, che se la storia si ripetesse, lo dirà chiaramente. Spalletti ha iniziato con una premessa: "Ringrazio soprattutto la società per vivere queste emozioni, con questi colori addosso che mi sembra mi stiano anche bene. Davanti agli specchi mi sembra di fare bella figura. Grazie ai miei collaboratori che sono anche più bravi di me, perché sono tutti allenatori qualificati, tutta gente forte dal punto di vista caratteriale. Per arrivare al livello dove siamo adesso c'è stato da pedalare e da superare momenti difficili. Grazie anche a quelli dietro le quinte, quelli che lavorano alla Pinetina, tutti tutti: a iniziare dai giardinieri, i magazzinieri, quelli della cucina, il settore giovanile sempre a disposizione: Vecchi mi ha messo a disposizione i calciatori per darmi un numero di giocatori per sviluppare gli allenamenti in maniera corretta. E poi grazie ai tifosi che si mettono in fondo perché loro sono la base. Senza di loro sarebbe stato difficile costruire qualcosa. Loro sono le fondamenta e noi abbiamo fondamenta importanti sopra le quali si possono costruire grattacieli di vittorie. Da loro bisogna ripartire: a Roma è stata un'emozione bellissima e io sono ritornato anche in campo, dove ero stato poco, per stare un po' a contatto con la nostra gente felice. Si meritavano questo. La forza della squadra che avevamo davanti rende probabilmente più importante quello che è il nostro risultato perché loro sono rimasti fuori dalla Champions League, ma sono quelli che si sarebbero meritati un allargamento di questo numero delle squadre in Champions. Abbiamo messo il naso davanti a loro negli ultimi minuti, ma si è visto durante l'arco del campionato che c'è voluto tutto quel cuore, quella fortuna, quello spirito e quella bravura che abbiamo avuto. La Lazio è una squadra di valore e di rango che è stata fatta crescere in queste stagioni. Ciò fa capire il valore del nostro risultato. Poi volevo dire due cose anche sul finale di campionato combattuto dove si è vista la partecipazione di un pubblico numeroso e vestito da tutti i colori. Abbiamo visto le belle partite della Roma e della Juventus in Champions. Si è visto del gioco di qualità del Napoli. Si è visto Atalanta e Lazio che avrebbero meritato di andare in fondo in Europa League dove hanno fatto partite splendide, ma sono uscite in quel modo. E poi c'è stato il ritorno di Ancelotti che è una certificazione della crescita e del ritorno alla qualità del calcio italiano. Sarà un motivo di piacere riaverlo a fianco sulla panchina e anche un po' di orgoglio perché lui è un prodotto italiano, uno di quelli che ha fatto il bene del calcio italiano nel mondo. Siamo contenti che ritorni a far parte della nostra famiglia".

Quali sono i momenti migliori della sua stagione? Quando ha capito che sarebbe arrivata la Champions?
"I momenti sono stati tanti: il più bello l'ultima partita, il più difficile la sconfitta contro la Juventus per come è venuta, di fronte a un'avversaria importante per noi. Il momento più brutto che avrei voluto non vivere mai è quello che è successo alla famiglia Astori che saluto caramente e sono vicino a loro come tutto il calcio italiano".

Si può colmare il gap dalle prime?
"Sicuramente noi dobbiamo essere ambiziosi e dobbiamo avere l'obiettivo di migliorare perché qui vogliamo starci, ci stiamo bene e probabilmente ci sono delle cose che sono avvenute e che si possono fare un po' meglio. Vogliamo continuare in questo ridurre la differenza che c'è tra noi e chi c'è davanti. Sotto questo aspetto è stato fatto tanto perché se si guarda i numeri si ha conforto nella crescita della squadra. Raggiungere questo risultato della Champions non voleva dire salire uno scalino, ma arrivare direttamente sul pianerottolo. Non bisogna illudere i nostri tifosi: è chiaro che gli obiettivi dell'Inter sono importanti perché l'Inter ha quella storia lì, quella forza lì, quel rumore di cuori lì. Bisogna essere all'altezza di quello che è l'emozione che danno questi cuori".

Che tipo di mercato andrà fatto dal suo punto di vista?
"La società ha cominciato a muoversi bene, ma poi bisogna far tornare i conti e ci sono dei paletti. Il calcio è cambiato e la Var è un esempio. Prima si poteva spendere quello che si voleva ora no. C'è un settlement agreement che è stato firmato dalla proprietà precedente, noi lo abbiamo ereditato, ma dobbiamo comunque rispettarlo. Prima di fine mese dobbiamo far tornare i conti sul bilancio e per riuscirci dobbiamo riuscire a risanare la società. Ci sono degli specialisti che fanno il loro lavoro. Poi potremo rinvestire mettendoci qualcosa in più sopra, ma fare nomi altisonanti come lo scorso anno diventa difficile. Non è detto che non si possa arrivare. Cancelo e Rafinha in questo momento non li possiamo riscattare. In futuro vedremo, ma adesso non possiamo permetterceli. Ci hanno dato forza dal punto di vista calcistico, ma anche di convinzione mentale perché soprattutto Rafinha era stato in un club che era abituato a vincere sempre. Sennò si compra quello che si vuole e si appenda Bilancio dell'Inter sempre più bello con Ausilio, Gardini e Antonello (ride)".

Icardi resterà all'Inter?
"Mi rimane difficile dire cosa faranno giocatori di questo livello. Conterà la sua volontà. Tenere uno che non vuole rimanere è difficile. Non è il suo caso, sia chiaro, ma bisogna vedere quello che può capitare sul mercato al calciatore. Se vanno via calciatori importanti diminuisce la capacità di crescita, a meno che non vengano giocatori più importante. Per quel che riguarda il mio contratto ce l'ho e nell'Inter sto molto bene. Da un punto di vista mio non sarebbe cambiato niente se non avessimo raggiunto la Champions: un contratto si costruire con gli obiettivi, con il lavoro che deve essere di 26 ore, con 2 ore di straordinario. La società mi ha ribadito che il contratto lo vogliono fare, ma per me non cambierebbe niente anche se non me lo facessero. Per gli interisti firmare un contratto equivale aver sottoscritto il futuro dei prossimi anni dell'Inter. E questa è una cosa importante. Due anni di stipendio non contano niente perché se non fai risultati... Se non avessimo fatto certi risultati, dopo un momento di difficoltà, cosa me facevo del contratto".

Cosa le ha fatto capire che Skriniar voleva l'Inter a tutti i costi? Cosa è successo prima del Benevento?
"Skriniar ha sempre quella faccia lì, del tranquillo, di uno che sa che arriverà sempre prima. Lui ha sempre detto che vuole restare all'Inter e se venisse messo in discussione il fatto che rimanga qua, mi dispiacerebbe al massimo livello perderlo. Il Benevento? Sembrava che ci fosse una congiunzione astrale negativa, i giocatori pensavano ci fossero dei motivi esterni che non avessero niente a che fare con il calcio giocato. E io ho trovato questa cosa qui. C'è stato un episodio e poi abbiamo vinto contro il Benevento. E da lì in poi pur con qualche pausa abbiamo fatto bene. In particolare negli ultimi 20' contro la Lazio quando ho visto gente fortissima che ha ritrovato quella qualità che ci serviva. Quei 20' lì devono essere il riscaldamento di ogni partita che giocheremo la prossima stagione. Avete visto come è entrato in campo Ranocchia: fino a che ci sono io lui non si muove dall'Inter. Su Ranocchia posso dire che dentro lo spogliatoio è la coscienza per gli altri, ci si passa davanti e ci si confronta con lui".

Qual è l'obiettivo del prossimo anno? La scorsa estate aveva sottoscritto che l'obiettivo era la Champions...
"Io non ho sottoscritto nulla. All'inizio avevo parlato di quell'obiettivo perché mi era stato promesso un mercato che non è stato fatto. Il nostro mercato non era da arrivare in Champions League. Non è stato fatto un mercato da 150 milioni come hai scritto te. I giocatori sono stati bravi a portarci in Champions. E poi mi sembra di leggere una piccola differenza su come sono state trattate delle società di alta classifica. Qual è il motivo per cui bisognava arrivare davanti al Milan? L'Atalanta era davanti. Idem la Lazio La Roma davanti anni luce. Tu sei le parole che dici professionalmente. Noi siamo quelli che hanno questa classifica qui. Ognuno è quello che fa durante il giorno".

Come ha fatto a far svoltare Brozovic?
"Qualche anno ho allenato e con lui ho preso una cantonata perché l'ho limitato mettendo in un settore che a lui non era congeniale. Lui è un giocatore fortissimo, perfetto. Ci ha fatto essere squadra forte".

La società ha parlato di voglia di competere per lo scudetto. Cosa bisogna fare per provarci?
"Bisogna spendere soldi a livello di quelle che lo vincono. Noi come aspirazioni abbiamo dare il massimo della felicità da ridare ai nostri tifosi, ma in questo programma e in questo progetto. Ci hanno messo un lasso di anni. Bisogna fare così perché il tifoso va protetto come i tifosi hanno protetto noi nei momenti difficili".

C'è stato un incontro tra Ausilio e l'agente di Barella e Nainggolan. Le piacciono come giocatori?
"Il lavoro di Ausilio è quello di parlare con i procuratori. E' il momento in cui deve far vedere la sua qualità insieme agli altri dirigenti. Sa quali sono le cose che dobbiamo fare anche se non abbiamo possibilità illimitate. Barella è un buon giocatore, Nainggolan (ride) anche..."

Cosa pensa di Lautaro Martinez?
"L'ho visto soltanto in cassetta, ma abbiamo gente di cui ci fidiamo che lo conosce bene. Come Zanetti, Milito... E' forte e può essere importantissimo in prospettiva. Siamo contenti di averlo".

Nell'arco di tutta la stagione qualche scelta arbitrale ha condizionato il cammino della sua squadra?
"Nell'ultima partita c'è stata una qualità arbitrale grandissima e questa è la sintesi di tutto. A Rocchi auguro di dirigere la finale del Mondiale".

Vi siete chiariti con i dirigenti con gli obiettivi di mercato?
"La società deve essere brava a far quadrare i conti e poi si rinveste questi soldi. Il mercato e l'obiettivo si fa in base a questi conti. Lo scorso anno non sono state mantenute. Chi parla di scudetto dovrà risponderne. Non vedo perché bisogna dire certe cose".

Se la società non le mettesse a disposizione i giocatori adatti a raggiungere l'obiettivo che lei vuole, cosa farà?
"Vengo e dico quello che è la verità. Quest'anno siamo contenti di lavorare insieme, si parte e si fanno le cose con chiarezza".


Fonte: Corriere dello Sport
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