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Stadio, la beffa delle cubature per costruire il ponte di Traiano

Domenica 15 ottobre 2017
C'è un piano B per inserire il Ponte di Traiano con nuove cubature annesse nel progetto dello stadio a Tor di Valle. Una mossa a sorpresa che aleggia nella conferenza dei servizi. Una risposta alla relazione della Regione, pronta a spiegare che senza questa infrastruttura la viabilità la domenica, nel pre e dopo partita, sarebbe congestionata. E così il proponente potrebbe sfruttare alcune lacune della delibera Raggi per ritornare all'antico. Risultato: ciò che è uscito dalla porta (con la riduzione dell'ecomostro) potrebbe rientrare dalla finestra, con un blitz che al momento, almeno a parole, trova il Comune contrario. Si gioca sul filo delle strategie e nessuno vuole scoprire le proprie carte. La mossa potrebbe arrivare già dalla prossima riunione della Conferenza dei servizi. Il Ponte di Traiano nel progetto dell'As Roma non c'è. Il Comune pensa che possa bastare quello dei Congressi (finanziato dal Cipe e non carico dai costruttori) per collegare la città a Tor di Valle, sede della controversa operazione calcistico-immobiliare. Il ministero dei Trasporti ha già detto di no: serve anche il Ponte di Traiano. Lo ha messo nero su bianco nel parere consegnato dallo Stato. La palla continua a essere nelle mani della Conferenza dei servizi, che è tornata a riunirsi la scorso settembre. Al vaglio di Comune, Regione e ministeri coinvolti c'è il nuovo progetto dello stadio: un mini-ecomostro che, a fronte di un dimezzamento delle cubature, si trova però con meno infrastrutture pubbliche. Un gigante dai piedi di creta. Sarà dunque proprio l'organo tecnico a stabilire se l'impianto di Tor di Valle e le cubature commerciali annesse abbiano a meno la pubblica utilità. L'aria che tira è quella del no.


METRI QUADRI - Dal verdetto della Conferenza dei servizi, però, dipende tutta la sorta del nuovo progetto siglato dalla giunta Raggi. Qualora arrivasse il responso "serve anche il Ponte di Traiano" la situazione potrebbe complicarsi e, secondo alcune letture, anche le cubature rischierebbero di aumentare. La Regione su questo punto sembra essere netta: così non va. Lo sbocco della vicenda porta appunto al piano B. Nella delibera della giunta Raggi, che ha sostituito quella approvata da Ignazio Marino, non è specificata la compensazione urbanistica: in quella del chirurgo dem si parlava di massimo 354mila metri quadrati come limite di tolleranza e sostenibilità. Nella delibera Raggi invece c'è questo perimetro non c'è. Ma si limita a specificare che il nuovo progetto dovrà essere in equilibrio tra la sostenibilità economica e la riduzione del 50% delle cubature (si era partiti da 1milione) voluta dalla giunta pentastellata. E quindi qual è lo scenario? Mancando i limiti della compensazione se la conferenza dei servizi dovesse pretendere il Ponte di Traiano, i proponenti potrebbero chiedere di rivedere le cubature. Aumentando per esempio le palazzine (ora sono 18) e la loro altezza che dovrebbero puntellare lo stadio.

L'ULTIMA PAROLA - Questa mossa però rischia di rifare partire il progetto daccapo. E cioè di essere di nuovo approvato dall'assemblea capitolina, a cui spetta il voto sulla variante urbanistica. Ma il Comune continua a ribadire che la diminuzione di cubature non si tocca e quindi resterà tale: non è in discussione. Il Campidoglio infatti rimane fermo sul Ponte dei congressi come unica infrastruttura necessaria alla viabilità del quadrante. L'ultima parola alla Conferenza dei servizi e sugli scenari che potrebbe aprire. La Regione è pronta a chiedere maggiori tutele per la viabilità, i proponenti allora si troveranno davanti a un bivio: riproporre il progetto originario, mondato con orgoglio dai grillini. Il Campidoglio si blinda: uno scontro istituzional-imprenditoriale è già alle porte.
di S. Canettieri
Fonte: Il Messaggero
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