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Roma. Adesso Bruno Peres è diventato insostituibile

Martedì 01 agosto 2017
Le contingenze lo hanno reso improvvisamente insostituibile. Ma poi Bruno Peres ha aggiunto alla situazione favorevole un comportamento encomiabile e un'applicazione rigorosa per non sprecare la seconda possibilità. E torna dagli Stati Uniti con una quasi certezza: ricomincerà la stagione da terzino destro titolare della Roma. Nella difesa a quattro, poi, dove Spalletti aveva invano provato a collocarlo l'anno scorso salvo rivedere le proprie idee.

SEMPRE LUI - Nemmeno al portiere, Alisson, Eusebio Di Francesco ha riservato un trattamento così "privilegiato": Bruno Peres è l'unico giocatore della rosa che ha giocato tutti i minuti della tournée. Tutti, dal primo all'ultimo, senza uscire mai. E' evidente che questo dipenda dalle assenze, tra Karsdorp e Florenzi, passando per Nura che sembrava dovesse giocare al suo posto contro la Juve e invece è rimasto a guardare. Però ci sono anche i meriti del giocatore, che l'allenatore ha pubblicamente riconosciuto alla fine del percorso americano: «Mi è piaciuto Bruno Peres. Adesso sa anche difendere. Sta capendo cosa voglio ed è stato agevolato dal fatto di lavorare con me più tempo di altri». Certo, non deve distrarsi come è successo nel finale di Roma-Tottenham a New York: «Bruno si sta applicando tanto e con il lavoro otterrà risultati apprezzabili, purché si abitui a ragionare da difensore per 90' e non solo per 85'».

PROMESSE - Era un suo obiettivo, è diventato una promessa: «Sarà un anno molto diverso rispetto al primo che ho vissuto nella Roma. Ora sto migliorando perché ho imparato a fare le diagonali difensive», diceva Bruno Peres nei giorni scorsi. Meglio tardi che mai. Si può apprendere nozioni basilari anche all'età di 27 anni dopo aver giocato tre campionati di Serie A. Per assurdo, quello che gli sta mancando in questa pre-season è la propulsione offensiva. Abituati a conoscerlo come terzino arrembante e anarchico, dribblomane e indisciplinato, stiamo scoprendo un giocatore completamente diverso. Segno che si sta dedicando a migliorare i difetti a costo di tralasciare per un po' i pregi.

ATTESA - La grande sfida di Di Francesco è ricostruirne l'affidabilità in una linea difensiva che, almeno in partenza, prevede la contemporanea presenza di due laterali con caratteristiche offensive: Bruno Peres a destra e Kolarov a sinistra. Convivenza ardita ma quasi necessaria, a giudizio dell'allenatore, in una grande squadra. Del resto sulla fascia di Bruno Peres la Roma ha comprato Karsdorp che con il suo passato da attaccante diventa molto minaccioso per gli avversari con i suoi strappi in velocità. E a sinistra, oltre a Kolarov, a fine ottobre tornerà Emerson Palmieri, di sicuro più bravo con la palla al piede che nella fase di inseguimento degli attaccanti altrui. Nella costruzione dell'organico con Monchi, Di Francesco sta provando ad alzare il baricentro della squadra aumentandone il potenziale offensivo. Spalletti non era riuscito a trovare equilibrio con il 4-3-3, mentre Di Francesco oserà con i terzini aggressivi e Nainggolan riportato sulla linea di centrocampo. Zemaniano, senza però trascurare il lavoro nella fase di non possesso: per questo, aspettando il recupero di Karsdorp, sta insegnando a Bruno Peres a difendere.
di Roberto Maida
Fonte: Corriere dello Sport
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