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Dossier Shakhtar. C'è un Brasile nel ghiaccio

Martedì 20 febbraio 2018
Sono originari di Donetsk, si allenano a Kiev, giocano a Kharkiv. La vita con il trolley dello Shakhtar rappresenta un caso unico nel mondo e si deve a una storia seria, dolorosa: è stata la guerra civile del 2014, con tanto di bombardamento allo stadio, a costringere i giocatori al nomadismo in giro per l'Ucraina.

LA SPINTA UCRAINA - Ora il tempio dello Shakhtar è il Metalist Stadion, un'ora di aereo dalla capitale, rimasto praticamente disabitato a causa del fallimento della squadra locale. L'hanno ammodernato per l'Europeo 2012 dandogli il soprannome di Spider Arena per le caratteristiche architettoniche che rimandano a un'enorme ragnatela. Non sarà vuoto domani sera, tutt'altro, nonostante le tante centinaia di chilometri di distanza da Donetsk, città ormai fuori controllo del governo ucraino. Hanno venduto già 35.000 biglietti dei 40.000 disponibili, quindi la squadra che non gioca mai in casa avrà il supporto dell'intero Paese. Curioso: la Roma aveva vissuto un'atmosfera simile a Baku, dove gli azeri del Qarabag si erano trasferiti alla fine della guerra che aveva cancellato il loro villaggio.

L'ASSESTAMENTO TECNICO - Lo Shakhtar, che arriverà a Kharkiv solo oggi, un giorno dopo la Roma, non sembra pagare il disorientamento territoriale. Anzi: se non avesse creato strutture alternative avrebbe perso tutto. Alcuni calciatori erano scappati, quattro anni fa, minacciando di non tornare mai più. Quella crisi almeno è passata e i vari Marlos, Taison, Fred, Bernard, Facundo Ferreira formano il cuore sudamericano di una colonia unica al mondo: l'ha formata Mircea Lucescu, ora ct della Turchia, vero santone della crescita internazionale del club. Con lui in panchina lo Shakhtar ha vinto non solo scudetti in serie, ma anche una Coppa Uefa, l'ultima, nel 2009, prima che diventi Europa League. «Non sarà facile per la Roma - ci ha raccontato - perché questa è una squadra che gioca a memoria. L'unico handicap può essere la ripresa dopo la pausa invernale». Con il nuovo allenatore, il portoghese Paulo Fonseca preso dal Braga, lo Shakhtar ha vinto tutte e tre le partite del girone di Champions, consentendo allo stesso Fonseca di onorare il voto-qualificazione: dopo aver battuto il City è andato in sala conferenze mascherato da Zorro.
di R. Maida
Fonte: Corriere dello Sport
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