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Calciomercato, la cessione di Salah non è bastata. Perché la Roma deve vendere

Venerdì 26 gennaio 2018
Il calcio ai tempi del fair play finanziario è sempre più cinico, e porta i club a scelte, in termini di calciomercato (in uscita), non sempre digerite da parte della tifoseria. E' lo stato dell'arte di ciò che sta avvenendo sulla piazza capitolina, dove l'As Roma è pronta a cedere uno dei pezzi più pregiati, il 31enne attaccante bosniaco Edin Dzeko, ad un top club straniero (tra le ipotesi il Chelsea di Antonio Conte) per fare cassa (si stimano 50 milioni di euro più bonus considerando anche la vendita del difensore Emerson Palmieri) e riequilibrare i conti societari. Al 30 giugno 2017 i giallorossi hanno fatto registrare una perdita di 42 milioni di euro (-13,98 milioni nel 2015/16) e un patrimonio netto negativo per 88,9 milioni (-117 milioni nel 2015/16). Un risultato molto superiore alle attese, soprattutto, nell'analisi aggregata del triennio di riferimento 2016/17, 2015/16 e 2014/15, andando oltre la soglia dell'accordo transattivo stabilito con l'Uefa l'8 maggio 2015 (il cosiddetto settlement agreement). Saranno gli ispettori del CFCB (Club Financial Control Panel), delegati a tenere sotto controllo i club europei, a fornire ulteriori elementi di riflessione e a prevedere sanzioni. L'Uefa, infatti, ha il diritto di chiedere al club giallorosso maggiori informazioni economico-finanziarie e non si può escludere una multa pari a 4 milioni di euro, proprio perché non sono state soddisfatte le condizioni previste dall'accordo di due anni fa. Per il futuro, gli amministratori della Roma prevedono un risultato economico, ancora negativo, ma in significativo miglioramento rispetto al 2016/17. Pur tuttavia, questi risultati sono strettamente collegati ai risultati sportivi (a partire dall'ingresso in Champions, senza passare dalle fasi preliminari) e dalle plusvalenze dei calciatori, collegate ad operazioni di vendita.

LE STRATEGIE - Le cessioni sono lo strumento prioritario che la dirigenza della Roma intende utilizzare per "garantire i fabbisogni finanziari dell'attività operativa" (in alternativa la proprietà può intervenire direttamente no al tetto dei 30 milioni di euro). Al momento, però, il calciomercato è la strada più veloce, oltre che "obbligata", con l'occhio sempre rivolto alla Champions league (presente e futura). Superare, tra febbraio e marzo prossimi, gli ucraini dello Shakhtar Donetsk, conquistando i quarti, può essere un buon viatico per iniziare a riequilibrare i conti. Il club italiano ha, da tempo, sotto controllo il proprio bilancio e la possibilità di vendere alcuni calciatori è una delle soluzioni messe in campo per scongiurare ulteriori problemi con l'ente di Nyon. I diritti pluriennali alle prestazioni sportive dei calciatori hanno un valore di mercato (complessivo) ampiamente superiore al valore contabile e questo aspetto, assolutamente da non sottovalutare, "rappresenta una solida base di sicurezza per la continuità aziendale". I giocatori sacrificabili per la buona causa giallorossa saranno, soprattutto, quelli con il maggior valore di mercato e un valore contabile basso (Dzeko, per esempio, ha un valore netto, al 1° luglio 2017, pari a 11,10 milioni di euro).

LE SOLUZIONI - Il settlement agreement stipulato con l'Uefa fissa il punto di pareggio nel 2017/18, con una tolleranza massima di 5 milioni di euro. Un risultato a questo punto raggiungibile solo attraverso cessioni ad importanti valori di mercato. Nel 2016/17, infatti, non è stata sufficiente neppure la plusvalenza realizzata con la cessione (al Liverpool) dell'ala egiziana Mohamed Salah. Al 30 giugno 2017, l'indebitamento finanziario netto, è aumentato a 192,5 milioni di euro, risultando superiore al fatturato netto consolidato; oltre a ciò le spese per il personale rappresentano l'82,9% del valore della produzione (in questa cifra sono compresi gli stipendi dei dirigenti e degli impiegati del club). La situazione delicata dell'As Roma non è l'unica in Europa: oltre all'Inter sul mercato interno (senza considerare la bocciatura, da parte dell'Uefa, del voluntary agreement del Milan), vi sono club come AS Monaco (Fra), FC Besiktas (Tur), Kardemir Karabükspor (Tur), FC Krasnodar (Rus), FC Lokomotiv Mosca (Rus), FC Rostov (Rus), Sporting Lisbona (Por) e CSKA Sofia (Bul).
di M. Vulpis
Fonte: Corriere dello Sport
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