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Totti: "Con Spalletti mai un confronto. Oggi costerei 200 milioni"

L'ex capitano giallorosso, oggi dirigente, si racconta ai microfoni di Sky: "La Roma è stata tutto". E sul suo rapporto con l'attuale tecnico dell'Inter rivela che...
Martedì 13 febbraio 2018
Il campo "dove sono cresciuto e dove morirò". La Roma "che ho sempre messo davanti a tutto, anche a me stesso e alla mia vita privata". Il calcio di oggi "in cui costerei 200 milioni". E il rapporto con Spalletti: "Mai avuto un confronto con lui e mai ci sarà. Avrei gestito il calciatore, ma soprattutto la persona, in maniera diversa". Francesco Totti torna a parlare e, con parecchia emozione, lo fa ai microfoni di Sky, per una puntata speciale de "I signori del calcio", disponibile on demand da domani. Lo storico capitano della Roma racconta quanto sia stato complicato per lui smettere con il calcio, ma racconta pure quanto stia provando, con serenità, a calarsi nelle vesti di dirigente: "Sono riuscito a fare questo passaggio da calciatore a dirigente della Roma, e l'ho fatto con lo spirito giusto: con l'armonia, con l'intelligenza di una persona grande. Sono cresciuto nel campo e nel campo morirò".

SPALLETTI — Certo, non lo ha aiutato chiudere la carriera con un allenatore con cui, in un anno e mezzo, non c'è mai stato feeling: Totti non ribadisce il "piccolo uomo" detto da sua moglie, ma insiste sul rapporto umano, inesistente, con l'ex allenatore. "Con Spalletti - racconta - non c'è mai stato un confronto e mai ci sarà. Avrei preferito chiudere in altro modo. Fossi stato in lui avrei gestito il calciatore, e soprattutto la persona, in maniera diversa: mi sarei confrontato con lui, gli avrei parlato".

LA ROMA IERI E OGGI — Ripercorrendo la sua carriera, Totti ammette: "L'offerta più concreta per lasciare la Roma è stata quella del Real Madrid, nel 2003-04. Ho fatto una scelta ben precisa: precludermi la possibilità di vincere tanto per rimanere con un'unica maglia, che per me è stata la cosa più importante. E alla fine ho avuto tutto: amore e passione per me sono stati più importanti che vincere trofei altrove. Per la Roma ho dato il 101%, perché ho messo la Roma davanti a tutto, davanti a me, alle cose personali, alla vita privata. La Roma è stata tutto. Mi è mancato il Pallone d'oro - aggiunge - perché giocando con la Roma sapevo di avere meno possibilità rispetto ad altri che giocavano con Real Madrid, Juventus, Milan... loro avevano più visibilità in campo internazionale. Io con la Roma ho vinto Scudetto, Supercoppa Italiana e Coppa Italia, perciò non ero in grado di poter combattere con altri giocatori".

UN ALTRO TOTTI? — Nella sua intervista, a tratti ironica e a tratti malinconica, Totti parla così del calcio di oggi: "Non penso che esista un altro Totti e nel caso possa rimanere a lungo nella Roma. Oggi conta il business. È difficile che un giovane della Roma crescendo rimanga e possa fare le stesse cose che abbiamo fatto io o De Rossi. La situazione è diversa ed è impossibile che quello che è successo con noi si ripeta. Prima si pensava ai giovani promettenti del nostro Paese più che a scoprire un giovane brasiliano, argentino, sudamericano, o di qualsiasi altro Paese. Se dipendesse da me spenderei qualsiasi cifra al mondo per comprare i giocatori più forti, anche perché per vincere servono giocatori forti. Questo l'ho sempre detto e lo dirò sempre. Però poi non sono io a gestire i soldi, è il presidente che decide. Il presidente metterà un budget e in base a quel budget dovrà essere bravo a costruire una squadra. Certo, in questo mercato pazzo - conclude - costerei 200 milioni". O magari non avrebbe prezzo, perché le bandiere non hanno valore.
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