RomaForever.it
facebook twitter Feed RSS
Venerdì - 19 aprile 2024
Mappa Cerca Versión italiana
RomaForever.it
HOME
   
NEWS
   
SQUADRA
   
CAMPIONATO
   
CHAMPIONS LEAGUE
   
EUROPA LEAGUE
   
CONFERENCE LEAGUE
   
COPPA ITALIA
   
 
   
FORUM
   
AMICHEVOLI
   
CALCIOMERCATO
   
FORMAZIONI
   
PALMARÉS
   
SUPERCOPPA ITALIANA
   
   
   

Stadio della Roma, la Procura indaga sulla vendita dei terreni a Parnasi

Domenica 01 aprile 2018
La procura indaga sul passaggio dei terreni dell'ippodromo di Tor di Valle, dove è prevista la costruzione dello stadio della Roma, dalla società Sais della famiglia Papalia all'Eurnova del costruttore Luca Parnasi. L'inchiesta, affidata al pm Mario Dovinola, è stata aperta dopo una denuncia dell'associazione «Tavolo della libertà urbanistica». L'ipotesi all'esame degli inquirenti, che ancora non hanno formulato reati, è che Parnasi abbia contribuito al dissesto della Sais, che gestiva l'ippodromo ed è fallita il 22 maggio del 2014. A destare i dubbi è la velocità dell'operazione, chiusa in poche ore e senza nemmeno la presentazione di una fideiussione a garanzia dei pagamenti. Perché tanta fretta?

Una breve cronistoria aiuta a chiarire gli interrogativi sollevati dalla denuncia dell'avvocato Edoardo Mobrici per conto dell'associazione. Nell'aprile del 2012 Parnasi e Papalia stabiliscono con un contratto che il trasferimento della proprietà dei terreni dell'ippodromo avverrà il 31 dicembre del 2013 e solo a una condizione. Che vi sia il via libera del Comune all'edificabilità nella zona. Ma 14 mesi dopo tutto cambia. Il 25 giugno del 2013, azzerando il contratto siglato in precedenza, l'Eurnova e la Sais concordano l'immediato trasferimento alla prima dei terreni di cui è proprietaria la società di Papalia dietro il pagamento di una cifra dilazionata nel tempo: 42 milioni di euro se ci sarà la stipula della convenzione urbanistica con le istituzioni per la costruzione dello stadio; solo la metà, 21 milioni, qualora la convenzione non veda la luce. Nel contratto non è inserita nessuna fideiussione, nessuna garanzia che la cifra stabilita verrà pagata. Il giorno dopo l'accordo, il 26 giugno del 2013, la Sais deposita una proposta di concordato fallimentare al tribunale civile. Offerta bocciata, tanto che undici mesi dopo c'è il fallimento della società. Il passaggio ha fatto da preludio al rinvio a giudizio di Gaetano e Umberto Papalia per bancarotta fraudolenta. Ma la Sais sarebbe fallita senza il trasferimento dei terreni alla Eurnova? Domanda a cui dovrà rispondere la procura.
di G. De Santis
Fonte: Corriere della Sera
COMMENTI
Area Utente
Login

News