Superlega, l'Uefa prepara una causa da 50 miliardi. E fuori chi partecipa
D'accordo con leghe e federazioni di tutta Europa, Nyon sta allestendo una battaglia legale contro i club che vorranno separarsi dal sistema per crearne uno alternativo e cancellare il calcio come lo conosciamo. Intanto Dazn nega di essere dietro al progetto
Domenica 18 aprile 2021
All'Uefa non hanno ancora capito fino a che punto può spingersi la minaccia dei club "indipendentisti", ma hanno pronta la risposta alla Superlega che i grandi club minacciano di creare da subito, dal 2022, proprio mentre trattano il rinnovo della Champions. Da non crederci. Quello che è sicuro è che il calcio come lo conosciamo è in pericolo. Addio campionati, coppe, forse anche nazionali. Il tutto per una dozzina di club in cerca di denaro subito, per "americanizzare" un sistema che funziona da un secolo di principi totalmente diversi, è sport e non spettacolo. L'ufficio legale di Nyon, d'accordo anche con Leghe e federazioni di tutta Europa, sta lavorando a una causa da 50/60 miliardi contro tutte le squadre che vorranno separarsi dal sistema per crearne uno alternativo e privato (con tutte le conseguenze del caso su campionati e coppe europee). E dall'Uefa sta anche partendo un comunicato: "Chi partecipa è fuori". La partita è cominciata.
PROGETTO FLORENTINO
Il giorno difficile è stato ieri, sabato, quando i rapporti tra l'Uefa e l'Eca si sono improvvisamente complicati. Strano, a quarantott'ore dall'Esecutivo che domani avrebbe approvato il nuovo formato di Champions dal 2024... Presto è venuto fuori che il progetto Florentino, quello dello Superlega, rimasto latente negli ultimi giorni delle trattative, è riemerso. Se come arma di ricatto o come altro, non si sa. D'altra parte, l'ex presidente del Barcellona, Bartomeu, aveva detto pochi mesi fa <>, mettendo in imbarazzo gli altri partecipanti costretti a venir fuori. Da tempo qualcosa "cova".
UNDICI FIRME, DAZN NEGA
I firmatari sono undici, a quanto pare. Cinque inglesi: United, Liverpool, Arsenal, Tottenham, Chelsea. Tre spagnole: Real, Barcellona, Atletico. Tre italiane: Juve, Inter e Milan. Non ancora Psg, Bayern (oppositore deciso) e City. L'obiettivo sarebbe arrivare a un campionato a 20 squadre. Quello di Florentino Perez, appunto. Si era diffusa la voce che il proprietario di Dazn si fosse offerto di trasmettere le partite in cambio di 3,5 miliardi per un numero di anni imprecisato, ieri però dal broadcast è arrivata la smentita: <>. E rispuntano le voci di fondi arabi e americani.
ANCHE IL COVID...
Naturalmente la corsa alla Superlega - che Florentino non pensava arrivasse così presto - è legata alla crisi da Covid che ha prosciugato le casse dei club o aumentato il debito. Servono soldi subito. Possono darli solo i fondi internazionali, le tv. Ecco spiegato l'atteggiamento di Agnelli che da un lato trattava la nuova Champions come presidente Eca (<> aveva detto in conferenza), dall'altro trattava la Superlega per la Juve.
AMICI E TRADIMENTI
Una spaccatura ormai profonda con l'Uefa e anche personalmente tra Agnelli e Ceferin, ex amici. È sembrato un tradimento. Ma una rottura anche con l'Eca perché, esclusi i "separatisti", anche tutta l'organizzazione era all'oscuro di queste manovre. In compenso questo ha avvicinato gli ex nemici Ceferin-Infantino, cioè Uefa e Fifa, che si sono sentiti contro il nemico comune. Anche Infantino, a lungo accusato di essere dietro una Superlega (ma lui vuole il "suo" Mondiale per club), farà una dichiarazione contro gli indipendentisti durante il Congresso.
ANCHE GRAVINA REPLICA
E adesso? All'Uefa sperano sempre che il tutto resti solo come minaccia per avere sempre di più, ancora di più, fino al disfacimento del sistema. In ogni caso domani l'Esecutivo non fermerà l'approvazione della Champions, ed è difficile che Andrea Agnelli partecipi. A Montreux è anche il presidente Figc, Gabriele Gravina, che martedì sarà eletto nell'Esecutivo. È preoccupato dalla situazione: <>. La minaccia di Fifa e Uefa però è chiara: chi se ne va dal sistema è fuori dal sistema, fuori dai campionati, fuori dalle coppe. Spiace pensare che una dozzina di club possano cambiare il mondo per i loro interessi e rovinare il giocattolo più bello che c'è.
di Fabio Licari
Fonte: Gazzetta dello Sport
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