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Alisson il muro

Venerdì 17 novembre 2017
Un'altra partita e mezza con la porta chiusa. Ma non c'è il rischio che possa annoiarsi. «Lavoro ogni giorno per migliorarmi: uscite alte, uscite basse, gioco con i piedi, non ci si può mai rilassare. E' stato così anche con la mia Nazionale» racconta Alisson Becker, che anche nelle due amichevoli del Brasile non ha riportato traumi.

UN DEBUTTO - Il portiere che la Roma ha tirato fuori dalla panchina, guadagnandone in impermeabilità, sta vivendo la prima settimana da titolare del derby. L'anno scorso, di questi tempi, la partita con la Lazio sarebbe stata di Szczesny. «Sì - ricorda con un sorrisino amaro a Sky - nella mia prima stagione italiana ho potuto giocare solo i derby di Coppa Italia e purtroppo è andata male. Ora non vedo l'ora di provare l'esordio in campionato». Intanto ha raggiunto l'invidiabile score di 13 partite senza prendere gol sulle 20 giocate in stagione tra Roma e Brasile.

PRIMO - Parlando solo del club, il confronto con Szczesny dopo 11 giornate di campionato è già stravinto: nella stagione passata la Roma aveva incassato 12 gol in 11 partite, mentre oggi è a 7. Non è solo merito di Alisson, chiaramente, perché Di Francesco gli ha anche costruito davanti un adeguato sistema difensivo. Ma se andiamo ad analizzare le parate, che statisticamente rappresentano l'83% dei tiri ricevuti nello specchio, spesso Alisson ha sistemato questioni lasciate in sospeso dai compagni: l'ultimo caso è stato a Firenze, quando sul 2-2 ha salvato due volte nella stessa azione la Roma da Chiesa e Veretout. «E' il mio momento migliore - ammette - ma so che non posso fermarmi qui. Domenica c'è il derby, è troppo importante».

COLLEGHI - Ha un idolo giovanile, Buffon, che «non meritava di lasciare l'Italia con un'eliminazione così dolorosa»; apprezza lo spagnolo De Gea che «sta facendo grandi cose sia nel Man United che con la sua Nazionale»; domani però troverà dall'altra parte un amico, il laziale Strakosha, con il quale condivide il procuratore. «Sta facendo molto bene - spiega Alisson -,è più giovane di me di un anno essendo del 1993 ma ha dimostrato di essere forte sia tra i pali sia nel gioco con i piedi. Lo stimo, sono contento per lui».

FUTURO - Le sue performance eccellenti, anche in Champions League, non sono sfuggite agli osservatori delle grandi potenze europee. Specialmente il Psg, che ha silurato il tedesco Trapp e sta giocando con Areola in porta aspettando di rinforzarsi. Alisson sarebbe il profilo perfetto, dal momento che tanti brasiliani lo sponsorizzano: dai difensori Thiago Silva, Dani Alves e Marquinhos, che lo hanno conosciuto e apprezzato con la Nazionale, alla sensibilissima stella Neymar, che ne ha parlato con entusiasmo all'allenatore Emery. Ma la Roma, che lo ha pagato 8 milioni e gli ha fatto firmare un contratto fino al 2021, non intende privarsene in tempi rapidi: l'ha allevato un anno per lanciarlo ad alti livelli, non se lo farà portare via se non davanti a offerte indecenti.
di R. Maida
Fonte: Corriere dello Sport
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