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Nelle mani di Alisson

Sabato 03 marzo 2018
Nella terra di San Gennaro i romanisti si aggrappano al loro portiere per evitare il diluvio. A proposito, il meteo annuncia pioggia quasi a voler complicare lo scenario. E così per una notte Alisson diventa Alis-San, con il compito di contrastare ogni assalto del Napoli. Signor Becker, aiutali tu.

LA SFIDA - Facile a dirsi, molto meno a farsi. Da Mertens a Callejon, da Allan a Insigne, in tanti cercheranno di farsi belli al San Paolo per mantenere la pole position nella volata scudetto. Ma anche gli attaccanti di Sarri conoscono Alisson e si preparano al confronto: sanno di dover rendere al meglio per battere il miglior portiere del campionato. Non per i numeri della difesa, eh: la Roma in questo senso ha perso terreno con lo sciagurato inizio d'inverno, scivolando al terzo posto nella classifica di specialità in compagnia dell'Inter (21 gol). Ma probabilmente Sarri, che ha incassato 6 reti in meno nelle prime 26 giornate, in un'asta di fantacalcio scambierebbe il suo portiere, Pepe Reina, con l'emergente brasiliano che protegge Di Francesco.

IDOLO - Domenica scorsa contro il Milan ha difeso finché ha potuto lo 0-0 ma quando i ragazzini di Gattuso, Cutrone e Calabria, gli sono spuntati davanti a pochi metri ha potuto soltanto guardare il corso degli eventi. Eppure ai supereroi si chiedono i miracoli, come in occasione di Roma-Atletico a settembre quando murò da solo la brigata Simeone meritandosi per la prima volta i cori personalizzati della Curva Sud. Era dai tempi di Miki Konsel, portiere belloccio e simpatico ma molto meno bravo, che l'Olimpico non riservava un trattamento privilegiato a un guardiano dei loro sogni. Il San Paolo, dove non si è mai esibito, lo può aiutare a costruirsi gloria imperitura.

QUI E ORA - Alisson ha fatto dimenticare così velocemente Szczesny, il portiere in affitto, da ottenere notorietà internazionale alla velocità della fibra ottica. Per questo oggi il Liverpool, in vantaggio secondo fonti brasiliane, e poi capodogli del mercato come Real Madrid e Psg gli hanno messo gli occhi addosso. La Roma vorrebbe evitare di perderlo alla fine di questa stagione, anche di questo hanno confabulato Pallotta e Monchi durante le riunioni dei giorni scorsi a Boston, ma evidentemente tanto è vincolato ai risultati della squadra (Shakhtar, quarto posto) e all'incremento dei ricavi del club. Se la società trovasse uno sponsor munifico da piazzare velocemente sulle maglie, potrebbe raggiungere l'equilibrio finanziario anche evitando una cessione così importante. E' tutto volatile, al momento, come una carambola o una deviazione che cambiano le traiettorie dei palloni orientando un risultato.

VOLONTÀ - Anche lui, Alisson, di andare via non ha fretta. Si è sistemato con la moglie, la figlia e la cagnetta Shakira, è felice a Trigoria, è realizzato dopo un anno frustrante da riserva. «Penso solo alla Roma, poi a luglio vedremo cosa succederà» ha chiarito di recente, aspettando il Mondiale che lo vedrà per la prima volta protagonista con la maglia del Brasile. L'esperienza precedente nella Coppa America non è stata brillante, né per lui né per la Seleçao, ma questo è l'anno in cui le grandi stelle della squadra (sempre che Neymar torni in forma in tempo dopo l'infortunio) possono regalargli un capolavoro. Dovesse arrivare in fondo al torneo russo giocando titolare, Alisson acquisterebbe ancora più appeal sul mercato. E di fronte a una proposta intorno ai 50 milioni, la Roma sarebbe obbligata a vendere. Per opportunità più che per bisogno.
di R. Maida
Fonte: Corriere dello Sport
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