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Roma-Liverpool, lettera del tifoso al benefattore: "Ti sei offerto di pagarmi il biglietto. Grazie"

Giovedì 19 aprile 2018
Tifosi in coda 36 ore, sacchi a pelo, pranzo al sacco, materassi e tutto il necessario per passare due notti per strada, davanti ad uno dei tanti Roma Store sparsi nella Capitale. Sono solo alcune delle follie d'amore fatte nei giorni scorsi dai tifosi giallorossi per acquistare un biglietto per la partitissima Roma-Liverpool, semifinale di ritorno di Champions League. Per qualcuno, però, nemmeno questo è stato sufficiente per aggiudicarsi un dei pochi biglietti in un settore popolare. La storia la racconta Andrea Fontana, tifoso della Roma che con sacrificio ha raggranellato i soldi per comprare un biglietto in Distinti: «È lungo lo so, ma sento di doverlo scrivere. Non so se leggerai, probabilmente no, ma spero che queste mie parole ti arrivino in qualche modo», comincia così la lettera di Andrea spedita al quotidiano Il Romanista.

«Ennesima persona vista di sfuggita, nell'ennesima coda, davanti all'ennesimo rivenditore di biglietti, in una giornata assai deludente iniziata prima delle 6. Esco dal rivenditore con la delusione di chi ha visto l'ultimo posto in distinti essere venduto a quello prima di me e di chi non può spendere 160€ per una partita, per quanto ne valesse tutta la pena. La giornata me l'hai cambiata con un gesto semplice, mi hai afferrato il braccio mentre me ne andavo sibilando improperi a mezza bocca e mi ha detto "aspetta, la differenza te la pago io, non posso vederti andar via senza, dopo tutte queste ore. Fra lo stupito e il commosso, ho rifiutato. 75€ mi sono sembrati una cifra spropositata da accettare, anche se a te era bastato sapermi romanista come te per offrirmela senza pensarci un attimo. Un fratello insomma, di cui non so nemmeno il nome, so solo che mi sei sembrato un uomo sopra la cinquantina, camicia bianca, occhiali... Basta. Grazie, mi hai migliorato la giornata. PS: mia madre mi ha detto che me li avrebbe presi anche a 160, per il mio compleanno, ma non me la son sentita di chiederglieli. So che può permetterseli, ma in tutta coscienza non mi sembrava giusto, e verso di lei e verso i miei amici. Sarebbe stato comunque uno sforzo enorme per lei e una delusione per loro».
di Gianluca Lengua
Fonte: Il Messaggero
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