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Onda Di Francesco. 18 punti in 7 partite prima della Champions League

Sabato 31 marzo 2018
Pensare a un impegno per volta. Non snobbare le partite apparentemente più facili o comunque meno stimolanti. Mai sottovalutare gli avversari. Sono questi i mantra che spesso gli allenatori ripetono negli spogliatoi, per tenere alta la concentrazione. Ma nel caso della Roma, almeno da quando c'è Di Francesco, questo genere di avvertimenti sembra pleonastico. Nei sette casi in cui ha affrontato una partita di campionato che precedeva una sfida di Champions League, la squadra ha raccolto 6 vittorie perdendo soltanto contro il Napoli all'Olimpico. In quel caso però la testa c'entrava poco: per quale ragione la Roma avrebbe dovuto pensare al Chelsea e non al Napoli, quando ancora si parlava di scontro diretto per lo scudetto?

PERCORSO - La serie forse sarebbe cominciata a inizio settembre, prima di Roma-Atletico. Ma l'allerta meteo di Genova suggerì il rinvio della partita contro la Sampdoria. Perciò il debutto non fa statistica. Quanto è accaduto dopo invece sì: aspettando la lunga trasferta in Azerbaigian, dove era obbligatorio battere il Qarabag per restare in corsa in Champions, la Roma superò abbastanza facilmente l'Udinese (3-1). E poi completò la missione di Baku, sia pure con qualche sofferenza di troppo, cancellando un'astinenza di vittorie in trasferta che in Champions durava da molto tempo.

CHI SI RIVEDE - Detto della sconfitta con il Napoli, la Roma ha ripreso a marciare spedita a fine ottobre. Guarda caso vincendo contro il Bologna, che è l'avversaria di oggi. All'Olimpico è finita 1-0 con un gol-capolavoro di El Shaarawy, in quella fase della stagione baciato dagli dei del pallone: appena tre giorni dopo avrebbe rifilato una doppietta al Chelsea determinante per stabilire le gerarchie del girone. E' stato il periodo più esaltante per Di Francesco, che anche dopo la sosta per le nazionali non ha perso il filo del ragionamento: il 18 novembre è uscito da trionfatore dal primo derby vissuto come allenatore grazie a Perotti e Nainggolan, letali nel secondo tempo. E non ha fatto drammi per la successiva sconfitta al Wanda Metropolitano contro l'Atletico, perché tanto gli restava il match-point da giocare in casa per meritarsi la qualificazione agli ottavi di Champions.

STORIA - Così è effettivamente stato. Il 5 dicembre, giorno storico per la Roma che ha avuto dalla Regione il via libera definitivo per costruire lo stadio di proprietà, ancora Perotti ha segnato al Qarabag il gol che certificava il primo posto nel girone. Festone. Ma persino nella situazione più delicata, con una partita da vincere a ogni costo all'orizzonte, la squadra non si era lasciata distrarre: nel weekend aveva battuto 3-1 la Spal.

ONDA - Era una tendenza del 2017, non è stata abbandonata con l'anno nuovo nonostante le tante difficoltà invernali. Grazie alla ritrovata condizione atletica la Roma è tornata brillante giusto in concomitanza con il ritorno della Champions, che il sorteggio aveva reso accomodante: ebbene, prima di tutt'e due le partite contro lo Shakhtar, una delle quali giocata nel gelo di Kharkiv, sono arrivate due vittorie per niente scontate in campionato. In casa dell'Udinese, che aveva già subito un trattamento simile all'Olimpico, e contro il Torino, dove la squadra ha saputo sopperire alle assenze chiudendo il cerchio. Certo, stavolta dall'altra parte della strada c'è il pensiero di un quarto di finale a Barcellona che non capita tutti i giorni. Ma i precedenti sono confortanti: almeno sotto l'aspetto mentale, la Roma si è guadagnata sul campo la fiducia dei propri tifosi.
di R. Maida
Fonte: Corriere dello Sport
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