Big Edin fa tremare il Chelsea
Giovedì 19 ottobre 2017
Se la Roma non fa la stupida nelle prossime sere, gli ottavi non le possono sfuggire. Sicuramente non giocando così. Con il Chelsea finisce 3-3, una partita pazzesca, bella e spettacolare, da Premier, ma più che un pari è un successo. Nel nome di Dzeko naturalmente, due gol straordinari e 90 minuti da «10» puro oltre che da centravanti. E nel nome di Di Francesco che disegna una squadra coraggiosa come le sue scelte. Un successo, sì. Perché i giallorossi sono andati a Stamford Bridge dominando a lungo nel gioco e nel ritmo, recuperando dallo 0-2 e mettendo paura a Conte fino alla fine. E poi perché da Baku è arrivato il quarto gol che mancava: lo 0-0 dell'Atletico con il Qarabag consegna infatti una classifica inimmaginabile fino a ieri, con i giallorossi a 2 dal Chelsea ma a +3 su Simeone. La prossima è ancora contro il Chelsea, ma all'Olimpico. Immaginando che l'Atletico non fallirà di nuovo, sarà bene tentare l'impresa, visto che il momento è buono. Con cinque punti è qualificazione sicura: se tre vanno presi con gli azeri, i conti sono semplici da fare.
CONTE ALL'ITALIANA - E se il Napoli ha qualche rimpianto per il rigore di Mertens, allora la Roma dovrebbe prendere a testate i pali di Stamford. Il successo non sarebbe stato uno scandalo, ma legittimo. Non ha mai subito la manovra inglese, è stata un po' ingenua nella prima mezzora, quando s'è concessa alla tattica di Conte. Conoscendo gli affanni dei suoi, contati e in non speciale condizione, l'ex c.t. ha preferito rifarsi all'esperienza azzurra: impostando quindi un 3-5-2 non lontano da quello dell'Italia. Con David Luiz mediano centrale a raddoppiare su Nainggolan, e con la squadra bassa e coperta sulla trequarti: pronta a interrompere la manovra giallorossa e ripartire con Hazard-Morata, coppia più evoluta di Eder-Pellè. La strategia sembra funzionare, ma dietro non c'è la BBC insuperabile bensì un Christiansen insicuro, affiancato da Azpilicueta e Cahill.
KOLAROV-DZEKO! - Coraggiosa e offensiva fino quasi all'incoscienza, la Roma si presta al gioco: pressando altissima e lasciando poco protetta una difesa non impermeabile. Due errori - rilancio debole di Juan Jesus, palla persa da Bruno Peres - e due gol inglesi. Il primo da fuori di David Luiz, il secondo con contropiede letale di Morata e centro di Hazard. Sembra finita, anche perché la morsa Bakayoko-Luiz normalizza Nainggolan, il movimento di Perotti verso il centro ha poco seguito tra i compagni, e l'attaccante di destra del 4-3-3 è Gerson: che non era titolare da dicembre, nel fallimentare esperimento da esterno contro la Juve. Bravino ma fragile. Ma tutto cambia all'improvviso. Perché il Chelsea si esaurisce in questi 37' e comincia a scricchiolare: intanto sul lato sinistro romanista dove comanda Kolarov , e soprattutto al centro dove Dzeko, immenso, torna sempre a prendere palla e a impostare in profondità, da regista. La teorica superiorità in mezzo del Chelsea diventa inferiorità. Alla Roma non resta soltanto il possesso palla, alla fine 60%, ma il comando del gioco.
GOL FENOMENALI - L'occasione mancata da Nainggolan è il segnale, il gol bellissimo di Kolarov che entra da sinistra è la svolta: chiudere 1-2 il primo tempo significa rientrare in partita. Di Francesco poteva anticipare i tempi della riscossa alternando Nainggolan con Strootman, per togliere Bakayoko dalle tracce del belga. Ma non è tempo di rimpianti con Dzeko che inventa un uno-due memorabile: al volo, tipo Van Basten all'Euro ‘88, il 2-2; quindi su lancione di Fazio di testa il3-2. Da tre anni e mezzo il Chelsea non prendeva tre gol in casa in Champions. Merito anche di Di Francesco, che sceglie Gonalons davanti alla difesa, premiato dal francese che cresce in personalità, e organizza meglio i suoi nella gestione del possesso. E un po' colpa di Conte che, ancora in vantaggio, toglie David Luiz per Pedro, passando a un 3-4-3 più sbilanciato. Però la carica dalla panchina è il dodicesimo in campo e Pedro inventa l'assist per il 3-3 ancora di Hazard.
TUTTO BENE - Va bene lo stesso alla Roma e anche al Chelsea che in Premier soffre ma in Champions è vicinissimo alla qualificazione. Va bene alla Roma perché non è facile andare in Inghilterra e rispondere colpo su colpo. Unica sofferenza, quando il giro palla è rallentato. Ma questa è stata la più bella della stagione e giornate così possono anche cambiare tutto. Può darsi che, come per la prima Juve di Allegri contro il Borussia, questa sia la partita della consapevolezza.
di F. Licari
Fonte: Gazzetta dello Sport
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