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Il sabato di Eusebio contro Federico, quando il calcio è una sfida in famiglia

Sabato 31 marzo 2018
Bologna-Roma è anche una sfida in famiglia. Dopo la gara di andata, terminata con il caldo abbraccio, sul campo, tra Eusebio Di Francesco e il figlio Federico, si rinnova oggi il confronto a distanza tra padre e figlio. Un incrocio che suscita sempre un'emozione particolare all'allenatore giallorosso. «Se la mia famiglia sarà divisa? No, tifa tutta per Federico. Forse l'unico mio sostenitore è mio figlio, Luca». Poi i complimenti, accompagnati dalla consueta frase di incoraggiamento: «Federico tecnicamente è più bravo di me. Io, però, avevo altre qualità. È cresciuto tanto, ha i mezzi per fare di più di quanto offerto dal papà».

INSIEME NO - L'attaccante esterno rossoblù aveva sfoggiato un'ottima prestazione all'Olimpico, lo scorso 28 ottobre. Ambizioso e determinato come Eusebio, vuole pertanto fornire un'altra prova di elevato livello, davanti agli occhi attenti del suo maestro. Un modo per mandare pure l'ennesimo messaggio a tutti quelli che, in passato, lo avevano definito un ‘raccomandato': «È sempre un'emozione incontrare mio padre, lui è un martello». Ma non chiedete ai Di Francesco di lavorare insieme, nella stessa squadra. «Lui alla Roma? Sì, ma nel caso senza di me», il refrain del tecnico abruzzese. E non è l'unico a voler marcare una distanza sportiva. Anche l'allenatore argentino Diego Pablo Simeone si è accodato: La scorsa estate, infatti, impedì all'Atletico Madrid di ingaggiare l'attuale bomber della Fiorentina, Giovanni Simeone, compagno di squadra di un altro figlio d'arte, Federico Chiesa.

DNA D'ORO - Il paragone con i rispettivi padri li accompagnerà sempre. Ma in molti non sembrano minimamente accusare la scomoda eredità. E il pensiero va anche a Justin Kluivert. La sua maglia pesa, eccome, eppure il suo rendimento all'Ajax (8 gol in stagione) ha fatto sbilanciare molti addetti ai lavori, convinti delle potenzialità dell'olandese classe '99. Qualità, numeri e prodezze da predestinato, e non certo da ‘privilegiato'. Ne sa qualcosa il suo agente, Mino Raiola, al tavolo con le big europee ed italiane per strappare presto l'offerta più alta da presentare ai Lancieri. C'è stato anche un sondaggio della Roma, in contatto con il procuratore italo-olandese per il rinnovo di Luca Pellegrini, ma la punta dell'Ajax non ha mai nascosto la sua preferenza: «Il club dei miei sogni è il Barcellona - dice a goal.com-. Voglio seguire le orme di mio padre». Vuole stupire pure Timothy Weah, figlio di George, classe 2000. Descritto come un baby fenomeno, l'attaccante ha già esordito con la Nazionale statunitense e con una delle ex squadre del papà: il Psg. Ecco che la storia, con i suoi confronti sul campo e a distanza, si ripete.
di E. Trotta
Fonte: Il Messaggero
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