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Serie A, Piano a fare pronostici: il campionato è senza padrone

Lunedì 06 novembre 2017
Tanto tuonò che piovve. E non solo in riferimento alla pioggia che ha battuto tutti i campi di Serie A, costringendo perfino al rinvio di Lazio-Udinese. Proprio quando pensavamo che le big potessero raramente perdere punti se non affrontandosi tra di loro, ecco gli imprevisti pareggi di Napoli e Inter. Per carità, nulla di clamoroso, risultati a sorpresa ne avremo ancora (almeno si spera per il bene del torneo), ma viene il dubbio che per lo scudetto i giochi siano molto più aperti di quanto si creda. Basti pensare che le prime cinque sono racchiuse in soli 5 punti, e Lazio e Roma hanno addirittura una gara in meno. Sarà dunque per questo che cominciano ad affiorare i primi ripensamenti in merito alla forza delle squadre e la bravura degli allenatori. Non sono certo due pareggi a far cambiare opinione sulla bontà del lavoro/gioco di Sarri e Spalletti; sta di fatto però che, prima la Lazio e ora la Roma, a suon di prestazioni e vittorie, stanno scalando non solo la classifica del campionato, ma anche quella del gradimento. Del resto, ignorare quanto sta facendo Di Francesco è praticamente impossibile. In pochi mesi è riuscito a dare una precisa identità tattica alla squadra, convincendo e coinvolgendo ogni elemento della rosa. Gerson, tra i tanti, l'esempio più eclatante. Con la continua rotazione dei calciatori, senza intaccare il gioco della squadra, il tecnico della Roma sta anche portando avanti una gestione delle risorse profondamente diversa da quella di alcuni suoi colleghi. Un elemento interessante da valutare nei prossimi mesi. Le attenzioni ora si spostano sulla Nazionale e, diciamolo senza ipocrisia, se non fosse che ci giochiamo il Mondiale, la pausa sarebbe un'autentica scocciatura. Il calcio italiano, con tutti i suoi difetti, deve rispettare ma certo non temere la Svezia. I calciatori di qualità li abbiamo, con poche invenzioni tattiche e scegliendo i più in forma, possiamo andare a Russia 2018. Al peggio, adesso, meglio non
di M. Caputi
Fonte: Il Messaggero
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