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L'abbonato non paga più

Venerdì 08 settembre 2017
Le pay tv continuano a spendere cifre elevate per assicurarsi i grandi eventi sportivi ma non sempre il gioco vale la candela, visto che la soglia degli abbonati è ormai in una fase di stallo. Di chi la colpa? Non certo degli utenti che non si perdono le partite in diretta. In verità fanno di tutto per guardarle anche con espedienti più o meno leciti. Ma fare i furbetti può causare danni e rischi da non sottovalutare. La pirateria su internet è da sempre un nemico da combattere. I sequestri continuano a esserci ma la piaga è ancora aperta. Chi ne fa uso rischia di consegnare il proprio computer a malware e hacker, che possono inserire dentro di tutto, a cominciare dalle cliccate periodiche a siti da pubblicizzare, virus e furti di password. Perché nessuno ti dà una partita gratis senza guadagnarci qualcosa. Oppure ti fanno pagare, anche solo 10 euro per accedere a una piattaforma di eventi. Ma il decoder che viene installato è una sorta di "sanguisuga" del wi-fi e tutto ciò che è collegato alla rete wireless può essere spiato dall'esterno.

I SOCIAL - Negli Usa anche sullo sport si è creato l'effetto Netflix. I costi per gli abbonati via internet si sono abbassati rispetto a una pay tv, perché la banda larga costa molto meno rispetto a satellite e digitale terrestre. Quindi Facebook trasmette la Champions e Twitter dà in diretta i match di football americano con audience medio di 2,7 milioni di utenti al minuto. In Italia recentemente la Roma sul proprio profilo Facebook ha trasmesso la diretta di un'amichevole da Pinzolo. Non sono pochi coloro che come singoli utenti aprono delle dirette Fb e fanno vedere spezzoni di eventi ai propri amici. Controllare la violazione dei diritti è pressoché impossibile per forze dell'ordine e possessori dell'esclusiva, ma il gestore della piattaforma dovrebbe allestire una rete che permetta di intervenire. Nel nostro Paese le partite in streaming si possono vedere anche legalmente. Ci sono applicazioni e siti che lo consentono. Per esempio i siti delle scommesse sportive. Il giocatore che vanta un saldo attivo si può registrare e vedere Serie A, B e Lega Pro. Certo, la qualità non è eccellente come quella delle pay in Hd ma la diretta è garantita. Anche il canale Tim Tv offre un servizio a pagamento di alcune partite (non tutte). I costi? Più o meno un paio di euro a gara.

GLI EVENTI - Gli eventi singoli si possono acquistare anche sulle pay tv. Mediaset Premium, che ancora per un anno detiene i diritti della Champions League, in questa stagione ha deciso che la diretta si può acquistare singolarmente. Nei primi due anni non è stato fatto, tanto che molti abbonati con la tessera prepagata hanno protestato. Lo scopo del divieto era spronare il cliente ad abbonarsi. Ma al terzo anno, visto che la soglia abbonamenti non supera i 2 milioni, si è deciso di sdoganare il metodo pay-per-view. La singola partita di Serie A costa 10 euro. Quella di Champions 15, mentre ai possessori di tessere prepagate è stata offerta la possibilità di avere tutta la Champions con 149 euro da pagare una tantum. A Sky gli abbonati sono di più (circa 4 milioni e 800mila), le partite singole costano 7,90 per la Serie A e 5,90 per la serie cadetta. Tuttavia lo spacchettamento dei diritti decisi dalla Lega Calcio e le tecnologie che consentono numerose fruizioni fanno sì che le esclusive alla fine non sono esclusive, il mercato resta fermo perché gli abbonati non crescono, gli abusivi si moltiplicano. Tutte queste componenti fanno retrocedere il valore del calcio italiano, succube di un sistema che non lo fa crescere. In futuro quindi i prezzi delle aste per i diritti sono destinati a scendere e alle società entreranno sempre meno soldi.
di M. Castoro
Fonte: Il Messaggero
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